Preda, scontro In aviti a Buri

Preda, scontro In aviti a Buri Sulle accuse del pentito Calore Preda, scontro In aviti a Buri BARI — Scontro verbale tra Franco Freda e due difensori di parte civile alla ripresa dei processo d'appello per la strage di piazza Fontana che si celebra a Bari in corte d'assise. Il presidente D'Aurla è dovuto intervenire energicamente. Al centro dell'udienza di ieri ancora le accuse che uno del pentiti neri, Sergio Calore, ha rivolto a Freda. Accuse contenute nel dossier che il giudice istruttore di Catanzaro, Ledonne, inviò prima dell'inizio del processo al magistrati baresi e che sono state acquisite agli atti. Sergio Calore, com'è noto, sta scontando l'ergastolo per l'omicidio dello studente romano Antonio Leandri. Deve anche rispondere di complicità nella fuga di Freda da Catanzaro. Le accuse riguardano 1 rapporti tra Franco Freda e Calore. A porgli precise domande sono stati gli avvocati di parte civile Castellaneta e Gentili, poi il procuratore generale Freda ha rintuzzato le accuse di Calore (che tra l'altro è inquisito anche per la strage alla stazione di Bologna), dicendo che ha detto cose false: ««So/o calunnie nel miei confronti e nei confronti di Fachtni. Tra me e lui non ci sono affinità ideologiche e di temperamento; ha precisato. Come alibi alla deposizione che Calore ha fatto al giudice Ledonne (ha indicato Freda come l'organizzatore della strage e Fachinl come colui che mise materialmente l'ordigno in piazza Fontana) Freda ha detto che quel giorno Fachlni era con lui nello studio di Padova. Circa poi le confidenze che lui avrebbe fatto in carcere ad alcuni detenuti sui famosi «timers», Freda ha risposto ironico: 'Non avevo alcun motivo per fare confidenze simili in carcere. Io non ho mal teorizzato la violenza'. Gli avvocati di parte civile allora gli hanno contestato alcune frasi da lui scritte negli anni passati. Frasi inneggianti appunto alla violenza come unico mezzo per annientare 11 potere attuale. Freda ha risposto che quelle frasi sono state utilizzate strumentalmente, ma che vanno lette nel contesto del trattati e non isolatamente, com'è stato fatto e si continua a fare per dare ad essi significati diversi. Ancora una volta Freda si è rifiutato di indicare chi lo aggredì e perché nel carcere di Novara 11 26 maggio 1982 e di rivelare i nomi di coloro che lo aiutarono a fuggire da Catanzaro. ' v. c.

Luoghi citati: Bari, Bologna, Catanzaro, Novara, Padova