Forse in casa si nasconde una fabbrica di diossina

Forse in casa si nasconde una fabbrica di diossina Forse in casa si nasconde una fabbrica di diossina TRA le sostanze chimiche sospettate di effetti dannosi sull'ambiente e sulla salute occupano una posizione particolare i blfenili policlorurati (PCB: PoliCloroBifenili), in quanto sono stati prodotti e immessi sul mercato, con vari nomi commerciali, in grande quantità per più di mezzo secolo. Fino alla fine degli Anni 60 il più forte produttore di policlorobifenlli era 11 gruppo Industriale statunitense Monsanto, che utilizzava per i suol PCB la denominazione commerciale Aroclor, seguita da un numero a quattro cifre tipo 1254, dove le prime due cifre, 12, indicano I dodici atomi di carbonio del bifenile e 54 rappresenta la percentuale in peso del cloro presente. f\j\J Schema di un trasformatore: 1mento primario; 3) a\ volgimenI prodotti commerciali sono miscele di sostanze che possiedono in comune nelle loro molecole lo scheletro di atomi di carbonio del bifenile e si differenziano essenzialmente per un diverso numero di atomi di cloro e di idrogeno legati al carbonio. Si tratta di composti molto stabili sia chimicamente che termicamente, che hanno trovato numerose applicazioni industriali soprattutto nel settori degli isolanti elettrici e del plasticizzantl. Per queste stesse caratteristiche di stabilità i PCB sono degradati molto lentamente e quindi si accumulano nell'ambiente. Già nel 1970 nacquero i primi sospetti su possibili effetti tossici a lungo ter-' mine dei policlorobifenlli, per cui la Monsanto ridusse la produzione rifiutandosi di venderli alle industrie di plasticizzantl, inchiostri per stampa, adesivi e additivi di lubrificanti, a per stampare le 1) nucleo magnetico; 2) avvolgiento secondario (con più spire) o o l r o o i i -' , i , robifenili diluiti con triclorobenzeni (la miscela di PCB e triclorobenzenl è chiamata askarel), mentre la gran maggioranza dei trasformatori contiene olii minerali, talvolta contaminati da PCB. La quantità complessiva di policlorobifenlli negli Usa ammonta a più di 350 milioni di chilogrammi, ma sarà fortemente ridotta in base ad alcune direttive emanate dall'EPA, che impongono di sostituire entro il primo ottobre 1985 e 19B8 rispettivamente tutti I trasformatori e i condensatori contenenti PCB, che si trovino in prossimità di prodotti per l'alimentazione umana o animale. Nell'industria elettrica italiana la quantità di PCB è ovviamente molto minore, ma si stima che i trasformatori ad askarel corrispondano al 2-3 per cento del totale e che del rimanenti circa il 40 per cento contenga come isolante leghe a temperatura più bassa che potevano utilizzare prodotti alternativi. In questi anni 1 PCB continuarono a essere usati nell'industria elettrica, come isolanti nei trasformatori e nei condensatori, ma la preparazione di adatti prodotti sostitutivi, In primo luogo siliconi, indusse la Monsanto a cessare completamente la produzione di PCB nell'ottobre 1977, tanto che il loro consumo negli Usa è caduto nel 1978 allo 0,6 per cento della quantità usata nel 1970. Malgrado queste iniziative, essendo la vita media di un trasformatore dell'ordine di venfanni, risulta che ancora il due per cento dei trasformatori attualmente in funzione negli Usa contiene come isolante policlo- olio minerale contaminato da PCB. Si sono fatti In questi ultimi anni molti controlli tossicologici, ma le ; prove che mettono In relazione 1 PCB con seri effetti sulla salute sono scarse e controverse. Numerosi ricercatori stanno perciò prendendo in considerazione che gli effetti tossici siano soprattutto da attribuire a prodotti secondari del policlorobifenill, e cioè a dlbenzofuranlpollclorurati (PCDF: PollCloro-Dibenzo-Furani) che si formano nelle reazioni dei PCB con l'ossigeno dell'aria in seguito a riscaldamento non controllato. In analoghe condizioni dal triclorobenzenl, diluenti del PCB nel trasformatori ad askarel, si formano le policlorodibenzodiossine, tra cui la 2, 3, 7, 8,-TCDD (TetraCloroDlbenzoDiosslna), il composto chiamato semplicemente diossina, di cui tanto si è scritto e parlato in seguito all'incidente dell'Icmesa di Seveso e a cui sono state attribuite, di recente, malformazioni di neonati e morie di animali in un villaggio della Scozia centrale. Di questi tossici e supertossici e delle relative metodologie di decontaminazione si è parlato in un convegno tenutosi qualche mese fa a Torino. L'azione delle radiazioni ultraviolette e l'incenerimento o pirolisi controllata ad alta temperatura (superiore a 1200 gradi centigradi) sono i metodi attualmente meglio conosciuti per la distruzione di PCB e dei supertosslcl clorurati PCDF e PCDD, mentre promettenti risultati si attendono da processi di degradazione biologica e da metodi catalitici, capaci di eliminare il cloro da queste molecole e di formare prodotti innocui. Nonostante l'introduzione di materiali sostitutivi, la quantità complessiva di PCB utilizzati nell'Industria elettrica è ancora molto alta, per cui è indispensabile che siano disponibili strutture ed esperienze per il tempestivo riconoscimento e dosaggio del PCB e del supertossici derivati nel caso di incidenti, come lo scoppio e l'incendio di un trasformatore. Gian Angelo Vaglio

Persone citate: Gian Angelo

Luoghi citati: Scozia, Torino, Usa