Obiettivi puntati sull'incontro tra Gromyko e Shultz

Obiettivi puntati sull'incontro tra Gromyko e Shultz Obiettivi puntati sull'incontro tra Gromyko e Shultz Il dialogo allenta la paura Spadolini: Il mio giorno più bello? Quando potrò smantellare i missili Resistenze e diffidenze di ALDO RIZZO E' forse l'incontro più difficile fra i molti, ormai, che hanno costellato l'alterno rapporto Usa-Urss, tra geli e disgeli: perché segue a una fase fredda più lunga del solito e perché non è mai stata cosi complessa la materia della trattativa. Inevitabilmente, sull'una e sull'altra superpotenza pesano più di altre volte problemi e contraddizioni interne, confronti e scontri tra gruppi di opinione e di potere. Cosi, difficoltà soggettive, di parte, si aggiungono a quelle oggettive e complessive del negoziato. Secondo il portavoce della Casa Bianca, si è ricostituito il «consenso bipartitico» sulle posizioni che Shultz esporrà a Gromyko. In realtà la famosa «bipartisanship», che tradizionalmente sorreggeva le grandi scelte americane di politica estera, non si è mai ricomposta pienamente dopo la storica crisi del Vietnam, come ha sottolineato più volte Kissinger. Non solo, ma segni vistosi di dissenso, o almeno di una pluralità di opzioni, si sono manifestati dentro la stessa Amministrazione Reagan. Ciò ha indotto e indurrà il Presidente a uno sforzo costante di compromesso, che può non coincidere con una limpida linea negoziale. Inoltre, non è mai venuto meno in America il peso di audio che Eisenhower, alla scadenza del suo doppio mandato, definì polemicamente il «complesso railitare-indu--.. striale», cioè quell'insieme di settori economici, militari e politici, che cumulando motivi di sicurezza strategica con interessi industriali incoraggia la corsa agli armamenti piuttosto che una loro riduzione. E questo è tanto più vero quando la corsa è alle nuove e sofisticatissime armi spaziali, il cui primo «budget» è pari a quello che permise la conquista della Luna. Naturalmente i sovietici negano che qualcosa del genere esista anche nelrUrss. Ma esiste, sia pure nei modi specifici di quel sistema. I baroni di Stato dell'industria pesante si sono sempre alleati con gli alti gradi militari, enfatizzando le esigenze di sicurezza del «primo Paese socialista» e indirettamente tutelando le loro posizioni di potere. Ed è più che mai oscura la «linea» complessiva dell'Armata Rossa, tra la destituzione mai chiarita del maresciallo Ogarkov e il ritorno di un militare puro al ministero della Difesa, dopo la lunga parentesi del «civile» Ustinov. Quanto al «consenso bipartitico» questo, si, è un problema che non si pone ncll'Urss, visto che il pluralismo politico non è congeniale al Soviet Supremo. Ma, in un certo senso, il secondo partito è lo stesso «complesso militare-industriale», in una dialettica che non trova sbocchi pubblici, e ha invece una sintesi autoritaria nel chiuso del Politburo. Usa e Urss, comunque, si ritrovano al tavolo del negoziato con questi complessi retroterra. Portare avanti il dialogo, come tutto il mondo si aspetta, significa per ciascuno dei due governi venire a capo di resistenze e diffidenze tenaci ed estese, vincere o semplificare gli interessi compositi e spesso contraddittori della loro natura «imperiale». Che uno dei due «imperi» sia anche una democrazia e l'altro no, fa certo molta differenza; ma su entrambi grava una responsabilità supcriore, quella di evitare, nel rispetto dell'equilibrio strategico, uno spreco di risorse che sarebbe forse senza precedenti, nella storia dell uomo. Alla ripresa del negoz ROMA — Riprendono oggi a Ginevra i colloqui tra Stati Uniti e Unione Sovietica. E' ottimista il nostro ministro della Difesa? •Non sono né ottimista, né pessimista — risponde Spadolini —. Constato un fatto: Il negoziato, a questo punto, é una via senza alternativa. Ormai ne sono consapevoli tutti 1 protagonisti, come testimonia la ripresa del dialogo a Ginevra. Da -Mosca giungono segnali nuovi, che sarebbe ingiusto sottovalutare. Quante cose sono cambiate in poco più di un anno: non è più 11 clima da anno Mille, con punte di catastrofismo, che portò al ritiro della delegazione sovietica dai colloqui ginevrini. Ma il processo di pace non sarà breve. E suscitare troppe aspettative può provocare solo disillusioni. La minaccia nucleare, purtroppo, è destinata a pesare ancora a lungo sui nostri popoli». Lei ha appena compiuto un viaggio In Medio Oriente, la zona calda più vicina a noi, e che ci vede più direttamente impegnati. Crede che si stia muovendo davvero qualcosa sulla strada della pace? «Le novità sono numerose e sarebbe miope non coglierne la portata. A Gerusalemme 11 governo di unità nazionale sta operando una svolta politica rilevante. Si avvia il' dialogo con la Giordania (re Hussein è stato invitato in Israele) con l'obiettivo di affrontare la questione palestinese, strettamente connessa al futuro assetto della Cisglordanla; si migliorano le relazioni con l'Egitto; si cerca una via d'uscita dal Libano. Ho discusso a lungo questi temi con i dirigenti israeliani. L'Italia è Interessata direttamente alla stabilità del Medio Oriente, coincidente con la stabilità dell'intera area mediterranea. Prima che a Gerusalemme, mi ero recato al Cairo e In entrambe le capitali ho trovato la stessa volontà di far prevalere la ragione sui richiami dell'Intolleranza e del fanatismo La pace di Camp David ha lasciato 11 segno». Israele si accinge a ritirarsi da un'altra zona occupata in Libano. Crede che sarà necessario inviare ancora i nostri soldati, pur se sotto le bandiere dell'Unifil? «L'ho detto con chiarezza ai dirigenti israeliani: l'Italia è disponibile a contribuire al rafforzamento dell'Unifil nel Sud del Libano. Si tratterà di studiare il come e il quando nelle sedi internazionali competenti. Un punto è certo: 1 nodi politici del Medio Orien te richiedono, e vorrei dire esigono, una forma di garanzia internazionale che in passato troppe volte è stata sottovalutata e addirittura Irrisa, Non vogliamo che si ripe tano certi orrendi massacri ai danni delle popolazioni civili Ecco perché a Gerusalemme ho reso omaggio al comando degli osservatori dell'Onu Troppe volte 11 ruolo di pace delle Nazioni Unite è stato trascurato e anzi ostacolato. Ma in realtà si tratta di una missione irrinunciabile, che onora l'umanità». Craxi ha avuto colloqui con Arafat suscitando molte po iato di Ginevra fra Urs lemiche, e lei ha parlato a lungo con Peres. Ci sono diverse linee nel governo, per quanto riguarda la questione palestinese? «Per la verità. Craxi e Peres sono entrambi membri dell'Internazionale socialista. E io sono stato anche latore di un messaggio personale di amicizia a Israele da parte del presidente del Consiglio. Diverse linee? Il governo italiano è sempre rimasto fermissimo nell'escludere ogni riconoscimento diplomatico dell'Olp fino a quando dallo statuto di tale organizzazione non sia escluso il proposito di distruzione di Israele, che ancora esiste, e fino a quando non sia riconosciuto il diritto alla vita e alla esistenza garantite di Israele. Non so se ci sono altri che rss e Stati Uniti il minis perseguono linee diverse da questa. Noi repubblicani stiamo nella coalizione anche per tutelare certi principi fondamentali di politica estera-. Signor ministro, e Malta? «L'interesse dell'Italia é che Malta rimanga un'isola di neutralità nel contrasto fra i blocchi. Non che compia talune scelte a favore di un blocco, facendosi magari pagare dall'altro l'illusione di non aver scelto. Credo che sia anche questo, parallelamente, l'interesse di Malta». E' uso individuare, tanto a Mosca quanto a Washington, falchi e colombe. Chi sono I falchi e quali le colombe, a Roma? «Falchi e colombe si scambiano spesso le parti, a Washington, a Mosca e anche a Roma. Sono raffigurazioni di tro afferma: «E' una vi comodo che non servono a nessuna Indagine seria». E' incominciato il semestre di presidenza Italiana della Cee. Crede che l'Europa possa svolgere un ruolo attivo e autonomo nel dialogo fra Usa e Urss? • Noi slamo europeisti perché crediamo nell'Europa come soggetto politico attivo nel dialogo Est-Ovest. Ma, non dal punto di vista di un astratto terzaforzismo. Vediamo l'Europa come parte essenziale, e non statica, di un sistema di alleanze che ha negli Stati Uniti 11 suo essenziale punto di riferimento. Siamo per la «partnership euro-americana*. Siamo per la collaborazione paritaria. Slamo contro ogni forma di subordinazione e di sovranità limitata. Il che esclude qua¬ a senza alternativa» lunque analogia fra patto Atlantico e patto di Varsavia». Quante probabilità intravede Il ministro della Difesa, perché venga bloccato l'installazlone di missili nucleari In Italia, o addirittura vengano smantellati quelli già In funzione? •L'ho già detto alla Camera. Il giorno più bèllo per 11 ministro della Difesa italiano, sarà quello in cui potrà dare l'ordine di smantellare tutte le attrezzature missilistiche impostate solo in funzione di un liequilibrlo nucleare. E' la «clausola di dissolvenza» che dal primo giorno Ispira le scelte italiane, non meno che della Germania federale: e la loro essenziale speranza di pace». Gianni Pennacchi