Il «caso» Reder fa discutere di Alberto Gaino

Il «caso» Reder fa discutere Il «caso» Reder fa discutere A Marzabotto la polemica non si spegne Walter Reder farà discutere sino al giorno della sua liberazione: il 15 luglio prossimo, se il presidente del Consiglio non deciderà di anticipare quella data. Sembra Inevitabile, e In sé non sorprende: 11 vecchio criminale di guerra ha firmato massacri orrendi; la sua abiura ideologica è arrivata tardiva e con nuove contraddizioni, dopo anni di polemiche; 1' uomo è rimasto, forse suo malgrado, un simbolo di un passato che non si può cancellare nella memoria collettiva; ha tuttavia trascorso quasi quarantanni In galera. LO SPETTRO DEL '48. Nella fortezza del Maschio Angioino, a Gaeta, dove l'ex maggiore delle SS trascorre gli ultimi mesi della sua detenzione -cautelativa-, arriva molta posta per lui. E, a causa sua, tante altre lettere, a migliaia In queste settimane, vengono recapitate al Municipio di Marzabotto. 'Tutta questa corrispondenza è lo specchio di un'Italia divisa — spiega il sindaco Dante Cruicchi — tra chi ci scrive per solidarizzare con noi, vi sono anche religiosi. C'è chi invece ci insulta e mai si firma. Non le dico cosa riceviamo. Persino minacce... di anonimi e di gruppi neonazisti re era in borghese dalle sigle sconosciute-. Al di là dei fanatismi, ciò che colpisce, stupisce, soprattutto stona è l'appiattimento della questione morale attorno al caso Reder-Marza botto, quasi si fosse esteso 11 contagio di questa strana stagione che cerca di cicatrizzare le ferite in fretta con il pentitismo e con il perdono concepiti e vissuti non tanto come scelte personali, sofferte, interiori, ma piuttosto come processi liberatori, persino dovuti e divenuti rituali. Sicché il dolore pietrificato dei sopravvissuti alla strage riemerge -incomprensiblleper tanti e al no dei superstiti si sostituisce disinvoltamente il si di quanti discettano attorno al Grandi Valori. E un atto amministrativo si trasforma in una nuova questione morale. C'è persino 11 sospetto che dietro le polemiche sul numero delle vittime di Marzabotto riaccese non solo da Reder ci sia un'Italia revanscista. .Pare di essere tornati al '48-, accusa Dante Cruicchi. REDER-STORY .Il tempo vale più di qualsiasi scritto-, conclude il sindaco di Marzabotto. Eppure sembra che i quarantanni trascorsi siano tornati ad essere giorni. La televisione austriaca si è presentata con una sua troupe a Marzabotto per intervistare la signora Lucia Sabbioni, la sola persona che nell'assemblea di otto giorni or sono, senza pronunciarsi apertamente per 11 perdono, aveva distinto tra Reder .che ha fatto quarant' anni di galera- e gli impuniti autori delle stragi sui treni. .Cosa c'è dietro queste polemiche? Solo un caso umano?-, si domanda Cruicchi. Qualcuno ha persino riscritto che l'ex maggiore delle SS si era consegnato volontariamente agli americani .per pagare il proprio debito con la giustizia-. E' stata riesumata anche la tesi della rappresaglia contro la brigata partigiana .Stella Rossa. che agiva sul crinale del Monte Sole e non contro inermi popolazioni civili. Eppure Walter Reder, dal 4 maggio del '44 al comando del 16° Battaglione SS Panzer Aufklarung Abteilung, si era già lasciato dietro di sé, risalendo l'Appennino ToscoEmiliano, una lunga scia di sangue e e di orrori. A Marzabotto la violenza delle SS si tradusse in eccidio. Vent'anni fa Arrigo Benedetti scriveva su .La Stampa- che .l'assurdo sta nell'età di tante vittime. Novantlcinque morti sotto i sedici anni, centodieci sotto i dieci anni, ventidue di due anni, otto di un anno. Morirono Giorgio Benassì di sei mesi, Renzo Bulgari di otto mesi, Teresa Daini di di un mese, Anna Ferretti di trentasei giorni, Giovanni Loffi di ventotto giorni In nome di che oggi si giudicano i fratelli di quei piccoli che non perdonano, non possono perdonare? L'ULTIMA SENTENZA Il 31 ottobre del 1951 (era In carcere dal settembre del '45) Walter Reder fu riconosciuto colpevole dal Tribunale Militare di Bologna dell'«uccistone di circa seicento persone e per i concomitanti incendi e distruzioni di centri abitati-, sparsi tra la Lucchesia, la provincia di Massa Carrara e il territorio di Marzabotto. Condannato all'ergastolo, presentò la prima domanda di grazia nel '49. «£ oggi, che si dice pentito, fa il catasto delle sue vittime-, replica il sindaco Dante Cruicchi. L'ex maggiore deve la commutazione della pena ad un' ordinanza del Tribunale militare di Bari, datata 14 luglio 1980, che considerò, dopo aver definito .occasionale,' la criminalità di Reder, 'il fattore scatenante e contingente della guerra... il particolare stato d'animo in cui détto ufficiale si trovò ad agire durante la marcia a ritroso del suo battaglione e nel corso delle operazioni compiute per ordini ricevuti e nell'imminenza di un'immane catastrofe militare e nazionale-. La liberazione condizionale fu corretta con la disposizione che Reder venisse 'tratte-* nuto, nel suo interesse, quale' internato, per un periodo di S\ anni... salva la prevista possibilità di adottare, da parte del governo, provvedimenti in favore dello stesso prigioniero-. Perché, anziché pretendere il perdono-condono di Marzabotto, non si è ritenuta sufficiente, e solo per l'aspetto umanitario, questa pur discussa soluzione? Alberto Gaino