Globi ad Amadeus

Globi ad Amadeus Globi ad Amadeus Morto Kenny Clarke stimoni del dramma della Cambogia, una pellicola che proprio in queste settimane è tornata, per il tema proposto, di scottante attualità. Dopo aver ottenuto sei nomination ex aequo con -Amadeus», -The killing fields», riesce a strappare soltanto un unico -Globo d'oro» con Haing S;Ngor. premiato quale miglior attore non protagonista. Nel film il dottor Ngor è un reporter cambogiano. Ma l'autentica sorpresa della serata! è indubbiamente Dudley Moore. Il piccolo e simpatico attore inglese si laurea il numero uno dei protagonisti di un film brillante bruciando sul simbolico filo di lana un lotto di concorrenti quanto mai agguerriti: Eddie Murphy, candidato per -Beverly Hills cop», 11 film che sta battendo in America ogni record di Incasso; Steve Martin, protagonista di -All of me»; Bill Murray, interprete di -Ghostbuster» e Robin Williams, protagonista di -Moscow on the Hudson». Previsioni rispettate, invece, in campo femminile: Sally Fields conquista il -Golden globe» destinato alla migliore attrice drammatica per -Place of the heart- ; Kathleen Turner è consacrata miglior attrice brillante per -Romancing the stone». L'altra sera al -Beverly Hilton Hotel» c'erano tante, tantissime -stelle» per la quarantaduesima edizione dei prestigiosi globi. A festeggiare attori, registi e produttori premiati dai critici cinematografici stranieri ad Hollywood, tra gli altri, Karen Black, Eileen Brennan, Lynda Carter, Faye Dunaway, Elllot Oould, Glenn Ford, Georges Peppard. Ma, premiati a parte, la -vedette- della serata è stata indubbiamente Elizabeth Taylor, insignita del -Cedi De'Mille» per il contributo dato in decenni di attività al cinema. A consegnarle il «CecH De Mille .Aioard» è stata Liza Minnelll mentre sul grande schermo venivano proiettati spezzoni di alcuni del film più belli da lei interpretati. Come era accaduto al suo maestro Jo Jones (che aveva informato tutta una generazione di batteristi) anche Kenny divenne il maestro per tutti 1 drummers che dal '45 a oggi tentano la strada della percussione moderna. Max Roach si definisce suo discepolo; Roy Haynes (tanto per citare trai più grandi) ammette una precisa ascendenza clarkiana nel proprio modo di suonare; BlUy Hlgglns, Lawrence Marable, Nlck Staboulas, chiunque suonasse con due bacchette a New York negli Anni Quaranta e Cinquanta. In Europa il modello Kenny Clarke perseguitò tutta una generazione di batteristi a partire dal 1956, l'anno In cui Kenny decise di stabilirsi a Parigi. Aveva appena abbandonato il «Modem Jazz Quartet» di cui era stato (insieme con John Lewis) 11 fondatore. Quel gruppo era diventato per lui troppo celebre, o meglio, tutto quel successo era stato pagato — secondo Kenny — a un prezzo troppo caro, a scapito della primitiva originaltà. Parigi lo accoglie come un maestro e forse proprio dalla Francia il nome di Kenny Clarke assume a mano a mano quella dimensione storica che non aveva trovato in America. Visse come un principe fra i tanti esuli del jazz. Il primo era stato il vecchio Sidney Bechet, poi era arrivato Bud Powell, poi Lou Bennett. Proprio con Powell, Kenny Clarke stabilisce un sodalizio che fa rivivere nella vecchia Europa 11 jazz di Charlie Parker nella sua veste originale. Un club come il «Blue Note» (proprio dietro i Champs-Elysées) diventa il tempio del jazz parigino e un punto d'incontro per americani ed. europei di passaggio: tutti vi si davano appuntamento per ascoltare Kenny e Bud. Nella sua carriera ha suonato con Roy Eldridge (agli esordi, 1935), con Thelonlous Monk (in epoche differenti), con Dizzy Gillesple, con Charlie Parker, Miles Davis (che lo preferiva a qualsiasi altro batterista). Fu contitolare assieme a Francis Boland di una big band che agiva prevalentemente In Europa. F M Liz Taylor ha ricevuto il « De Mille» BEVERLY HILLS — C'è profumo di Oscar nei -Golden globe- assegnati l'altra notte dai critici cinematografici stranieri di Hollywood ad attori, registi e film. Le previsioni della vigilia sono state soltanto in parte rispettate. -Amadeus-, il film ispirato alle vicende terrene ed artistiche di Wolfgang Amadeus Mozart, ai contrasti ed alle gelosie dilaniami tra il grande compositore e l'italiano Antonio Salieri, conquista per quattro volte il -Golden globe» imponendosi quale miglior film drammatico. Per il miglior attore drammatico, F. Murray Abraham; per la migliore regia è stato premiato Milos Forman, il regista di «Qualcuno i>olò sul nido del cuculo», e per la migliore sceneggiatura Peter Shaffer. Nella sua scia -A passage to India-; la pellicola, liberamente tratta dall'omonimo romanzo di E. M. Forster, che segna il ritorno dopo tredici anni dietro alla macchina da presa di quel grande regista che è David Lean, viene premiata dai critici stranieri di Hollywood tre volte: quale miglior film straniero; per la migliore attrice non protagonista (Peggy Ashcroft) e per 11 miglior soggetto cinematografico (Maurice Harrea). Né David Lean né la Ashcroft erano presenti alla cerimonia di consegna dei premi. Delude parzialmente le attese - The killing flelds», la storia di due giornalisti te¬ PARIGI— Nella notte tra venerdì e sabato, è morto a Monticuil-Sousbois, il jazzman Kenny Clarke per un arresto cardiaco. Aveva settantuno anni. La storia del jazz gli deve molto. I musicisti cresciuti alla sua scuola (ascoltandolo in diretta oppure consumando i suol dischi) gli sono debitori di una lezione che non ha prezzo: 11 buon gusto, la parsimonia del gesto, il tocco elastico, la capacità di fare swing in ogni occasione. Non è stato il più grande" batterista di tutti i tempi ma certamente il più intelligente, 11 più musicale; è 1' uomo che in compagnia di Charlie Parker, Thelonlous Monk e Dizzy Gillesple ha inventato nei primi Anni Quaranta 11 nuovo linguaggio boppistico, la prima fondamentale rivoluzione nel mondo del jazz. Fantasia e facilità inventiva caratterizzavano uno stile dove la scansione quasi eterea del tempo riassumeva le virtù che di norma appartengono alle grandi bacchette direttoriali. Lontano le mille miglia dalla prepotente maestria di un Max Roach, dalla facilità di un Buddy Rich, era invece Kenny Clarke un batterista per musicisti in quanto ai trionfi plateali anteponeva la logica di un fraseggio che mal interferiva con 11 linguaggio del gruppo. Jazz musica collettiva ma non caotica. Jazz musica democratica — come sottolinea il Schuller — nella quale l'opportunità del fatto estemporaneo nasce dal tessuto costruito nella collettività. Franco Mondin!