Un solo pugno ha sconfitto Rosi

Un solo pugno ha sconfitto Rosi Un solo pugno ha sconfitto Rosi Perugia. Honeyghan si allontana dopo avere messo ko Rosi Tennis, Torino In settembre avrà I tricolori Malgrado la delusione, l'umbro vuole ritentare la scalata al titolo - Positive le prove di Casamonica, Damiani e Maurizio Stecca dal nostro Inviato GIANNI PIGNATA PERUGIA — Gioie ed amarette per il «clan» Branchini. Nel momento in cui il capostipite Umberto ed il primogenito Giovanni tengono a battesimo positivamente altri due rappresentanti della «cotuta» postolimplca — il medio junior Casamonica ed il massimo Damiani, medaglia d'argento a Los Angeles — la loro soddisfazione per il felice inizio di due carriere è irrimediabilmente guastata dal brutale crollo del perugino Gianfranco Rosi, alla prima difesa del titolo europeo dei pési welters, contro il giamaicano di nazionalità inglese Lloyd Honeyghan. Non c'era bisogno, sabato notte, di questo crudele ko per far scendere il gelo nel nuovissimo Palazzo dello Sport di Perugia per ora privo — per insufficienza di fondi — di un impianto di riscaldamento adeguato ad una serata polare. La folla era comunque ammutolita vedendo crollare il suo idolo, praticamente al primo pugno vero dello sfidante, dopo due riprese di schermarglie. «Non si può dire che abbiamo avuto fortuna, — precisava Giovanni Branchini nei commenti del dopo-match — Il destro di Honeyghan è stato bellissimo, senza dubbio, ma è un colpo trovato, forse irripetibile. Fino a quel momento Rosi si era comportato bene. NeUa seconda ripresa Honeyghan aveva nettamente accusato due destri del mio pugile. Poi è andata cosi... Questo è U pugilato, che ci dobbiamo fare?». Una tesi che Honeyghan, il vincitore, non ha certo condiviso: «Il colpo del ko — ha detto il neo campione d'Europa — lo avevo già in mente dal finire della prima ripresa. Mi ero accorto che Rosi si scopriva nettamente al volto, ogni volta che cercava di attaccarmi col sinistro. Ho visto arrivare U suo pugno, gli ho abbassato U guantone col mio guantone sinistro e contemporaneamente ho fatto partire U destro. Un colpo vo¬ luto e preparato dunque, anche se non credevo che fosse cosi facile.. Rosi, avvilito, vuole comunque ritentare: «Sono stato cosi sfortunato — ha affermato l'ex campione — che la ruota deve pure girare. D'altra parte devo ammettere che di campioni veri ne nasce uno ogni vent'anni. Noi siamo pugili normali, costruiti pazientemente, badando a fare 1 pa3Si giusti. Quando qualcosa va storto, amen». Dall'amarezza per il crollo di Rosi alla legittima soddisfazione per il debutto di Casamonica e Damiani, positivo nel risultato anche se i problemi legati alla diversa mentalità e alle diverse esigenze del professionismo non potevano certamente essere risolti in un mese scarso di preparazione. •Casamonica — così pensa Branchini senior — si è presentato al combattimento essendosi inizialmente preparato per conto suo a Roma per poi concludere l'allenamento a Rimini, sotto la guida di Ghelf i, per una sola settimana. Queste carenze si sono notate soprattutto sul plano deUa mancanza di continuità e deUa scarsa tenuta alla distanza. Ma il ragazzo ha temperamento, carattere, voglia di riuscire. E' solo questione di tempo per inquadrarlo». Litalo-francese Di Ciocco ha comunque reso du¬ Nel campionato di rissimo il debutto del pugilezingaro il cui successo ai punti, senza un arbitraggio un po' a senso unico, avrebbe potuto anche essere discusso. Nessun problema invece per Damiani che, senza strafare, ha liquidato in tre riprese Allou Gobé, un povero negro che — senea conoscere il mestiere — ha scelto la strada del ring per sbarcare il lunario. «In Damiani — ha commentato Umberto Branchini — mi è piaciuta la determinazione con cui si è impegnato per raggiungere una dignitosa condizione atletica. Resta ancora molto da fare, perché Francesco è rimasto troppo a lungo dilettante per poter dimenticare certi difetti che in maglietta potevano essere anche dei pregi. Damiani a volte non affonda 1 colpi, dà l'Impressione di giocherellare sul ring. Da professionista invece si deve cercare di picchiare sul serio». Resta Maurizio Stecca che, al suo terzo match, ha travolto in due riprese l'inconsistente Guillard, rammaricandosi di non aver potuto sostenere un test più impegnativo. Il maestro Elio Ghelfi dice di lui: «Su Maurizio gioco tutto. Penso che sia un grosso talento naturale e per definirlo, un giorno bisognerà scomodare Benvenuti». Troppo entusiasmo forse, ma .Stecchino- è senza dubbio il domani della nostra boxe. di hockey ghiaccio

Luoghi citati: Europa, Los Angeles, Perugia, Rimini, Roma, Torino