ORA TRA CRAXI E DE MITA di Luca Giurato

ORA TRA CRAXI E DE MITA ORA TRA CRAXI E DE MITA (Segue dalla 1' pagina) chi lancia allarmi c di chi protesta, lo scontro sulle giunte locali, sul Quirinale c sulle future alleanze di governo sembra prendere il sopravvento sulle manovre antinflazione, sul rialzo dei prezzi, sugli sgravi Irpef e sul come e quando creare nuovi posti di lavoro. I partiti pare abbiano fatto le loro scelte che non escludono i problemi economici, ma in realtà finiscono per relegarli in secondo piano, visto che tutto sembra cedere il passo a un «primato della politica» che, per ora, è più un primato delle dispute di schieramento e delle lotte nel potere locale. Al centro di questa polemica oggi è soprattutto il pei, il quale contrattacca, com'è suo diritto-dovere: «Siamo un partito che non si fa assediare». Al di là delle ironie strumentali di Capanna («11 pei ha ragione: infatti, si assedia da solo») esistono però problemi che bene sarebbe fossero chiariti al più presto da Natta. Il pei ha confermato, a livello nazionale, la strategia dell'alternativa democratica che esclude la de da ogni alleanza di governo. Tale strategia potrà dispiacere ai nostalgici del compromesso storico, che sono tanti anche nella de; sul piano politico, è comunque legittima, se non addirittura suggestiva. L'altro giorno, i comunisti hanno però lanciato una «convenzione permanente» che un dirigente importante come Oc¬ chetto ha definito una «vera rivoluzione copernicana»: il pei, a livello locale, è pronto a accordarsi anche con la de sulla base di un programma comune efficiente e concreto. Per i dirigenti comunisti, la differenza tra la vecchia strategia nazionale e la nuova «rivoluzione» locale è reale e sensibile; anzi, la possibile scella nelle giunte anche a favore della de potrebbe addirittura renderla più evidente. Ognuno è padrone di dire e pensare quello che crede, di fare le scelte politiche che ritiene più opportune». Ieri, De Mita ha nuovamente respinto la «rivoluzione copernicana» con giudizi politici che il pei rifiuta con vigore. De Mita non è solo: con motivazioni diverse, nessun leader, di destra, di contro, di sinistra, ha accettato l'offerta del pei. «Il pei non ha fatto giri di valzer», dice Minucci a Torino attaccando a fondo la de. «1 comunisti oppongono al fronte moderato l'idea di un nuovo modo di fare politica», sostiene Occhetto ribadendo la sua rivoluzione. Martelli ha detto che più che uno scienziato rivoluzionario, Occhetto sembra un aristotelico che gioca con le formule politiche. Quanto a giochi politici, molli leader della maggioranza non sono secondi a nessuno. Se il dibattito sulle giunte dovrà dominare la campagna elettorale, meglio però sarebbe che tutti, copernicani e aristotelici, si chiarissero al più presto alcune idee. Luca Giurato

Persone citate: Capanna, Craxi, De Mita, Minucci, Natta, Occhetto

Luoghi citati: Torino