I rappresentanti delle due superpotenze si incontreranno il 12 marzo di Fabio GalvanoEnnio Caretto

I rappresentanti delle due superpotenze si incontreranno il 12 marzo I rappresentanti delle due superpotenze si incontreranno il 12 marzo Usa e Urss si preparano per Ginevra Mosca ha deciso dì «mischiare le carte» fra i componenti della sua delegazione per metpresidente Reagan; «Sono più ottimista dei miei collaboratori» - Il problema principal DAL NOSTRO CORRISPONDENTE legazione americano e per giunta nel settore sul quale il Cremlino Insiste quotidianamente in modo inflessibile. Per quanto riguarda il terzo delegato Urss, al quale è perciò affidato il settore degli euromissili, non ci sono in verità apparenti motivi di speculazione. Aleksej Obuchov ha 47 anni e attualmente dirige il dipartimento Usa al ministero degli Esteri. Era in precedenza assistente di Karpov al negoziato Start. La sua controparte americana sarà Maynard Olitman. Una curiosità: 1 tre sovietici parlano tutti Inglese (anche se poi, nel contatti ufficiali, non ne fanno uso); dei tre americani, nessuno sa il russo. DAL NOSTRO CORRISPONDENTE re se stesso, oltre che gli altri, ha osservato: «Non sono euforico ma sono più ottimista dei miei consiglieri: dopotutto è la prima volta che i sovietici accettano Videa di tagliare gli arsenali atomici, e ami di eliminarli in prosieguo di tempo». Il presidente ha ammesso però di non sapere se l'eventuale scomparsa di Cernenko dalla scena politica influirebbe negativamente sulle trattative. Per nessun motivo, comunque, la superpotenza rinuncerà allo scudo spaziale o guerre stellari. L'accanimento sovietico contro di esso la allarma sempre di più. Nell'articolo scritto sul New York Times insieme con l'ex consigliere del presidente Carter, Brzezinski, Campelman ha to un articolo per li New York Times, mettendo in dubbio la possibilità «di un autentico successo nel campo del disarmo». La cautela americana non nasce solo dall'esperienza: per la firma del Salt-2, il patto sulla semplice limitazione, non la vera riduzione degli armamenti, occorsero ben sette anni. Essa è dovuta anche alle controversie che circondano 11 progetto dello scudo spaziale o delle guerre stellari come viene popolarmente chiamato: lo stesso Reagan, intervistato l'altro Ieri alla radio, si è limitato ad affermare che nel corso del prossimo quadriennio gli Stati Uniti faranno del loro meglio per raggiungere un accordo. Quasi a incoraggia¬ MOSCA — Annunciata la data del negoziato con gli Stati Uniti, e resa nota la composizione dell'equipe sovietica, Mosca ribadisce attraverso tutti i suoi mass-media quale deve essere l'obiettivo principale della trattativa — l'alt alle armi spaziali — ma non rivela la sua strategia al tavolo di Ginevra. Le possibili Intenzioni del Cremlino emanano tuttavia dalla scelta stessa dei suoi delegati Viktor Karpov, Julij Kvltsinskij e Aleksej Obuchov. Il giudizio, non unanime ma abbastanza diffuso, è che la leadership sovietica abbia giocato con molta abilita le 6ue carte, anzi le abbia rimescolate in modo tale da rendere 11 negoziato più difficile per gli americani ed esercitare un maggiore controllo sull'andamento del difficile dialogo. Viktor Karpov, 56 anni, è stato nominato capodelegazione. La scelta appare quasi d'obbligo. Egli ha infatti alle spalle una lunga carriera di negoziatore nel campo degli armamenti strategici: collaborò alla stesura del Salt-1, nel 1972, fu per l'ultimo anno a capo della delegazione sovietica che nel 1978 concluse il Salt-2 firmato da Carter e Breznev e mai ratificato dal Congresso americano, successivamente (1982-83) guidò 1 sovietici ai negoziati Start affossati dal Cremlino poco dopo il fallimento di quelli sugli euromissili. La persona giusta, quindi. Ciò che colpisce è che egli, come capodelegazione, non si occupi del ramo su cui 1 sovietici puntano maggiormente, quello delle armi spaziali, bensì — come in passato — di superarmi strategiche. Un fatto del genere non può essere casuale; non in Urss. Le spiegazioni che forniscono esperti occidentali, nell'ovvio silenzio delle fonti sovietiche, è che scegliendo un capo delegazione le cui competenze dirette sono diverse da quelle del capo delegazione americano (Max Kampelman si occupa infatti di armi spaziali e non di superarmi strategiche), 11 dialogo diventa più laborioso, ma anche più controllabile. In altre parole, dice la Mosca della diplomazia occidentale, il Cremlino potrebbe essere in grado — attraverso Karpov — di frenare 11 negoziato sulle armi strategiche se riterrà Insufficienti i progressi nel campo delle armi spaziali. Sarebbe questo, si dice, un modo concreto per attuare il monito espresso due settimane fa da Oromyko, e cioè che senza un accordo in merito alle «guerre stellari» qualsiasi altro progresso sarebbe vano. Per questi motivi, dopo avere rinunciato a una sede alternativa la quale avrebbe segnato In modo più esplicito la diversità fra questo negoziato e quelli interrotti nel novembre 1983, Mosca avrebbe rinunciato anche a diversificare il ruolo principale di Karpov (a differenza di quanto hanno fatto gli americani, i quali hanno assegnato soltanto una consulenza a Nitze e a Rowny). La controparte diretta di Karpov sarà quindi l'ex senatore del Texas John Tower. Il capodelegazione americano si troverà Invece, nel settore della armi spaziali, di fronte a Kvltsinskij. E anche questa è una scelta che sorprende. Era diffusa, in ambienti occidentali, l'ipotesi che Kvltsinskij fosse «in disgrazia»; ipotesi che ora i fatti smentiscono. Ha appena 48 anni, e ciò ne faceva una «stella nascente» quando, nel 1981, gli fu affidata la guida della delegazione sovietica al negoziato Inf (euromissili). Indiscrezioni raccolte in ambienti sovietici indicavano tuttavia che egli era incorso nelle ire del vertice per la famosa «passeggiata nei boschi» con l'americano Nitze, quando essi misero a punto un'ipotesi di accordo che poi né Washington né Mosca ritennero di poter accettare. Il Cremlino, si diceva, lo aveva accusato di avere assunto iniziative al di là del suo mandato; si diceva anche che i suoi rapporti con Karpov non fossero fra i più facili, che anzi fra 1 due vi fosse stato più di uno scontro. Sta di fatto che 11 7 e l'8 gennaio, quando Oromyko incontrò Shultz, anche Karpov era a Ginevra; lui, Kvltsinskij, no. Ora ricompare, proiettato In un ruolo di primo plano in quanto discute faccia a faccia con il capode¬ NEW YORK — Dai commenti di Reagan, dei consiglieri e del suol negoziatori, a quarantotto ore dall'annuncio della ripresa delle trattative sul disarmo a Ginevra il 12 marzo venturo una cosa appare certa: che gli Stati Uniti non sono fiduciosi di concludere un accordo con l'Urss prima della fine del mandato del presidente, cioè deH'68. Paul Nitze, il braccio destro di Shultz, che negoziò per due anni.la riduzione delle armi di teatro, ha svelato in che cosa consiste esattamente il piano americano, e ha aggiunto: «Non posso dire che le prospettive di una intesa siano molto buone». E Max Campelman, che guiderà le tre delegazioni Usa, ha scrit¬ Fabio Galvano ttere in difficoltà gli le resta quello delle sottolineato che il progetto ••contempla esclusivamente armi difensive» e si è chiesto perché l'Urss insista su armamenti «destinati all'aggressione». Inizialmente contrarlo allo scudo spaziale, il Congresso incomincia ora ad appoggiarlo proprio per questa ragione. L'influente capo della commissione delle forze armate alla Camera, il democratico Les Aspin, ha indicato che preferirebbe bloccare o revocare il programma del supermissile MX, un'arma di attacco, anziché quello delle guerre stellari. La scelta di Campelman a capo delle tre delegazioni, e in particolare come negoziatore per lo scudo spaziale, risponde alla logica di questa convergenza incipiente tra il americani - Il guerre stellari governo e l'opposizione all'interno degli Stati Uniti. Campelman è infatti un democratico, a differenza dell'ex senatore Tower, che tratterà sul secondo «cesto», quello dei missili balistici intercontinentali, e che è un repubblicano. La sua scelta risponde anche a un'altra logica: quella della tutela degli interessi degli alleati. Campelman ha già guidato la delegazione Usa alla conferenza di Madrid sulla sicurezza europea, e ha voluto essere affiancato come negoziatore per gli euromissili, il terzo «cesto», da un diplomatico di carriera, Glitman, 11 vice di Nitze ai colloqui ginevrini dell'82 e dell'83. Ennio Caretto