Riecco, tra luci e ombre, i ribelli di «Corrente»

Riecco, tra luci e ombre, i ribelli di «Corrente» MILANO 1930-1945: IN MOSTRA GLI ARTISTI D'UN MOVIMENTO CRUCIALE E TRAVAGLIATO Riecco, tra luci e ombre, i ribelli di «Corrente» MILANO — A Palazzo Reale, fino al 28 aprile, «Corrente» 1930-1945. La Milano dove il 1° gennaio 1938 Ernesto Treccani, figlio diciottenne dell'industriale mecenate che aveva fondato e finanziato l'Istituto dell'Enciclopedia, pubblica Vita Giovanile. Periodico mensile di letteratura-arte-politica (che diviene il 15 ottobre Corrente di Vita Giovanile e il 28 febbraio 1939 Corrente), è una città piena di straordinarie contraddizioni, culturali e ideali. Anche ■ politiche»: il testo in catalogo di Carlo Ludovico Ragghiatiti, allora « tra un carcere e l'altro», è ricco di annotazioni in proposito, pur con le sue ribadite idiosincrasie etico-ideologiche. E' la Milano surreale di Sayinip, Ascolto il tuo cuore, città: «Il mio grattacielo fa parte di quella mandria di grattacieli che pascolano l'erba pettinata di piazzale Fiume. E' la Milano mostruosa di Gadda: «L'Uggia disse un giorno al Cattivo Gusto: "Fabbrichiamo una città dove poter imperare senza contrasti: tu sarai re, ed io la regina"». La firma di Gadda comparve sulle colonne di Corrente. Soppressa la rivista per ormal patente antifascismo, continuò l'editrice libraria, che pubblicò nel 1941 La luna nel Corso a cura di Anceschi, Ferrata, Treccani e Giorgio Labò, predestinato tre anni dopo alle torture di via Tasso a Roma e alla fucilazione repubblichina. La più profonda e «politica» contraddizione (ben diversa e lontana dal faticosi compromessi romani del- l'Eur) fra il Palazzo di Giustizia di Piacentini e l'Arengario, documenti totalizzanti In architettura pittura scultura del più integrale monumentalismo imperlalfascista e l'internazionalità «moderna», democratico-sociale, sognata dall'originario razionalismo milanese, è messa in evidenza su Corrente dai BBPR, Banfi (destinato a finire come Pagano nei campi di concentramento tedeschi), Belgloioso. Peressutti e Rogers. Essi sono reduci, ormai liberi da ogni illusione sulla «socialità» del regime, dall'esperienza «corporativa» di Quadrante di Bontempelll e Bardi. Anche Eugenio Curiel è reduce dalla saggistica corpo--.iva su II Bò di Padova, da dove, espulso per le leggi razziali, porta in Corrente esplicite teorizzazioni marxiane — cosi come De Grada — e le direttive di infiltrazione dell'Internazionale giovanile comunista. Su altro versante, è nobile segno di contraddizione nella Milano clericofascista di Gemelli e di Schuster il travaglio di opposizione culturale cattolica di Dino Del Bo, cofondatore della rivista, di Vigorelli, di Rebora, anch'essi reduci disincantati, da Mistica Fascista. Corrente come coagulo e crogiolo, «punto d'incontro» secondo l'espressione di Raggiranti: «Una copertura potente e un'iniziale bilancia tra ortodossia fascista e fronda aperta vengono rapidamente oltrepassate con la formazione di una redazione che ha le sue punte in Raffaele De Grada e Vittorio Sereni. Progressivamente e in breve tempo nel corso del 1939 il quadro redazionale e collaborativo si amplia, a Milano, col folto gruppo di giovani studiosi e critici formatisi nella scuola di Antonio Banfi, a Firenze col ponte gettato ai letterati ermetici e cattolici dell'evasione... Col 1940... subentrano, oltre a Gadda e Vittorini, Bonsanti, Tobino. Bassaìli. Cassola, di cui è chiara "la fedeltà al tempo e alle cose vissute"». Tra Frontespizio, Campo di Marte, Prospettive e l'estremo tentativo bottaiano di Primato, Corrente è veramente, con tutte le sue contraddizioni, Il punto di svolta verso il futuro fra le macerie dell'impossibile «consenso», dopo la Spagna, l'Asse e le leggi razziali. Basta pensare alla «scuola di Banfi»: Paci, Anceschi, Cantoni, Formaggio, Sereni, responsabile letterario cui succede Ferrata. Rognoni, che cura la critica musicale con Maliplero (per il cinema c'è Lattuada). E il numero «di poesia» del 15 giugno 1939: Banfi, Macrl, Bo, Bigongiarl, Falqui, Luzi, Con¬ tini. Vigorelli. Rebora. Quasimodo, Gatto. E infine, gran privilegio di Corrente, rincontro in profondità fra letterati, filosofi e la più coinvolta e impegnata opposizione nell'arte figurativa, pittorica e scultorea. Essa contrappone schiettamente lirismo cromatico, angoscia esistenziale, realtà della violenza quotidiana e metafora espressionistica del dramma religioso alla retorica dei muri imperiali o al «disimpegno» nella razionalità pura o, nel sogno museale e metafisico e primitivistico. gettando ponti fra Milano e Roma. Fermento di contraddizioni vitali, pregne di un futuro che è il nostro oggi. Ne avvertiamo la pulsazione (ed è un gran bene al di là di adesione o contestazione) nelle pagine di Ragghiami e De Grada per il catalogo della mostra curata da De Micheli, Stcllatelli, De Grada. Patanl. Anzani, Chiazza, Pontiggia. Ma ancor più lo avvertiamo nell'evidenza del voler essere, la mostra, una «risposta», nella stessa città, rispetto allo stesso contesto culturale, agli «Annitrenta» di tre anni fa. Antifascismo contrapposto al «consenso-, dubbio e travaglio e poesia del reale (anche angosciata, esistenziale) contrapposti allo storicismo al di sopra delle parti. Corrente come storia, ma anche come stato d'animo, testimonianza, «mani sporche», compromissione, scontro di antipodi (Birolli e Guttuso. massimi esempi): fra chi «e stato a Parigi» e chi si accultura sulle cartoline a colori importate dai Ghirin- ghclli del Milione; ira chi scopre tutto d'un colpo Van Gogh. Ensor e Bonnard e elli recepisce echi trasversi dell'espressionismo tedesco; fra ehi coniuga fin dagli esordii Sironi con il Picasso degli Anni 30 (è il caso dei fratelli discordi Cassinari — di cui la preziosa Natura morta in giallo già esposta nel 1939 è l'unico documento di una primissima fase vangoghiana fra Birolli e Migneco e Morioni) e chi, come Badodi e Valenti, insanguina alla Sassu l'espressionismo di casa de! maestro Aldo Carpi. Questo affrontare con risolutezza ombre e luci del gruppo discorde, nel nucleo portante della mostra, mi sembra giustifichi 11 limite filologico di aver puntato sull'ampiezza delle singole presenze, Sassu, Birolli e Guttuso, Badodi e Valenti, Migneco Cassinari e Morlotti, l'esordio di Treccani e l'incontro con Vedova, qualche interessante piccola riscoperta come Gauli e Mantica (e la tormentata bellissima scultura di Broggini. del nostro Clierchi. degli esordi di Paganln), anziché sulla ricostruzione delle mostre: le due collettive del 1939 e le «personali» alla Bottega di Corrente in via Spiga. Questa è erede della rivista e anch'essa vittima di un provvedimento di polizia in una data altrettanto significativa, marzo 1943. Al recupero di pochissime opere esposte a quelle mostre (con l'eccezione di Broggini e Paganini sopperisce ottimamente la presenza di altre fondamentali dei «Premi Bergamo, del 1940. 1941 c 1942: dal Nudo con velo nero ed Elegia per un'età felice di Birolli al Panno viola e Piedi di Cassinari. dalle ben note Fuga dall'Etna, Crocifissione, Ragazze a Palermo, Sedia bueranio e panno rosso di Guttuso ai Cacciatori di lucertole di Migneco. dalla Sortita a Famagosta di Sassu all'Operaio di Vedova. Più discutibile è il criterio «largo» della sezione iniziale, di premessa, estrinsecamente giustificato dalle presenze alla II mostra di Corrente nel 1939: si oscilla fra indubbi debiti di linguaggio (e dunque bene Levi. Mafai, Pirandello. Scipione, di cui le Edizioni di Corrente pubblicarono nel 1942 le poesie di Carte segrete) e giustificate, ma sottili assonanze ideali (i bei Tornea), ma Fontana, cosi come viene presentato, è «lontano», più presento, semmai, nel netto influsso su Broggini. Da questo lato, perde mordente il confronto-scontro con «Annitrenta». Ancor più. ingiustificata l'idea di seguire ampiamente l'opera fino a oggi di «quelli di Corrente». Quel cemento travagliato ma vitale fra umanità, forma, linguaggio, fra l'essere e 11 fenomeno {sostanza e non retorica, emozione e non solipsismo), che lega artisti e letterati, critici e filosofi anche profondamente dissimili — e 11 lega al dramma Italiano e al riscatto del 1945 —. si disgrega e si Impoverisce nelle antinomie del linguaggi e delle ideologie. Crescono in ricerca e bellissime opere Birolli e Morlotti e Vedova, ma il mondo di Corrente è perduto. Marco Rosei