Kustermann, locandiera Anni 50

Kustermann, locandiera Anni 50 In prima a Roma la commedia di Goldoni, regia di Giancarlo Nanni Kustermann, locandiera Anni 50 Sta molto bene nelle vesti di Mirandolina - Herlitzka, un Ripafratta surreale e autoironico ROMA — Fuori dalla classica cornice goldoniana, trasferita dal '700 agli Ar.jii 50, ambientata in un albergo poco lontano dall'aeroporto, in un Sud-Est asiatico molto americanizzato che ricorda film come II cacciatore e Apocalypse now. ma anche II postino suona sempre due volte e L'ultimo spettacolo, La locandiera di Giancarlo Nanni, presentata con successo l'altra sera al teatro Valle di .Roma, si presta bene all'espe.rlmento di modernizzazione, esaltata nei lati realistici, nei ritmi vivaci, nella concretezza dei personaggi. La parte dell'affascinante Mirandolina è affidata a una Manuela Kustermann insolita, finalmente valorizzata come attrice brillante, dopo le numerose prove in ruoli tragici, drammatici, d'avanguardia. Capelli a coda di cavallo, trattenuti da foulard colorali, camicette scollale e sandali con la zeppa, la protagonista si muoi>e sulla scena vivace e accattivante. E' la classica Mirandolina di Goldoni, donna dalle mille risorse, maestra nel mettere in scacco gli uomini, ma anche personaggio femminile moderno, alla ricerca di nuovi modelli di comportamento, combattiva nel verificare la possibilità di equilibri diversi, di rapporti non tradizionali. Con lei nella scenografia di Mario Romano, con i costumi di Rita Corradini, recita Roberto Herlitzka: un Cavaliere di Ripafratta particolarmente riuscito; buffo e sopra le righe, surreale e autoironico, capace di rttargliarsl all'internò dello spettacolo un meritatisslmo successo. La storia di Mirandolina. lasciata inlatta dal punto di vista narrativo, va avanti tra il rimbombare periodico degli aerei che atterrano nel l'icino aeroporto, sullo sfondo di canzonette Anni SO appena accennate, tra roteare di re»tilatori, sbattere di porte a persiana, sfondi di luci gialle o blu, come nella foresta asta¬ tica, come in un deserto americano. Il Marchese di Forlimpopoli, Roberto Tesconi, è quasi gay, tutto vestito di bianco, tirchio e interessato soprattutto a se stesso; il Conte d'Albafiorita, Nicola D'Earamo, assomiglia a certi play boy partenopei, dominatori assoluti nelle spiagge alla moda delle eslati Anni 50; Ortensia e Dejanira, Domilde Humphreys e Viviana Gironi, arrivano nella locanda di Mirandolina come turiste americane in cerca di emozioni, nel loro primo viaggio in Italia. Senza tregue e cadute di tono, come detta il testo goldoniano, la vicenda arriva alla sintesi conclusiva: il inarchese di Ripafratta, vinto dall'amore, persa ogni dignità, sostituito il compunto abito grigio con una sgargiante camicia hawaiana, striscia ai piedi della protagonista. Mirandolina, raggiunto 10 scopo, ritorna al suo buon senso e alla sua concretezza annunciando il matrimonio con il fedele Fabrizio (Franco Castellano), gli altri pretendenti si fanno da parte, promettendo regali e protezione. Un applauso molto lungo, numerose chiamate per i due protagonisti, e l'uscita del regista Nanni, hanno salutato 11 finale della commedia. Le repliche sono fissate fino al 12 febbraio. f. c. Manuela Kustcrniaiin-Mirandoliiia: una grande attrice brillante

Luoghi citati: Forlimpopoli, Italia, Roma