Unsalario dei giovani?

Unsalario dei giovani? Unsalario dei giovani? (Segue dalla 1* pagina) Che fare, allora? .Incentivare l'occupazione giovanile allargando anche la baie produttiva*. Cioè puntare a una crescita del reddito nazionale supcriore a quella attuale? •Certo. Oggi siamo al 2,8%. Troppo poco per essere ottimisti. La bilancia commerciale è in rosso di 17 mila miliardi, dai primi consuntivi della Banca d'Italia. Il giorno in cui tentassimo di "crescere" di più per offrire possibilità d' occupazione, i conti con V estero si rivelerebbero un vincolo insormontabile alle nostre possibilità d'espansione». Come è avvenuto puntualmente In passato. Perché? •Non sono state rimosse le cause di fondo». Cioè? • Bisogna allargare il reddito senna che ne risenta la bilancia dei pagamenti». Ad esemplo? •L'esempio principe è una vera politica di risparmio energetico, che non abbiamo mai fatto. Quando cresce la produzione sale anche la domanda d'energia, bisogna importarne di più e la bilancia va in tilt. Tutto questo, al 2,8% di crescita, cioè meno della media dei Paesi industriali dell'Occidente». Altri settori d'intervento? « Quello agro-alimen tare, che perde 10 mila miliardi; la chimica fine; oppure le tecnologie avanzate che non riusciamo a produrre in misura adeguata. Tornando ai giovani, la proposta di Gorla può anche andar bene, ma la risposta vera non arriverà da provvedimenti isolati come può essere il "salarlo d'ingresso". Bisogna far crescere l'Ita-Ha non del 2-3, ma del 45%. E per questo servono politiche di medio periodo alle quali, per ora, mi pare nessuno pensi». ROMA — Giuseppe Tambucano, della direzione psl, ha poca fiducia nelle statistiche ufficiali sulla disoccupazione in Italia perché «ci sono troppi disoccupati apparenti: SI augura che «la proposta di Goria, superato lo scoglio della costituzionalità, abbia effetto perché congegnata in modo intelligente». Tuttavia aggiunge subito che «la questione vera è chiarire se ci sono tanti giovani senza lavoro perché il costo di questa manodopera è elevato o per altre ragioni». Se il problema è quello del costo, l'idea del ministro del Tesoro ha una sua validità... • Certamente: riducendo il salario d'ingresso si stimolerebbero le assunzioni. Ma secondo me non si tratta d'una questione di costi. La legge 285 del 77 che prevedeva 850 mila giovani assunti è fallita: si sono avute poco più di 50 mila assunzioni di cui 40 mila nella pubblica amministrazione. Le cause sono altre». Quali? •Primo: la produzione cresce, ma non in modo tale da richiedere un aumento dell' occupazione superiore all'incremento naturale della popolazione. Quindi non si creano nuovi posti. Anzi, nei prossimi 10 anni lindustria perderà 500 mila addetti per innovazioni tecnologiche. Il secondo fattore è la rigidità del mercato del lavoro. Se un' impresa è in difficoltà o deve ridurre il personale per introdurre tecnologie d'avanguardia, non può licenziare e assumere; deve porre i dipendenti in cassa integrazione e, quando ha bisogno di nuovo personale, attingere a quel serbatoio». Riassumendo, stiamo perdendo posti e II mercato del lavoro è troppo rigida Per cui gli Imprenditori difficilmente saranno attratti dallo 'specchietto' del minor costo Iniziale... •Sì. Una soluzione si potrebbe forse trovare nel campo del lavoro sommerso. Ri¬ durre talmente il costo del lavoro dei giovani di prima assunzione così da rendere poco conveniente per gli imprenditori ricorrere al lavoro nero. Ma anche in questo caso ho qualche perplessità perché temo ohe il lavoro nero venga costare, compresi gli oneri, sempre meno d'un salario d' ingresso». Roberto Sellato (Segue dalla 1 ' pagina) L'approssimarsi delle elezioni amministrative renderà più difficile la soluzione anche degli altri problemi in sospeso, perché ogni partito agirà con l'occhio diretto agli elettori, preoccupandosi di evitare decisioni impopolari. Torna alla Camera 11 condono edilizio che ancora non è stato approvato dopo tanto parlare. Ma c'è ben poco accordo tra 1 partiti di governo. Cosi come non è ben chiaro che cosa succederà al nuovo decreto di proroga degli sfratti, visto che contemporaneamente si ripresenterà il problema di indicizzare l'equo canone. I liberali sono in prima fila nel chiedere a Craxi un Consiglio dei ministri per discutere globalmente tutti 1 problemi che riguardano la casa, Sta poi per cominciare 11 dibattito sul nuovo decreto Bulle tv private, e 1117 là Camera emetterà 11 giudizio di costituzionalità sul decreto per gli interventi contro la fame nel mondo. Al lungo elenco dei casi aperti, si può aggiungere la riforma delle pensioni che provoca disaccordo tra tutti 1 partiti di governo e la riforma delle esattorie che contrappone de a psl. Alberto Raplsarda «Stampa Sera» di oggi 7 gennaio 1985 è uscita in 510.185 esemplari STAMPA SERA Michele Torre direttore responsabile Cario Bramerdo vicedirettore Editrice LA STAMPA SpA Presidente Giovanni Agnelli Ammlnlsb-atori: Luca Corderò di Montezemolc Umberto Cutllca Giorgio Fattori Giovanni Giovannini Carlo Masseronl Francesco Paolo Mattioli Sindaci Alfonso Ferrerò (presid.) Luigi Demartini Giovanni Peradotto Direttore Generale Paolo Paloschi Statwlmanlo tlpooraliio La Slamps Vis Marenco 32. Torino Stampa In facsimile: O.E.C. SpA via Ti buri ma 1099, Roma Stampa In Inc-slmite S T S SpA Quinta strada 35. Catania i IBM ZtUl. LA STAMPA SpA. Ragislrailons Tribunal» di Torino n 613rt826 CERTIFICATO N. 7S5 DEL «-12-1SM

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