Il segretario de «sfratterà» Craxi dopo le elezioni di maggio? di Alberto Rapisarda

Il segretario de «sfratterà» Craxi dopo le elezioni di maggio? Il segretario de «sfratterà» Craxi dopo le elezioni di maggio? De Mita rivuole Palazzo Chigi Il psj offre più giunte a cinque Martelli: «Se il plocale» - Occhetto ROMA — La de rivuole la presidenza del Consiglio, dopo le elezioni di maggio. I socialisti puntano 1 piedi ed offrono in cambio più giunte a cinque negli enti locali. Parlando ieri al congresso milanese della de. 11 segretario Ciriaco De Mita ha esposto con franchezza la posizione del suo partito: 'L'attuale alleanza può durare se c'è convenienza tra t contraenti. Altrimenti c'è il dissesto-. Per questo la de vuole essere chiara e dice che «il termine di scadenza (di tre anni - ndr) non è riferito alla presidenza socialista del governo ma alla coalizione': Il messaggio, più clic un avviso, sembra un benservito dato a Craxi con i tre mesi di anticipo di prammatica. Pare quasi che lo scudocrociato, o di dodici certo entapartito si consolid: «Al centro della svolt dopo aver chiesto agli alleati (psl, psdl, prl, pli) un patto di amicizia prima delle elezioni si renda conto di aver ben poche speranze di ottenerlo e ripieghi sulla soluzione di riserva: cambio di guida a Palazzo Chigi. Può darsi che sia solo una minaccia, può darsi che la de faccia sul serio. La verità la si potrà comunque sapere solo quando saranno noti i risultati elettorali. Questa minaccia sino ad ora non aveva spaventato gli alleati, perché tutti erano coscienti che non c'erano soluzioni di ricambio al governo a cinque, da chiunque sia guidato. Ora. però, qualcosa potrebbe cambiare dopo la 'Si>olta copernicana' del pel. La «svolta» prevede di discutere «con tutte le forse de- sini e 32 civili a al centro, si svilupperà anche in sede a copernicana resta la questione morale» mocratiche» i programmi per governare città e regioni. Tra queste forze, è evidentemente compresa anche la de. De Mita aveva dato una prima risposta di netto rifiuto. Poi ci ha riflettuto un po' sopra ed infine ne ha riparlato ieri, con toni meno netti di quelli Iniziali. Respinge ancora la proposta comunista, ma solo perché «nel/a proposta del pei rimane intatta la tentazione di utilizzare le istituzioni per occupare la società. La nostra, invece, è di rinnovare le istituzioni per dare libertà a tutto ciò che cresce all'interno della comunità'. Il segretario democristiano aggiunge tuttavia che -la rivoluzione copernicana' del pei «è importante' quanto meno perché ^prende atto che la società cambia, chiede alla politica di cambiare e vuole che la politica capisca e risolva i problemi veri della società'. Questa apertura che De Mita coglie nella proposta comunista gli fa concludere: •Per questo noi accettiamo l'idea che il confronto tra i partiti vada condotto sui programmi concreti e non sulle demonizzazioni'. E sosteniamo — aggiunge De Mita, quasi a rispondere in anticipo a chi temesse «compromessi» — che un tale «confronto non appanna, ma migliora e rende più visibili le identità di ciascuna forza'. Sebbene contorta e piena di «se», sembra una cauta disponibilità ad ascoltare quel che 11 pel ha di nuovo da dire. A patto che faccia sul serio, pare ammonire il segretario democristiano, insospettito •da questa fioritura di proposte del pel che, nello spazio di venti giorni passa dall'idea di un governo che escluda la de ad un disegno tutto ambiguo, che potrebbe comprendere la de in governi comuni degli enti locali, in una logica però di puro.potere: Anche se i due maggiori partiti italiani non si rivolgono ancora direttamente la parola, sembra già svilupparsi un discorso cifrato. Adalberto Mlnuccl, con Occhetto, cominciano a specificare che al centro di qualsiasi tipo di alleanza in Comuni e Regioni •deve rimanere la questione morale, su cui non siamo disposti a concedere sconti né al psi né alla de». Ironico, l'on. Guido Pollice di «democrazia proletaria» dice che l'opposizione alla proposta del pel «si è dissolta dopo un sol giorno e già tutti si aggrappano alla ciambella di salvataggio lanciata da Natta. E tutti sono ad interrogarsi se e quando il dialogo si riaprirà'. E il segretario di •dp», Capanna, ammonisce il pel: «E' del tutto infantile disgiungere i programmi dalle caratteristiche degli schieramenti'. I socialisti, comunque, non sono certo tra coloro che vedono con favore la «svolta» del pel, e garantiscono alla democrazia cristiana che se lascerà Craxi al governo, otterrà più giunte a cinque negli enti locali. «Se la politica del pentapartito si sviluppa e si consolida a livello nazionale, non potrà che avere un'influenza positiva anche nelle realtà locali', garantisce Claudio Martelli. Più esplicito, il sindaco socialista di Milano, Tognoli,: «E' chiaro che se gli elettori rafforzeranno i partiti dell'attuale alleanza a cinque, aumenterà il numero delle giunte pentapartito'. Alberto Rapisarda

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