«Mamme dei gatti» a raccolta di Franco Giliberto

«Mamme dei gatti» a raccolta VENEZIA AIUTA GLI ANIMALI SENZA PADRONE «Mamme dei gatti» a raccolta DAL NOSTRO INVIATO VENEZIA — Ha il sapore di una vicenda all'inglese, se non di libro Cuore, quel che sta capitando a Venezia: forse per la prima volta un ente pubblico non soltanto scende a patti con le associazioni protezionistiche, ma ne sposa appieno tesi e programmi, sborsa quattrini per assecondarli, guarda con favore a un progetto suggerito dagli amici degli animali. Niente più eutanasia, vivisezione, crudeltà. Quel progetto potrà far assomigliare 11 centro storico veneziano a un Eldorado per gatti e cani senza padrone. .Mi rifiuto di far aprire un nuovo canile municipale a Mestre, dice l'assessore comunale all'ambiente Gaetano Zorzetto, perché ogni canile diventa un macello, una precamera della morte. Anche quello che ancora funziona a San Giobbe, al margine settentrionale del centro storico, presto sarà chiuso. Oggi vi vengono eliminati quasi un centinaio di cani randagi al mese. Possibile che non potessimo trovare un'alternativa a una così barbara situazione?-. Appaiono chiari i motivi ispiratori della «boni/tea» di vecchie abitudini incivili che si sta tentando a Venezia. Ma vediamo dapprima la questione del gatti. Se la città non può rinunciare ai colombi, suoi abitanti pressoché naturali, tanto meno potrebbe dichiarare guerra ai gatti. Non c'è forse al mondo un altro nucleo urbano — grazie all'assenza delle automobili — dove 1 mici, ammlratlssiml, vivano a loro agio, padroni di tetti, calli, giardini, campielli. Però il problema della loro prolificità esiste. Non vi sono soltanto gatti domestici, abituati a rientrare a casa per essere accuditi e coccolati. La colonia dei «senza padrone» è diventata numerosissima e bisogna aggiungere che nonostante tutto è abbastanza felice: a Venezia vivono decine e decine di cosiddette •tnamme dei gatti», signore che quotidianamente riforniscono di cibo 1 gruppi di mici randagi, installatisi nel vari sestieri.. Ma anche qui c'è chi non ama gli animali, e chi detesta persino le • mamme dei gatti-. Queste signore, nutrendo gli animali, alimentano la loro crescita, perpetuano il randagismo: questa è l'accusa più frequente. «£ poi non sono donne pulite. Lasciano i loro cartocci di cibfi dappertutto, sacchetti di plàstica unta per terra, rimastigli dì pastasciutta o di risotto che i gatti spesso nemmeno mangiano perché sono grassi e sema appetito, trattati come principi-, dicono con asprezza i cittadini più critici. Sono da ricercare fra questi ultimi gli autori dei ricorrenti avvelenamenti di gatti veneziani con bocconi alla stricnina? Erano nemici delje •marnine dei gatti- quegli Individui che al Lido, presso l'Ospedale al Mare, hanno riempito un sacco con una dozzina di mici (la denuncia è dei protezionisti) e lo hanno poi ficcato dentro la caldaia di una centrale termica? •Non è soltanto per combattere queste . aberrazioni, dice la signora Lalla Zanon. che con un gruppo di consiglieri della Lega del cane abbiamo fondato una specie di sottosezione, dedicandoci ai gatti veneziani. Tra pochi giorni presenteremo il nostro progetto operativo al Comutie, per avere infine l'avallo municipale, e l'indispensabile aiuto economico, che ci consenta di svolgere un'attività di educazione, di prevenzione e di cura nel mondo dei nostri mici randagi. Ci conforta per it momento che l'assessore sia perfettamente d'accordo con noi, e pensiamo che anche la giunta ci appoggerà. E'più di un anno che lavoriamo già sperimentalmente in questo senso, con risultati che ci sembrano apprezzabili-. L'assessore ricorda a grandi lince quali saranno gli interventi del plano. Un censimento delle «mamme dei gatti- e una specie di loro ufficializzazione. Non solo saranno dotate dal municipio di piccole attrezzature igieniche (tazze di plastica, cestelli, palette ecc.). ma saranno anche chiamate a segnalare i pro- blemi delle piccole comunità di felini delle quali si occupano. Gattine troppo fertili nel gruppo, poniamo, di campo San Giuseppe? Se giungerà questa segnalazione, un veterinario convenzionato con il Comune provvedere alla loro sterilizzazione. «Cosi eviteremo il cruccio maggiore di queste donne: l'eliminazione dei piccoli gatti appena nati, quando la colonia diventa troppo affollata-, dice Zorzetto. Lalla Zanon, che con le colleghe Gina Scarpabolla e Mariolina Possenti è diventata 11 punto di riferimento «ufficiale» per tanti veneziani che hanno in animo di aiutare gli animali senza padrone, aggiunge: 'Oltre all'intervento dei veterinari, ci sono tante altre cose da suggerire. Abbiamo già sistemato con successo parecchie casette per gatti, che sono piccole cucce di eternit e formica, in luoghi tion accessibili al pubblico, tna frequentati abitualmente dai mici. Per catturare i gatti che hanno bisogno di cure — per esempio della sterilizzazione o di aiuti per rinotracheiti. enteriti, stomatiti — abbiamo sperimentato alcune trappole che non fanno male: gabbie con predellino la cui porta si abbassa di colpo se il micio vi entra per mangiare il pesce-esca. Preso il gatto lo facciamo curare dal interinarlo, e infine lo reimmettiamo nel suo ambiente d'origine. Ma non intendiamo operare soltanto sul piano pratico, che presuppone notevoli esborsi (e finora ci siamo autotassate); vogliamo anche compiere interventi di educazione civica, convincere certi cittadini nevrotici se non crudeli, o certe "mamme dei gatti" indisciplinate, clic per il bene di tutti è tempo di comportarsi da persone civili-. Franco Giliberto

Persone citate: Gaetano Zorzetto, Gina Scarpabolla, Lalla Zanon, Mariolina Possenti, Zorzetto

Luoghi citati: San Giobbe, Venezia