Quattordicesima udienza dopo la sosta per Natale: alla sbarra ex amministratori e imprenditori

Quattordicesima udienza dopo la sosta per Natale: alla sbarra ex amministratori e imprenditori Quattordicesima udienza dopo la sosta per Natale: alla sbarra ex amministratori e imprenditori Riparte stamane il processa delle tangenti Si paria ancora di intrallazzi e bustarelle Rivoluzionati i piatribunale interrogh j I I I | Riprende il processo. Nella fo Indagini per la m ani della maggior parte degli imputati dopo la deposizione dell'ex assessore Testa - H presidente del gherà ancora gli accusati sui singoli episodi - Si parlerà di nuovo dell'edificio di via Tommaso Grossi 17 to Scicolone, Gatti e Zampini orte del tabaccaio Nell'aula del tribunale di via Delle Orfane riprende il processo contro gli uomini della «tangenti-story». Tornano 1 racconti di Adriano Zampini, grande corruttore j diventato grande pentito; tornano a difendersi i suoi amici di un tempo, precipitati dalle scrivanie di manager della politica ai banchi del tribunale. E' un processo che, in qualI che modo, deve ricominciare I da zero. La tradiceslma udienza, 1' I ultima prima della sospensio| ne di Natale, ha registrato un «colpo di scena» destinato a rivoluzionare i «plani» della maggior parte degli imputa ti. Con maggiore o minore baldanza, avevano respinto A un operaio d le accuse: -Ma quale corruzione? Non solo non ci sono mai state tangenti ma, addirittura, non se ne è mai nemmeno parlato. Niente nei fatti e niente nelle promesse-. Le bustarelle — sostenevano — sono un chiodo fisso di Zampini: l'unico strumento che questo personaggio ha a disposizione per misurare il prossimo. In realtà, l'ex assessore socialista alla Regione Gian Luigi Testa, destinato a diventare il Presidente della Giunta, ha raccontato: -Eravamo in automobile sulla strada per Vercelli. Zampini mi ha detto che ci sarebbe stata una tangente anche per me: 450 milioni. In questi casi un politico si trova in grande imbarazzo perché se rifiuta ella Microtecnica dà l'impressione che l'offerta sia stata troppo bassa. Ho preferito dribblare l'ostacolo e dire: "lasciamo perdere, parliamo d'altro"-. Ma è suiiicicnte per dimostrare che la corruzione e le tangenti non erano soltanto nella 1 amasia di Zampini: stavano, almeno, anche nel discorsi che taceva con i suoi amici politici. Questa deposizione ha frantumato la difesa di chi aveva pensato di far leva su un possibile .modo deformato di vedere la realtà» di questo ex amico diventato spietato accusatore. Non per nulla Adriano Zampini, rendendosi conto che la deposizione dell'ex assessore è un'ammissione e una conferma diretta alle sue la Lancia Delta accuse, ha cominciato a sogghignare. Mentre gli altri imputati alla sbarra non hanno nascosto un pizzico di irritazione: «ma Testa deve essere ammattito...» Per qualcuno queste ammissioni sono una mina vagante. Il tribunale (presidente Capinosi e giudici Trlbisonna e Carpinterl) dovrebbe riascoltare gli imputati sull'.affatre» del palazzo di via Tommaso Grossi 17. Zampini 1" aveva acquistato dal Consorzio Agrario del Piemonte. Spesa? Un miliardo e qualche milione. Ma aveva progettato di rivenderlo alla Regione ricavando due miliardi e 250 milioni. «Ma intendiamoci — dichiara senza mezze misure Zampini — lo ho comperato perché ero certo di vendere». In questa operazione — secondo l'accusa — avrebbe dovuto essere agevolato proprio da Testa. E Testa dovrebbe su questo argomento concludere l'interrogatorio. L'ex assessore sostiene che, in realtà, aveva pensato a quello stabile perché poteva risolvere alcuni problemi della Regione. Addirittura: aveva iniziato la trattativa ed era quasi pronto per l'acquisto. Le difficoltà sono venute in un secondo momento. Testa, a suo dire, per una serie di ragioni, avrebbe cambiato idea e avrebbe rinunciato al progetto. «Non ho fatto cenno di questo a Zampini — ammette — e, standomene zitto, mi rendo conto che posso aver dato l'impressione che la cosa stesse ancora marciando. Per questo, diclamo pure che ho preso in giro Zampini».

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