Zeffirelli, un regista ascetico nello scandalo eli Pirandello
Zeffirelli, un regista ascetico nello scandalo eli Pirandello Da ieri all'Alfieri «Così è (se vi pare)» con Paola Borboni Zeffirelli, un regista ascetico nello scandalo eli Pirandello TORINO — Con grande successo è andata In scena Ieri sera all'Alfieri per II cartellone del Teatro Stabile, •Cis't è (se vi pare)», la commedia di Pirandello diretta da Zeffirelli e Interpretata da Paola Borboni, Alfredo Bianchini, Pino Colizzi e Tino Bianchi. Pubblichiamo alcuni passi della recensione che Guido Davico Bonino scrisse dopo la «prima nazionale» del 14 novembre scorso al Metastaslo di Prato. Accingendosi ad allestire questo capolavoro (la cui ultima edizione risale a ire anni, protagonista la compianta Lilla Brignone, diretta da Giancarlo Sepc), Franco Zeffirelli ha fatto abiura alla propria .leggenda-: quella del regista di .maniera grande-, sfarzoso e rutilante, melodrammatico e spettacolare, prezioso e decadente. Dinanzi a Cosi è (se vi pare), di cui ha curato anclie .l'impianto scenico- (l'espressione è sua e ne noterete il pudore), egli ha indossato panni ascetici: una nitida, anche se elementare, idea interpretativa del dramma, una essenziale ambientazione scenica. La semplice, ma funzionale chiave di lettura è questa: il coro di piccoli borghesi di provincia clic s'erge, non richiesto, a tribunale popolare del tormentato segreto rapporto tra l'anziana signora Frola e suo genero il signor Ponza è, già di per sé. pubblico del dramma La delega sociale, che questi improvvisati inquisitori, nella loro arroganza, si attribuiscono a nome e per conto della collettività — quella cioè di discernere, nelle opposte versioni dei due iìitcressati, la menzogna dalla verità, la normalità dalla pazzia — non è che un aspetto della delega teatrale, che gli spettatori, ben volentieri, affiderebbero loro, tanto si sentono investiti delle stesse perentorie domande, delle stesse brusclte richieste di prove documentarie. Se. lassù, nel salotto borghese del copione, circola un'aria malsana, la stessa morbosa indiscretezza serpeggia in platea. Ed ecco nascere da quest'idea un progetto scenografico sobrio ma suggestivo. Con le sue poltrone di velluto rosso sui due lati, col piccolo ring quadrato che si protende verso il proscenio, il palcoscenico è già platea. Gli attori vi siedono come spettatori privilegiati: sulle loro teste s'accampa vistoso un quadrato d'oltre venti faretti a sghembo; dietro loro siedono altri spettatori (veri). Soltanto sullo sfondo, a ricordarci che il testo vide la luce nei primi decenni del Novecento, s'erge tun'altra vetrata, a losanglic e rettangoli rossi e verdi, nel più puro stile .art dico-. Gli attori del coro, che sono in abiti d'oggi, si agitano — come s'usa oggi tra gente .perbene- —, alzano molto la voce, non lesinano gesti di brusca stizza. Zeffirelli vuole dimostrare che sono molto pacchiani: per il resto, messo qualche punto di forza in quel drappello (Tino Bianchi, la Gutdotti, la Dolfin) bada semmai a ordinare in schemi spaziali e fonici piuttosto accurati il loro vociante disordine. Lavora invece più a fondo sul Laudisi di Alfredo Bianchini, sulla sua malinconia, appesantita da un'ombra di elidente stancliezza. Anche al Ponza di Pino Colizzi chiede più impeto del consueto, qua¬ si una rabbiosa gagliardia da incollerito impotente. Ma il capolavoro interpretativo, nel capolavoro pirandelliano, in questa commedia da .stanza della tortura-, per dirla alla Giovanni Macchia, ancor oggi di un'impressionante crudeltà, lo sigla Paola Borboni con la sua signora Frola: intanto, nella scansione del testo, di cui restituisce tutta la novità sintattica e la pregnanza lessicale, con una dizione scabra die leviga le parole come ossi di seppia; ma, soprattutto, con la controllatissima varietà dei toni, di una dignità alta c severa al suo primo apparire; poi dimessa e querula nella seconda sua comparsa; infine tesa sino allo spasimo nella ribellione di chi chiede il rispetto dell'offesa persona umana. &JL b. Alfredo Bianchii! n un momento della commedia all'Alfieri
Luoghi citati: Lilla Brignone, Prato, Torino
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