Equilibristi a Ginevra di Arrigo Levi

Equilibristi a Ginevra USA-URSS, LE SQUADRE IN CAMPO Equilibristi a Ginevra l.a misteriosa malattia di Kostantin Ccrncnko non ha frenato il meccanismo negoziale messo in moto a Ginevra da Ciromyko e Shultz. In appena tre settimane c stato raggiunto l'accordo sul luogo e sulla data d'inizio — il 12 marzo a Ginevra — del nuovo negoziato globale tripartito; sono noti anche i nomi dei negoziatori. I sovietici hanno tenuto in squadra ambedue i protagonisti delle precedenti trattative di Ginevra, Viktor Karpov e Julij Kvitsinskij, ai quali hanno aggiunto il diplomatico Alekscj Obuchov. Tutta nuova la squadra americana, composta da Max Kampelman, John Tower e Maynard Glitman. La distribuzione dei compiti c disegnale: il capodclcgazionc sovietico Karpov si occuperà, come in passato, delle armi strategiche; Kvitsinskij delle armi spaziali; Obuchov degli euromissili, che nel primo negoziato ginevrino erano trattati da Kvitsinskij. Il capo-dclcgazione americano Kampelman tratterà sulle armi spaziali, Tower su quelle strategiche, Glitman sugli euromissili. Kampelman, democratico ma «falco», era stato capo-delegazione americano (nominalo da Carter e confermato da Rcagan) alla conferenza di Madrid: è un avvocalo del Minnesota, già amico di Hubert Humphrcy. e un duro ma serio negoziatore. Ha suscitato scalpore il fatto che sia apparso, dopo la nomina, un suo articolo, scritto prima e firmalo anche dall'ex consigliere di Carter Brzezinski, che propone uno scudo spaziale fondato non su sistemi avveniristici come il laser, ma su tecnologie convenzionali già esistenti, e tale quindi da poter essere messo in funzione già dall'inizio degli Anni Novanta, con una presunta capacità d'intercettazione dei missili sovietici «del 90 per cento». Cosi almeno sostengono gli autori: Kampelman crede insomma nell'ipotesi rcaganiana delle armi difensive, cosi impropriamente definita delle ('guerre stellari»; ma non si vede perché ciò dia scandalo. Il tema centrale del negoziato sarà infatti proprio questo: le armi difensive. Mosca sostiene clic ogni ipotesi di difesa spaziale (o terrestre) va messa al bando, incluse anche le ricerche iti proposito, anche se non vi e dubbio che gli stessi sovietici ne hanno svolte. Washington ritiene inarrestabile, e legittima, la ricerca; ed auspica che si arrivi un giorno, quando ne sapremo di più, ossia durante «una futura presidema», ad un'intesa tra le due superpotenze che consenta, all'una come all'altra, di mettere in piedi sistemi misti (offensive-difensivi) prima; e poi, se saranno mai realizzabili, cosa di cui ora nessuno può essere sicuro, sistemi puramente difensivi, che annullino la minaccia di olocausto nucleare. Il negoziato dovrà cercare di mettere d'accordo due visioni diverse ed opposte; e dovrà a più breve scadenza chiarire se, in mancanza di un'intesa sui sistemi difensivi spaziali, si possano intanto raggiungere accordi parziali per la riduzione delle armi offensive, sia strategiche sia «di teatro»: i sovietici dicono per ora di no; cosi come gli americani dichiarano di non essere disposti a rinunciare alla ricerca sulle armi difensive. Ma tante posizioni negoziali sono mutate in passato, e ciò potrebbe accadere di nuovo, su una materia così complessa, difficile e incerta. E' in discussione una vera e propria rivoluzione strategica, della quale non c facile distinguere i significati, e nemmeno essere sicuri clic si possa fare. Vi sono in materia fortissimi dissensi in Occidente; ma forse ve ne sono anche a Mosca. Il documento più autorevole pubblicato dai sovietici sulle «armi spaziali», uno studio scientifico di 42 pagine, denuncia come «aggressiva» l'Iniziativa di Difesa Strategica di Rcagan; ma dice anche che sarebbe facilissimo vanificarla mediante contromisure offensive, che costerebbero appena l'uno o il due per cento dello stesso sistema di difesa spaziale. C"c in questi giudizi una vistosa contraddizione. Atten¬ diamo, nella speranza di capire meglio le tesi sovietiche, il testo elaborato nei giorni scorsi a Roma dagli scienziati, occidentali e sovietici, della Pontificia Accademia delle Scienze: si dice che sia emerso un giudizio complesso c sfumato sulle difese antimissilistichc, riconosciute (all'unanimità?) come non più impossibili, almeno in teoria; ed anche un giudizio problematico sui meriti comparativi dell'attuale «equilibrio del terrore», fondato solo sugli immensi arsenali di armi offensive, e un ipotetico sistema futuro di «mutua difesa garantita». La verità e che siamo sull'orlo dell'inconoscibile. L'essenziale e che per ora' ci si limiti alla ricerca (l'ultimo Rcagan lo ha assicurato in modo categorico: anche lo «sviluppo», cioè gli esperimenti in materia di difesa spaziale, sono «per un futuro presidente e un futuro Congresso»); e che non s'interrompa mai il negoziato, in modo che tra gli equilibri attuali — terrorizzanti, ma funzionanti — ed equilibri diversi, un giorno forse possibili, non rimangano dei vuoti, delle fusi di instabilità, di squilibrio e di anarchia, col rischio di «primi colpi preventivi». Garantire che ciò non possa accadere c forse lo scopo principale del nuovo negoziato strategico globale. Arrigo Levi