Anche la Chiesa ortodossa scatenata contro Reagan di Fabio Galvano

Anche la Chiesa ortodossa scatenata contro Reagan Il metropolita di Leningrado lo accusa per le «guerre stellari» Anche la Chiesa ortodossa scatenata contro Reagan «Giustifica la sua politica con false citazioni bibliche» - Da Antonij interpretazione aggiornata del Vangelo: «Chi per primo usa le armi nucleari di esse morirà» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Anche la Chiesa ortodossa russa si schiera, al fianco del Cremlino, contro le armi spaziali americane. Il metropolita di Leningrado e Novgorod, Antonij, ha accusato ieri il presidente Reagan — in un'intervista cui la Tass dà ovviamente ampio risalto — di voler giustificare la sua politica con «false citazioni bibliche-. Non è la prima volta che le alte gerarchie ortodosse intervengono per avallare le scelte della Piazza Rossa, con un impegno che sa di necessità più che di patriottismo; ma è la prima volta che un personaggio religioso di primo piano interviene sul tema di maggiore attualità in vista del negoziato di Ginevra. Di fatto la voce della Chiesa, e dei milioni di credenti che ancora esistono nell'impero dell'ateismo, si affianca al crescente coro sovietico con- tro l'iniziativa strategica spaziale della Casa Bianca. Secondo Antonij, che è gerarchicamente uno dei cinque religiosi alle spalle di Pimeli, patriarca di tutte le Russie, i ••circoli imperialistici» degli Stati Uniti ricorrono al Vangelo per giustificare i loro piani di guerra nucleare. ••Sappiamo che Dio vuole pace e bene — egli afferma — ma nel Vangelo non troveremo le parole che Reagan cerca di attribuire alla Bibbia-. Il Vangelo, aggiunge Antonij. dà invece un altro ammonimento: -Chi di spada ferisce, di spada perisce-. Ora, egli osserva, -possiamo interpretare cosi tali parole: chi per primo fa ricorso alle armi nucleari, di esse morirà-. Le parole del metropolita, destinate ad essere amplificate dalla stampa e dalla radiotelevisione, toccano una Mosca che continua ad interrogarsi su Cernenko e sulle allarmanti voci sulla sua salute. La visita del ministro degli Esteri cecoslovacco Chnoupek. prevista per oggi, potrebbe fornire qualche indicazione più precisa. Nessun elemento nuovo emerge invece dalla scelta della delegazione che parteciperà la prossima settimana al congresso del pc francese, e che, secondo attendibili notizie di fonte francese, sarà guidata dal membro del Politbjuro Michall Solomentsev: sicuramente non indica, data la possibilità di un suo rapido rientro a Mosca in caso di necessità, un segnale di .cessato allarme» al Cremlino. Di tutto questo, ovviamente, la Mosca ufficiale continua a non parlare; la scena politica «ufficiale» rimane quindi dominata dalla questione delle armi spaziali. A parte Antonij. che critica Reagan anche per la vecchia definizione dell'Urss come ••impero del male' ('Addolora sentirlo: il 7iostro Paese è la Santa Russia-), la polemica è ripresa da un commento della Tass, la quale ripete che senza l'alt alla militarizzazione dello spazio i negoziati perderebbero qualsiasi senso'. Al coro si affianca la Prarda. che critica l'articolo di domenica del New York Times firmato da Brzezinskl, Jastrow e Kampelman (quest'ultimo è capo della delegazione americana a Ginevra). 'Gli autori — dice il giornale del pcus — sono pronti ad imporre all'umanità cento piattaforme spaziali corazzate e armate, dalle quali 15 mila missili intercettori sarebbero \puntati sulla Terra. (...) Si Ifornlsce un'assurda giustifijco^io?!c. e cioè che taluni sovietici potrebbero ritenere una catastrofe nucleare amìmissibile alla luce di una successiva vittoria. (...) Questo è 'travisare deliberatamente i '/atti.. Fabio Galvano

Persone citate: Cernenko, Kampelman, Reagan, Solomentsev