I parchi promessi della Liguria

I parchi promessi della Liguria Sulla carta sono 15, dalle Alpi Occidentali alle Cinque Terre I parchi promessi della Liguria Entro il prossimo mese, la Regione dovrebbe approvare una serie di disegni di legge - Tra i primi quelli per il Monte di Portofino e per il Monte Beigli a - Ma ci sono ancora parecchi «nemici»; alcuni hanno occupato l'aula consiliare - Resta in sospeso il destino dell'isola Gallina™ DAL NOSTRO INVIATO GENOVA — Stonno nascendo, per ora sulla carta, i parchi liguri attesi dal 1917, quando la Regione promulgò una legge che ne prevedeva quindici, dalle Alpi Occidentali alle Cinque Terre e al Golfo della Spezia. Il consiglio regionale sta esaminando una serie di disegni di legge; entro il prossimo mese dovrebbero essere approvati. Tra i primi quelli per il Monte di Portofino e per il Monte Beigua, la zona alle spalle di Varazze da cui sono arrivati gruppi di avversari dei parchi che hanno «occupato» l'aula consiliare. L'opposizione, evidentemente organizzata, lascia sorpresi quando si legga il testo delle leggi per i singoli parchi. E' scomparsa persino la definizione di parco che avrebbe comportato il divieto di caccia. Si parla di «sistemi di aree di interesse naturalistico-ambientale», con eccezione della parte del monte di Portofino che era già vincolata dal 1935, quando fu costituito l'apposito ente autonomo. La caccia è vietata soltanto sul vero e proprio parco del Monte di Portofino, 1061 ettari contro 3580 ettari di .aree di cornice» che abbracciano il Golfo Tigulllo fino a Chiavari. Nel «sistema» del Monte Beigua i cacciatori sono esclusi da trecento ettari su un totale di 18 mila. Nel «sistema» delle Cinque Terre caccia vietata su mille ettari contro 15 mila. Ammesso che le pattuglie arrivate nell'aula del consi- glio regionale rappresentino gli abitanti delle zone indicate dai disegni di legge, non si riesco a capire il motivo della contestazione. La disciplina delle attività all'interno delle aree protette è affidata a un plano sottoposto al comitato di coordinamento che comprende i sindaci del Comuni Interessati, I presidenti delle Comunità montane, 11 presidente della Provincia. Le amministrazioni locali hanno dunque ogni possibilità di partecipare e di far sentire la voce dei residenti. In attesa del piano 1 divieti Imposti dalle leggi regionali sono quanto mai blandi. Divieto di abbandonare rifiuti, di andare fuori strada con mezzi motorizzati (eccettuati qdtpsrdrtnopgmsccpvGzp quelli di servizio), di introdurre specie animali o vegetali estranee (con eccezione per le attività agricole e pastorali), di strappare fiori su rupi e pietraie, di asportare o distruggere nidi, di accendere fuochi fuori delle zone attrezzate e segnalate, di danneggiare o chiudere caverne o grotte. Qualcuno vorrebbe permettere tutto questo? -L'ostilità può essere spiegata soltanto con la disinformazione. Evidentemente non siamo ancora riusciti a far capire, che cosa significa in concreto un sistema di aree protette- mi dice l'assessore e vicepresidente regionale Gualco. Con un po' di malizia, qualcuno vede dietro le pattuglie arrivate a Genova in autopullman la mano di speculatori immobiliari e lottizzatoti. Ma la stragrande maggioranza dei proprietari di terreni non dovrebbe temere queste leggi regionali che vietano le nuove costruzioni soltanto in ristrette aree di particolare interesse, ammettendo il restauro, il risanamento, la ristrutturazione degli edifici esistenti (si pensi ai tanti rustici abbandonati). Nelle zone agricole sono ammesse le nuove costruzioni purché non si tratti di seconde case. In pratica entro 1 «sistemi» si può continuare a svolgere ogni attività agro-silvo-pastorale con una differenza rispetto al passato: non è più lecito disboscare a piacimen¬ to, scaricare rifiuti dove capita, provocare frane e erosioni e via di seguito. Ma c'è di più: la tutela attiva, prevista dalle leggi regionali, dovrebbe portare benefici economici con la creazione di attrezzature turistiche, di strutture per l'agriturismo e per il potenziamento dell'agricoltura in armonia con l'ambiente. Nel caso del Monte di Portofino le «aree di cornice», fuori del parco vero e proprio, restano assoggettate alla normativa urbanistica dei Comuni interessati, Recco, Ca mogli, Santa Margherita, Rapallo, Zoagli. Chiavari. Nelle zone agricole l'indice di fabbricabilità variava dallo 0,01 allo 0,03 e tale rimane. Si potrebbe parlare di un annacquamento generalizzato, altro che vincoli paraliizantl. Se il consiglio regionale riuscirà a lavorare assiduamente, in breve tempo dovrebbero essere approvate le leggi per 1 quindici «sistemi»: tre delle Alpi Liguri. Melogno, Finalese, Adelasia (alle spalle di Savona). Beigua, Pregila, Monte Antola, Monte di Portofino, Aveto, Zatta, Bracco, Gottero, Cinque Ter re. Resta in sospeso 11 destino dell'isola Gallinara, inclusa nella legge del 1977: verrà espropriata e destinata a parco, sarà stipulata una convenzione con i proprietari? E' augurabile che le decisioni maturino mentre i par chi liguri, ribattezzati «siste mi», prendono le prime forme giuridiche in attesa di diventare realtà sul terreno. Mario Fazio ) 6 T 115 sistemi tire sono ''iti riuniti) dei parchi: Alpi Liguri occidentali, centrali e settentrionali (1, 2,3), Melogno (4), Finalese (5), Adelasia, alle spalle di Savona (6), Beigua (7), Fraglia (8), An- ' fola (9), Portofino (10). Avcto (11), Zatta (12), Bracco (13), Gottcro (14), Cinque Terre.(15)