Morì cieco in un manicomio delFUrss

Morì cieco in un manicomio delFUrss Morì cieco in un manicomio delFUrss Shalamov, la colpa di essere un poeta Un milione di fedeli presenti ieri alla Messa di Giovanni Paolo II a Caracas II Papa da due giorni in Venezuela Fide! Castra: « Vorrei incontrarlo» Perseguitato dal regime, trascorse vari anni in Siberia e finì i suoi giorni dimenticato da tutti - Il dramma dei lager sovietici .Nei suoi Racconti della Kolyma il lettore avvertirà più esattamente lo spirito spietato dell'Arcipelago e il limite della disperatone umana*: cosi di Varlam Shalamov scrisse Solzhenitsyn nell'introduzione al secondo volume àeiYArcipelago Gulag. Shalamov è l'ineguagliabile poeta della Kolyma, il «crematorio bianco» nell'estremità nord-orientale della Siberia, l'ultimo cerchio dell'inferno concentrazlonario, il sinistro Klondike russo dai filoni d'oro Inesauribili. I suol cento e più Racconti, inediti in Urss per l'orrore che desta la registrazione profonda, scarna e impietosa del mondo dei lager, hanno avuto all'ovest una risonanza incomparabilmente inferiore al loro valore letterario e documentario. Solo alla fine degli Anni 70. in Inghilterra, la casa editrice Overseas riusciva a pubblicare in russo la più ampia raccolta di quei racconti, fino ad allora distillati numero per numero da una rivista russa di New York. *Novyj Journal-. In Europa uscivano traduzioni largamente incomplete: addirittura, l'editore francese Gallimard pubblicò una assai parziale raccolta storpiando il cognome dell'autore. Destino doppiamente tragico quello di Shalamov: prima per i vent'anni trascorsi, come .controrivoluzionario trotskista-, nei lager della Kolyma. veri campi di sterminio dove ogni giorno tra il 1937 e il 1939 si moriva a migliaia. 'Come le mosche*, poi perché, dopo un'effimera speranza di far conoscere in patria la propria opera di narratore e testimone del Gulag (ebbe maggior fortuna in Urss come poeta: tra i suoi estimatori Pasternak), si vide preclusa ogni via di pubblicazione in Urss, non fu pubblicato in modo soddisfacente all'ovest, infine, fu costretto dai burocrati dell'Unione degli Scrittori a ripudiare i propri racconti con una penosa lettera apparsa sulla -Literaturnaja Gaeeta* (15 febbraio 1972). Trascorse oscuramente gli Anni 70, isolato dal mondo letterario ufficiale e da quello del dissenso: ebbe vicini pochissimi amici, tra cui la vedova del grande poeta russo Mandelshtam (la cui tragica morte in un lager di transito è descritta da Shalamov nello straziante racconto Cfierry Brandy): Nadezhda Jakovlevna, autrice di due importanti volumi di memorie oUll'epoca staliniana. Shalamov visse crucciato dal mancato riconoscimento del suo valore e minato nel fisico e nello spirito dalle terribili prove subite nella sua vita (fu arrestato per la prima volta nel '29 e scontò tre Dal 25 novembr anni di .campo»; nel '37. di nuovo arrestato, fu deportato alla Kolyma,-dove restò fino al '56). Poche sono le notizie sui suoi ultimi anni di vita e sulla sua morte, annunciata il 27 gennaio 1982 dalla -Literaturnaja Gazeta* in un necrologio in cui si leggeva che «il1 noto poeta Varlam Shalamov era morto dopo lunga e penosa ynalattia». Adesso, in un articolo apparso sull'ultimo numero della rivista bimestrale -Russia Cristiana», Julija Vishnevskaja (tra le animatrici del femminismo cristiano russo, già detenuta nei lager, ora esule in Occidente) ricostruisce la fine tristissima del poeta. Shalamov mori il 17 gennaio '82: tre giorni dopo essere stato trasferito da un istituto per invalidi e anziani nell'internato n° 2 di Mosca per malati mentali cronici. Già all'inizio del 1980 Shalamov era completamente cieco e sordo, soffriva di gravi disturbi del linguaggio: sin dall'estate del 1981 l'amministrazione del gerontocomio in cui si trovava aveva tentato di collocarlo tra gli psicopatici. La Vishnevskaja cita la testimonianza di un letterato sovietico, considerato il maggior specialista di Mandelshtam. Aleksandr Morozov. Questi visitò regolarmente Shalamov negli ultimi due anni della sua vita. Più che settantenne (Shalamov era nato a Vologda nel 1907), lo scrittore alternava momenti di lucidità ad altri segnati da turbe psichiche «sindromi da lager»: rifiutava la biancheria del letto; portava sempre un asciugamano legato attorno al collo; non voleva mai uscire di casa e guardava con paura a qualsiasi cambiamento delle sue poche, essenziali abitudini. AH'ottobre-novembre '80 risalgono gli ultimi versi di Shalamov dettati agli amici: riviste che avevano già pubblicato in passato sue poesie rifiutarono di pubblicarli: i redattori vi trovarono -segni di alienazione*. - Versi straordinari* — li giudicò Morozov. critico esperto e finissimo. Nel marzo dell'81 a Shalamov fu assegnato il premio della libertà da parte del Pen Club: iniziarono allora le pressioni per farlo trasferire in un manicomio; il direttore dell'istituto per vecchi, tale Seleznev. fece capire ad un'amica di Shalamov che *i compagni del Kgb si stavano interessando di lui- (della salute del poeta si informava anche Evgenij Evtushenko). Alla fine, nonostante le promesse di funzionari del Fondo Letterario, il poeta venne ricoverato in manicomio. In quegli stessi giorni — scrive la Vishnevskaja — - la sua biblioteca fu saccheggiata e e air8 dicembre Il pontefice, che potrebbe accogliere l'invito del presidente cubano fra un anno, ha dedicato la prima omelia della sua visita in America Latina alla condanna della contraccezione, dell'aborto e del divorzio - Ai diplomatici un appello a evitare «vie traumatiche» per risolvere i contrasti ne al milione e mezzo di fedeli. Per la Chiesa e il Venezuela è una domenica storica. Frattanto da Quito in Ecuador, dove il Papa si recherà nei prossimi giorni, è giunta la notizia che una quarantina di stranieri, fra i quali alcuni turisti italiani, sono bloccati da sabato alla frontiera meridionale del Paese in attesa di un rigoroso controllo dei documenti personali. La maggioranza delle persone fermate sono dirette a Quito dove dovranno imbarcarsi per i rispettivi Paesi, secondo quanto è stato reso noto. La polizia di frontiera ha precisato che l'ordine di impedire l'accesso dei turisti alla capitale è partito da Quito, nell'ambito delle misure di sicurezza adottate in vista della visita del Papa. Le autorità di Huaquillas — località al confine con il Perù — hanno riferito che un funzionarlo del ministero degli Esteri si trova da ieri mattina sul luogo, per controllare i documenti dei passeggeri. A Quito, le autorità hanno confermato la chiusura delle frontiere. l'intero suo archivio fu trasferito nell'archivio centrale di Stato per la letteratura e l'arte-. Un'amica del poeta. Elena Chinkis. andò a visitare Shalamov proprio il giorno della morte: -Nella corsia a otto posti Shalamov era a letto e rantolava... In quei giorni, ormai, non lo curavano più. Shalamov mi riconobbe, si rallegrò, ma ormai non diceia più niente. Rimase cosciente fino alla fine. La morte sopraiyvenne alle sei pomeridiane*. Circa 150 persone parteciparono alle esequie religiose nella chiesa di San Nicola in Mosca: nessuna personalità ufficiale vi partecipò. L'articolo della Vishnevskaja aggiunge l'ultimo tassello a quel tragico mosaico che è la vita di Shalamov: la testimonianza di questo grande scrittore russo aiuterà a ricostruire un'epoca, quella del Gulag, che non si arresta ai tempi di Stalin né ai confini della Kolyma. entrata com'è persino tra le mura di un ospizio, per vendicarsi di un poeta. CARACAS — Seconda giornata della visita di Giovanni Paolo II in Venezuela, dove il Papa si tratterrà fino a domani. Il Pontefice era atterrato sabato alle 15,55 ora locale (20,55 ora italiana) a Caracas, dove è stato salutato ai piedi della scaletta dell'aereo dal capo dello Stato, Jaime Lusinchi, e dal cardinale José All Lebrun Moratìnos. Ieri, davanti a più d'un milione di persone in una «Messa per le famiglie» all'aperto, il Papa ha esortato gli sposi ad una procreazione «totalmente responsabile, per giungere a decidere anche il numero dei figli e il loro distanziamento». In pari tempo ha fatto appello «a lottare contro la piaga del divorzio che rovina le famiglie ed incide tanto negativamente sull'educazione dei figli», ma anche contro l'aborto e l'eutanasia, affermando che la Costituzione del Venezuela «è ben chiara e giusta in proposito». L'appello del Pontefice, fatto con una decisione e una precisione mai usate prima, a «paternità e maternità pie¬ circa l'ipotesi di «vie traumatiche». Viene intanto accolta con favore, anche nell'ambiente ecclesiastico, un'affermazione di Fidel Castro, riferita dai vescovi statunitensi in visita a Cuba, secondo la quale il capo dello Stato cubano è pronto ad incontrarsi col Papa, a Cuba o a Roma. Auspicio distensivo, oltre che possibile annuncio di sosta papale a Cuba, forse nel giro di un anno, in un nuovp viaggio, atteso in Colombia e altri Paesi dell'America Latina. Il Papa, visibilmente stanco al termine della lunga Messa di Caracas, ha proseguito 1' intenso itinerario senza modifiche. Un brevissimo riposo nel pomeriggio lo ha parzialmente ristorato: poi é salito in aeree e si è portato a novecento chilometri dalla capitale, a Maracaibo. Qui, nel tardo pomeriggio — quando in italia era ormai quasi mezzanotte — era in programma la Messa vespertina, un'altra dura prova per la macchina organizzativa della visita papale. Anche a Maracaibo infatti, nella località denominata «Grano de oro», si prevedono dal milio¬ va alla memoria narrazioni bibliche, mentre la tv locale trasmetteva, per l'intera nottata e fino all'arrivo del Pontefice, le scene dei pellegrini che confluivano, a piedi, verso la «valle del Papa». Una lenta marcia, cominciata al tramonto, nel freddo umido dell'altopiano tropicale: in un confluire di processioni venivano da tutte le strade di provincia vecchi dal passo incerto e bambini insonnoliti, uomini a piedi nudi che trascinavano catene messe sulle spalle per penitenza, donne con fagotti e mazzi di fiori, padri coi piccoli in collo, tutti verso i settori assegnati. La folla che ascoltava il Papa, povera e dalla pelle abbronzata, ha dato un'immagine, travagliata e piena di attese, dell'America Latina che l'ospite ha definito «il Continente della speranza». Il Papa era giunto nella vallata con una mezzora di ritardo, verso le dieci, dopo essere stalo svegliato alle sette da un coro di ragazzi nella palazzina della Nunziatura e dopo aver salutato, in un teatro, 1600 polacchi, ebrei e cri¬ stiani, emigrati in Venezuela per tre generazioni. Prima di partire In aereo per Maracaibo, il porto petrolifero sul Caraibl dove lo attende un'altra Messa all' aperto e dove pernotterà, il Pontefice ha incontrato 1 diplomatici a Caracas, riaffermando l'invito, già fatto due settimane fa in Vaticano, a rinsaldare i legami tra i popoli «con i mezzi della persuasione e del ricorso alle forze morali», aggiungendo: «Perché i rapporti internazionali favoriscano e consolidino una pace giusta, è necessaria anche reciprocità, solidarietà e collaborazione effettiva». Inoltre «i diritti dell'altra parte vanno sempre riconosciuti su un piano di eguaglianza e rispetto», mentre per i massimi problemi è necessario «il ricorso ad accordi, trattati e soluzioni di pace, evitando sempre vie traumatiche per la pacifica convivenza e la vita delle persone». Nel Venezuela, protagonista del gruppo di Contadora impegnato nello sforzo di pace in Centro America, è significativa la diffida papale namente responsabili» è stato subito dopo temperato dal monito ad usare metodi approvati dalla Chiesa: perché, ha affermato Giovanni Paolo II, «la contraccezione e la sterilizzazione per Imi contraccettivi sono sempre gravemente illecite». Egli ha quindi richiamato all'osservanza dell'enciclica «Humanae Vitae» di Paolo II. per la quale «ogni atto matrimoniale deve essere aperto alla trasmissione della vita». Applausi di vari settori della folla hanno interrotto di tanto in tanto il discorso. Agli sposi cattolici il Papa ha poi raccomandato d'essere sempre «coscienti della loro altissima missione», esortandoli a «farsi guidare dalla coscienza» e ad educare con attenzione i figli .nella morale e nelle esigenze della vita cristiana». Un enorme pellegrinaggio per tutta la notte aveva preceduto l'eccezionale raduno di folla che ha accolto il Papa nella vallata di Montalban, una vasta pianura dove si giocherà la prossima espansione urbana di Caracas. Lo spettacolo della folla riporta¬ Piero Sinatti