«La memoria del dolore resterà viva anche se Reder uscirà dal carcere»

«La memoria del dolore resterà viva anche se Reder uscirà dal carcere» «La memoria del dolore resterà viva anche se Reder uscirà dal carcere» Il capo del governo: «Cerchiamo piuttosgiorni» - Un accenno alla situazione merebbe, come invece noi vogliamo, lo spirito della pace — ha detto il presidente del Consiglio — se spingessimo l' osservanza delle sentenze pronunciate e degli accordi internazionali clic regolano questa materia al di là di quanto in esse è scritto e consentito di fare. Sarebbe inumano, sbagliato, diseducati- l>0'. Dopo aver ricordato i drammatici episodi dell'ultimo conflitto mondiale, Craxi ha proseguito: «La cultura di guerra che vogliamo sconfiggere non può più. essere oggi identificata con una vecchia divisa nazista. La memoria delle stragi, del sangue versato, del dolore, del terrore sparsi fra cittadini inermi non ha bisogno di un vecchio chiuso in un castello per essere vii'a negli animi di noi tutti. Cerchiamo piuttòsto di trovare i germi della violenza nelle nostre opere di tutti i plorai, nel nostro linguaggio, nel nostro pensiero e cerchiamo di correggerci'. LUCCA — "Il perdono appartiene al silenzio degli animi e anche quando ha la necessità di manifestarsi, per le conseguenze che ne possono derivare, è opportuno che ciò avvenga nelle forme piii discrete e private. L'Italia ufficiale non ha niente da perdonare all'autore o agli autori di stragi, a coloro che hanno falciato vittime innocenti, a coloro che hanno portato lo spirito di guerra al di là di ogrk legge umana, nel regno della barbarie'. Sono parole del presidente del Consiglio Bettino Craxi. Le ha pronunciate ieri, nella seconda giornata di visita in Toscana, alla Certosa di Farneta, a.pochi chilometri da Lucca. Davanti a una lapide che ricorda l'eccidio di dodici certosini e di 32 civili (trucidati nel settembre 1944 dai nazisti in fuga) e in un'atmosfera venata di commozione, Craxi ha avuto modo di accennare al «caso Reder». «Jo credo che non si farebbe opera di pace, non si confer¬ to di trovare i germi della violenza nelle nostre opere di tutti i economica: «Combatto chi sottovaluta le nostre capacità» E ancora: «Noi vogliamo la pace e ci auguriamo la pace, cosi come auguriamo a voi che nessuna vicenda torni a sconvolgere la vostra vita, a turbare il solenne silenzio del piccolo cimitero di croci, che abbiamo appena visitato. Nella rinnovata concordia fra Stato e Chiesa, nel rinnovato patto di libertà e di collaborazione stretto fra l'Italia e la Santa Sede — ha concluso 11 capo del governo —è implicito il riconoscimento dell'importanza che una nuova spiritualità vivifichi le opere degli uomini, abbia essa o meno il dono della fede-. Nel suo discorso alla Certosa di Farneta, Craxi ha anche ricordato che un certosino, testimone e superstite della strage, autore di una memoria di quel fatti, aveva scritto nel suo racconto: «Chi era quel diabolico sergente tedesco o ungherese che sembrava dirigere e guidare tutta l'impresa? Il nome non 1' abbiamo saputo mal, né ci importa saperlo». Uannuncio del m •Parole semplici e categoriche — ha sottolineato 11 presidente del Consiglio — che mi sembra giusto ricordare mentre in Italia si discute, e ci si contrappone, sulla sorte di un altro autore di stragi, V uomo che ha legato il suo nome all'eccidio di Marzabot- tO'. Ma In questa seconda giornata di visita in Toscana non ci sono state soltanto commemorazioni; Craxi ha anche parlato di economia. Gli amministratori lucchesi hanno fatto presente anche 1 problemi occupazionali e produttivi della zona, e il capo del governo, prendendo spunto dal loro lpterventl,.ha ribadito lC'llnee e gli orientamenti espressi l'altro ieri a Pisa sull'attuale stato dell'economia. Dlscostandosi per larga parte dal testo scritto, e parlando a braccio, ha sottolineato di non aver detto che I' economia si era fermata, ma che lo sviluppo doveva continuare e che era negli obbiet¬ ministro Romita tivi del governo utilizzarlo per combattere la plaga della disoccupazione. Abbiamo avuto nel 1984 — ha osservato — il più forte sviluppo verificatosi in un paese industriale del mondo, dopo Usa e Giappone. •All'inizio dell'anno facemmo una previsione prudente di un tasso di sviluppo sul due per cento. Nei paesi della Comunità il tasso medio è stato del 2,3 per cento; i dati dello sviluppo italiano si attestano attorno al 3,5per cento, superando, con ciò, la media europea. C'è un processo di ristrutturazione tecnologica e di trasformazione del processi produttivi che ridurranno i posti di lavoro, nell'industria'. Dovremo affrontare i problemi sociali che ne derivano e trovare una soluzione a chi resta senza lavoro nel periodo di transizione'. • Quelle che io combatto — ha detto il presidente del Consiglio — sono l'autoflagellazionc e la sottovalutazione delle nostre capacità'.

Persone citate: Bettino Craxi, Craxi, Reder

Luoghi citati: Giappone, Italia, Lucca, Pisa, Toscana, Usa