Studiosi e teologi invitati a «rispondere» sull'ortodossia

Studiosi e teologi invitati a «rispondere» sull'ortodossia Studiosi e teologi invitati a «rispondere» sull'ortodossia La teologia del Concilia cerca «tempi migliori » Il caso di padre Schimato dal cardinale R Ricordo padre Edward Schillebeeckx iti una giornata bresciana di rimpatriata fra molti amici presso la sua editrice italiana, la Queriniana, con padre Giordano Cabra, padre Resino Oibellini, padre Vittorino Joanncs e altri amici teologi. Schillebeeckx era vibrante ancora dell'esperienza nella stesura, insieme ad altri, del «Nuovo Catechismo» olandese che in quel momento, nel 1967, scatenava speranze da una parte e terrori dall'altra. Fui colpito dalla semplicità, con la quale egli metteva in conto la paura di Roma per quel grande esperimento di pedagogia aggiornata nello spirito del Concilio. 'Aver fede non è non aver inai paura», ci ripetè. -Anche la prima Chiesa, anche Pietro c gli Apostoli, pur avendo fede, ebbero tutti paura. Ma aver fede, essere ortodossi, non significa necessariamente aver sempre, soltanto e di tutto paura. Nessuna cultura sacra o profana, tanto meno una teologia che non sia ibernata, e cerchi in continuità la verità su Dio, è mai stgta figlia della paura,. Già quel giorno Schillebeeckx vedeva i rischi di affrontare quel nuovo discorso del Concilio in termini rigorosi di teologia scientifica: «La teologia è ricerca, ipotesi, lo non intendo occuparmi di scritti non scientifici, specialmente di quelli che rientrano La diplomazia va llebeeckx il cui nome è legato al «Nuovo catechismo» olandese ■ Richiaatzinger per una tesi sull'Eucarestia si è dimostrato pronto all'obbedienza che per la teologia uscita dal Concilio? Si tende a parlare sempre più chiaramente ormai, e proprio al vertice disciplinare e dottrinale dell'istituzione cc: cleslastica, del Concilio come di un incidente da chiudere definitivamente. Già dieci anni fa il cardinale Ratzinger, considerato fino a quel momento progressista quale apparve durante il Concilio, disse e continua a dire che quello del Vaticano II è stato un «ingenuo ottimismo» e che di ..taluni Concilii» rimane solo un «gran niente». Già ritenuto teologo progressista a suo modo, è un pentito anche lui, come già fece il defunto cardinale Jean Daniélou subito dopo il Concilio. L'equivoco sta probabilmente nel dare per asserzioni dottrinali le semplici «ipotesi di lavoro» e di ricerca che sono proprio necessarie ad ogni serio lavoro teologico, e su di esse far calare almeno l'ombra dell'errore e quindi l'ipotesi della condanna. Tutto ovviamente in nome e con lo spauracchio di Satana che tornerebbe a inquinare la Chiesa proprio per gli errori di quei teologi ai quali il Concilio deve la sua novità Ratzinger ha capito che non si può continuare a far tacere dei teologi, sebbene discussi e spesso meritatamente inquisiti, comunque autorevoli e benemeriti, come KUng, Schillebeeckx, o di più giovani come Boffe. se prima non si squalifica e si riduce al minimo il peso del Concilio stesso, il Concilio di Papa Giovanni, della Pacem in terris, della distensione fra errori ed erranti e del dialogo col mondo. Le dichiarazioni di sottomissione di Schillebeeckx esemplari se non altro per la sua umiltà e prontezza d'assenso al momento interlocu torlo di reciproca riflessione da parte sua e della comunicazione vaticana, hanno sor preso anche non pochi suoi amici e seguaci. In una lettera a Ratzinger, il teologo dice: «Ho tenuto conto delle critiche fatte al mio primo libro da parte di storici, di teologi e della sua Congregazione». Per il momento egli obbedisce e promette di espungere dal suo libro in corso di stampa la tesi della validità del sacerdote ordinato eccezionalmente dalla comunità. Ma gli basterà il tempo per salvarsi da censure più gravi? Nazareno l'abbietti vato. Ora si è saputo che Schillebeeckx (contestato da Ratzinger per la sua tesi secondo la quale in caso di necessità anche un semplice cattolico, su decisione della comunità, potrebbe consacrare l'Eucarestia) si è dimostrato pronto all'obbedienza smentendo la propria tesi e riservandosi di darne prova col nuovo libro che sta per uscire su un argomento analogo e integrativo a quello contestato in odor d'errore. Dal nuovo volume egli ha promesso che farà cadere il capitolo sui ministeri già incriminato nella prima opera. Cosi, mentre Roma si riserva di dare un giudizio sull'ortodossia di Schillebeeckx solo dopo aver letto l'opera imminente, l'autore appare in qualche modo in attesa di tempi migliori per tutta la teologia nata dal Concilio, e oggi di fatto sotto inchiesta nel suoi maggiori protagonisti d'allora e di dopo, fra i quali il più noto è H. Kung. Anche Galileo Galilei, nel dramma di Brecht, sotterra le proprie opere contestate dalla Chiesa e formalmente «obbedientissimo in Cristo», rinuncia a difendere sino in fondo la propria teoria scomunicata, in attesa di tempi migliori. Per Galileo i ..tempi migliori» sono venuti proprio per opera di Papa Wojtyla. Ma vi saranno presto «tempi migliori» in questo senso an- nel genere letterario dei libelli e caricature che non hanno nulla di cristiano». Temeva anche i lettori prevenuti, sia alla base che, soprattutto, al vertice. Diceva, come rii>eté più tardi in alcune sue opere: -Nel corso della lettura si possono porre degli accenti dove l'autore non intendeva affatto metterli e poi, proprio in base a questi accenti, si giudica anclie il libro». Se la teologia è ricerca, secondo Schillebeeckx «7iessimo è in grado di scandagliare ciò die per lui, oggi, precisamente significhi il messaggio evangelico, se non in riferimento alla situazione attuale». Ho ripensato a quell'incontro, a questi ammonimenti e a quelle previsioni in questi giorni, apprendendo che il teologo olandese è risultato agli occhi di qualcuno il primo «pentito» aperto e dichiarato fra i più illustri teologi inquisiti dal prefetto dell'ex Sant'Uffizio, il cardinale Joseph Ratzinger. La notizia del suo incontro a Roma, insieme a un maestro generale dell'Ordine Domenicano, padre Damian Byrne, potrebbe far credere, ma solo superficialmente, che Schillebeeckx si è consegnato senza confronti alternativi al verdetto dell'autorità. L'incontro a Roma ci fu 111 settembre scorso, subito dopo quello del brasiliano Leonardo Boffe, ma fu tenuto riser¬ ticana nella situazione internazionale

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