Scrive agli assassini del marito «Credo nel vostro pentimento»

Scrive agli assassini del marito «Credo nel vostro pentimento» La lettera resa nota nel processo per l'uccisione del brigadiere Atzei Scrive agli assassini del marito «Credo nel vostro pentimento» De Mattia («Ho dato un calcio al carabiniere per disarmarlo») e Potenza («Ho sparato anch'io») hanno risarcito la vedova e ì due figli con 50 milioni - Rifiutano, però, di accusare i.complici Fiore De Mattia, 25 anni, ha la voce rotta dall'emozione: -Quando il vicebrigadiere Atzei si è avvicinato alla mia Renault, l'ho visto sbiancare in volto e mettere mano alla fondina. Ero terrorizzato, e mi sono chinato sotto il volante. Subito dopo è stato un inferno. Chi ha sparato e cosa è successo nei due mesi della mia latitanza, non voglio dirlo. Finita la sparatoria, sono sceso dall'auto e ho visto il vicebrigadiere seduto sul ciglio della strada, non mi sembrava ferito, non c'era sangue. Mi guardava e teneva la mano sulla pistola: gli ho dato un calcio in faccia e gli ho sfilalo l'arma-. Giuseppe Potenza, 25 anni, è sicuro di sé: -Signor presidente, quando abbiamo visto i carabinieri eravamo a non più di 20 metri da loro, immagini il nostro stato d'animo -No, non immagino: quando vedo i carabinieri io mi fermo. Continui», ribatte il presidente. Potenza: -Ero armato e slavo sul sedile posteriore della Renault. Sì, ho sparato, ma non voglio dire contro chi-. Così, assumendosi le proprie responsabilità, ma rifiutandosi di rivelare particolari che possono coinvolgere altri imputati, i due hanno risposto ieri alle domande dei giudici della prima corte d'assise (pres. Barbaro, pm Bernardi) che processa una ventina di persone accusate di banda armata. Il delitto più grave fu l'assassinio — 1*8 ottobre di tre anni fa — del vicebrigadiere Atzei e il ferimento del carabiniere Bertello, ma ne rispondono, con De Mattia e Potenza, solo gli altri due componenti del commando, Giuseppe Scirocco e Roberto Tua. Un episodio di cui si sa praticamente tutto, grazie anche alle rivelazioni del Tua. pentitosi dopo l'arresto. Ma De Mattia e Potenza («La banda armata di cui ci accusate l'ho costituita io, ma era formata da 4 persone e non ha mai avuto contatti con le vere bande armate-) si sono rifiutati di parlare dei fatti noti (danneggerebbero Giuseppe Scirocco, l'uomo che avrebbe sparato al vicebrigadiere e che. in aula, ha riaffermato la propria appartenenza alle Br, chiudendosi in assoluto silenzio). Hanno, però, chiesto perdono alla vedova Atzei e le hanno offerto, attraverso i loro avvocati, Bianca Guidetti Serra e Trucco, un risarcimento di 50 milioni. La signora Nadia Atzei, madre di due figli, ha accolto l'appello dei due giovani e non si è costituita parte civile, motivando la sua decisione in una lettera che è stata letta in aula dal presidente Barbaro. Indirizzandola «ai responsabili della morte di mio marito-, la vedova Atzei afferma di essere stata combattuta -se rispondere o meno- alla richiesta di De Mattia e Potenza, e di essersi decisa in quel senso -perché è meglio non tacere-. -Non vi ho mai odiato — scrive Nadia Atzei — perché penso siate delle vittime anche voi e, per l'amore che nutro nei confronti dei miei figli, voglio credere al l'ostro pentimento-: Il processo continua oggi con l'interrogatorio degli altri imputati, mentre la sentenza è prevista per fine mese. Giuseppe Potenza ha confermato in aula: ('Anch'io ero armato))

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