Un po' di ottimismo dietro l'angolo del computer

Un po' di ottimismo dietro l'angolo del computer Un po' di ottimismo dietro l'angolo del computer La rivoluzione tecnologica esalterà nuove professioni Tute blu e colletti lavoratori a bassa DAL NOSTRO INVIATO MILANO — La grande clttft è 'matura-: invecchia e si consegna alla decadenza se non si riprogetta, con 1 grandi centri direzionali e i poli della terziarizzazione al posto delle fabbriche chiuse o decentrate, nuove figure professionali che compensano parzialmente la disoccupazione tecnologica. •// rischio è forte per Genova. Anche Torino può correrlo; sostiene l'economista Mazzocchi, uscendo da un convegno sul futuro del lavoro nella metropoli organizzato nel quadro del ^Progetto Milano; uno studio condotto dall'Irer (Istituto regionale di ricerca) in collaborazione con le università e le organizzazioni imprenditoriali lombarde. Oltreoceano il lavoro strettamente impiegatizio, di routine, tende ad essere sostituito dalle nuove tecnologie e i -colletti bianchi' diventano figure di alta specializzazione. Milano guarda a New York e a Los Angeles e cerca di americanizzarsi. Dice il prof. Mazzocchi: «Si va verso la concentrazione nell'area urbana di gruppi sociali sempre più lontani tra di loro: da una parte dirigenti, professionisti e tecnici ad alto livello, dall'altra i lavoratori dei fast food, dei servizi di vigilanza, di assistenza a bassissimo contenuto professionale'. Le previsioni per i prossimi dieci anni indicano oltre 400 mila disoccupati in più nell'intera regione (con un saldo negativo meno consistente per Milano per gli effetti del decremento demografico), ma il «Caso americano», il liberismo e la deregulation autorizzano gli economisti ad aggrapparsi a quel modello. La speranza l'ha incoraggiata al convegno dell'Irer il prof. Kutscher, direttore del Programma per lo sviluppo delle proiezioni econometriche del Bureau of labor statlstics di Washington.'. A Milano l'economista è venuto a ricordare che negli Stati Uniti i posti di lavoro aumenteranno di 23-25 milioni entro il 1995 e che «so/o «no su sei dei nuovi occupati lavorerà nell'industria». Gli scenari che ha delineato segnano lo sviluppo dell'occupazione nel settore privato che passerà daU'61,8 all'84,5 per cento del totale dell'occupazione e descrivono linee di tendenza su cui .in Italia si è già cominciato a riflettere»; i servizi assorbiranno il 75 per cento dello sviluppo occupazionale e, in particolare, quelli offerti alle aziende (consulenza, vigilanza, elaborazione dati per conto terzi) calamiteranno un terzo delle nuove possibilità di lavoro. <./7i Italia i modelli di job forecasting, di previsione delle nuove professioni — sottolinea il prof. Mazzocchi — sono molto statici. C'è bisogno di un grande mercato delle idee, di progetti...». Nella sua relazione al convegno ha insistito sul nodo della dinamicità: 'In molti campi, due o tre persone, con un piccolo ammontare di capitale, possono concepire un nuovo prodotto o un nuovo servizio ed entrare in affari in poche settimane. Una conseguenza di questa situazione è l'aumento del tasso di creazione di nuove imprese. Le città e le metropoli che hanno affrontato con maggior successo la loro fase di transizione si distinguono da altre proprio per un più elevato tasso di natalità delle imprese e non per il contrario». Il riferimento a Milano è evidente. VAmerica, però, è ancora molto lontana: le stime del Bureau of labor statistics segnalano una ripresa dell'occupazione in tutti 1 settori (fuorché in quello dell'agricoltura), con punte di vitalità per alcuni servizi impensabili da noi allo stato attuale. I tre nuovi milioni di posti di lavoro (dei quali 500 mila riservati a medici e dentisti) nella sanità sono eloquenti: non per le cifre in sé, quanto per il sostenuto indicatore di crescita che evidenziano. Kutscher: 'Già nel 1982 erano un milione e settecentomila gli addetti impiegati nella riabilitazione dei tossicodipendenti e degli alcoolizsati, nelle organizzazioni sanitarie a carattere associativo». Ecco dove va 11 terziario dei servizi. «Inventare, avere fantasia», ripete Mazzocchi senza dimenticare la condizione stne gua non: »La flessibilità del mercato e del tempo di lavoro». La vera crisi dell'occupazione, ricorda, sprigiona dalle scelte delle grandi imprese industriali " il vero bianchi in via di estin qualificazione - Fine nodo non dipende dal possibile spostamento di occupazione dal settore manifatturiero a quello dei servizi, ma dal trasferimento del contenuti del lavoro dalla destrezza manuale all'uso del cervello e quindi anche della fantasia. SI ritorna a guardare all'America: oltreoceano nel 1990, secondo una ricerca della *Cetron <£■ Apple», le »tute blu» occuperanno solo uno su cinque del posti di lavoro esistenti ed entro il Duemila il terziario avrà assorbito il 90 per cento dell'occupazione. In questo scenario nasce e si sviluppa un ceto sociale emergente, la «ivorld class», suggerisce la definizione dell'economista statunitense L»e perdite e i r zione: al loro posto te del lavoro ripetitivo - Alicia Pagano: ha caratteristiche comuni oltre i confini nazionali e continentali ed è dotato di una cultura costruita sulle nuove tecnologie che hanno accelerato la comunicazione Aggiunge la ricercatrice: -Il tipo di preparazione è di alto livello, deve avere basi solide ed essere anche trasferibile in altre professioni, considerando che la durata massima di un lai'oro è mediamente calcolata in 5 anni». Da qui l'importanza che la formazione assuma un'impostazione precisa: meno nozionismo e più attenzione per i meccanismi del funzionamento del pensiero. Ma il nodo più «duro* posto dal convegno di Milano rima¬ ricavi dell'84 resi cnici specializzati e Premiati i creativi ne quello dei riflessi che emergeranno dalla forbice crescente tra i gruppi sociali in una struttura dell'occupazione caratterizzata dallo sviluppo delle professioni più e meno qualificate, con in mezzo la caduta del 'middle management» e della piccola borghesia nel tessuto urbano. Conclude 11 prof. Mazzocchi, che ha posto il problema: 'Una tale divisione potrebbe stravolgere la distribuzione personale del reddito all'interno della metropoli e provocare, insieme a nuove tensioni, difficoltà anche al sindacato che, almeno in Italia, è ancora troppo legato agli schemi e al comportamento tipico del sindacato dell'indu¬ stria» Alberto Gaino noti da de. comunisti e missini

Persone citate: Alberto Gaino, Kutscher, Mazzocchi