« Un atto di pietà» dice il prete che bruciò un feto in canonica di Cinzia Sasso

« Un atto di pietà» dice il prete che bruciò un feto in canonica « Un atto di pietà» dice il prete che bruciò un feto in canonica Il parroco di Cavolanovecchi del paese, poi PORDENONE — La perpetua è Infastidita: 'Io di quel fatto non ho mai parlato con nessuno e non spetta a me parlarne-. Socchiude appena la porta della canonica di Cavolano, provincia di Pordenone, paese di 1300 abitanti, le case raccolte tutte Intorno alla chiesa. «Don Domenico non c'è, è fuori per impegni urgenti con i parrocchiani. Ma io non dirò nulla-. C'è quell'urna di onice, nascosta da qualche parte In canonica, che turba la perpetua. Contiene le ceneri di un feto di circa 4 mesi, bruciato nella stufa a legna che riscalda la casa. L'ha bruciato 11 o l'aveva trovato in un corrile i ha mostrato le ceneri duran parroco, don Domenico Salvador, la vigilia di Natale. Lei sa, e ha visto tutto. In paese gli altri l'hanno saputo la notte di Natale, quando don Domenico ha esposto in chiesa, proprio sull'altare, il vaso di un colore verde trasparente. «C'ari fedeli — ha avvertito — in quest'urna ci sono le ceneri di un feto che ho raccolto in un cortile, dietro una delle vostre case. Un feto che ho cremato sulla stufa della canonica... non lo potevo seppellire-. Adesso, quando la notizia è uscita dal riserbo della chiesa, quando già è finita in un verbale dei carabinieri, don Domenico dovrà riferire tutto al giudice. A cominciare da quella sera del 30 settembre, non appena una voce concitata chiama in canonica e prega 11 signor parroco di raggiungere una casa poco distante. 'Era — racconta don Domenico, 45 anni, trevigiano, due lauree in materie scientifiche, sacerdote da 23 anni e parroco di Cavolano da 7, un altro fratello pure priore — un'infermiera dell' ospedale ' di Saccile. Mi ha detto di aver trovato nel cortile di un'abitazione un feto di circa 4 mesi-. Don Domenico corre e raccoglie un corplclno: .Sarà stato lungo 15 centimetri — racconta —, al momento non ho saputo che fare, l'ho infilato in un sacchetto di plastica, l'ho portato nella casa del Signore-. 'Il giorno dopo — continua don Domenico —, stava cominciando il processo di decomposizione. Ho parlato con alcuni parrocchiani, con i più anziani, i più saggi, poi ho deciso di cremarlo-. Chiede alla perpetua di pulire la stufa, mette il corplclno in una gabbia di ferro, accende 11 fuoco. Poi conserva le - Si è consultato con i te la messa di Natale ceneri nel suo studio fino alla nette di Natale. Perché ha deciso di parlarne in chiesa? Il parroco risponde sereno: «Non rinnego quello che ho fatto, non sfug-. go alle domande... Quella sera della vigilia dopo la strage sul treno Napoli-Milano, dopo i tanti morti innocenti, ho sentito il bisogno durante la predica di chiedere alla gente se per noi la vita umana contava ancora qualcosa. Mi sono rivolto ai parrocchiani, mi sono tolto un gran peso dallo stoinaco, è solo un problema di umanità-, .Perché ho scelto quel rito? Seppellire quel corpo in cimitero — aggiunge ancora il parroco — significava gettarlo in una fossa comune, senza più alcun rispetto. In questo modo ho potuto dimostrargli l'amore dovuto ad un figlio, trattarlo come una persona cara scomparsa prematuramente-. Per 11 codice, la pietà del parroco può chiamarsi distruzione di un corpo di reato. All'origine della vicenda, infatti, c'è sicuramente un aborto clandestino, combinato ih fretta. Ma in paese la gente sta dalla parte del suo «don Camillo»: i tre anziani proprietari del cortile dove è stata abbandonato il feto, 1 catechisti che sono stati Interpellati, la giovane perpetua che adesso preferisce non commentare. Sono alla ricerca, piuttosto, della donna che ha abortito e della «mammana» che l'ha aiutata. Don Domenico ieri ha passato la giornata con i giovani del paese che hanno lavorato sodo per preparare il tradizionale falò dell'Epifania. Oggi, i carabinieri di Cavolano manderanno il rapporto al magistrato. Cinzia Sasso

Persone citate: Domenico Salvador

Luoghi citati: Milano, Napoli, Pordenone