Oggi si riprende a trattare sulla sicurezza in Europa

Oggi si riprende a trattare sulla sicurezza in Europa La Conferenza a Stoccolma, con le delegazioni di 35 Paesi Oggi si riprende a trattare sulla sicurezza in Europa E' uno dei negoziati Est-Ovest «minori», come quello sulle forze convenzionali - Ma non meno importante: mira a prevenire errori nel valutare le intenzioni di possibili «nemici» Il 12 marzo, americani e sovietici si incontreranno nuovamente a Ginevra per trattare di armi nucleari e di armi spaziali. A Vienna, i Paesi della Nato e del Patto di Varsavia discutono ormai da oltre undici anni la riduzione delle forse convenzionali nel centro Europa, nel quadro del negoziato MBFR. Oggi, le delegazioni di 35 paesi si riuniscono a Stoccolma per riprendere i lavori della Conferenza sulle misure per rafforzare la sicurezza in Europa. Si è dato giustamente molto risalto a Ginevra, sta perché costituisce il primo, incerto segno di un nuovo dialogo tra le due superpotenze sui problemi del controllo degli armamenti, dopo una rottura durata quattordici mesi, sia perette ridurre la armi nucleari ed evitare la militarizzazione dello spazio costituisce un obiettivo estremamente importante anche per gli europei. Eppure ancìie Vienna e Stoccolma meritano maggiore attenzione. E' altrettanto importante ridurre le forze convenzionali, che presumibilmente sarebbero le prime ad essere impiegate in caso di confronto tra i due blocchi, e abbassare il livello di contrapposizione militare in Europa. Cosi come è determinante per la sicurezza europea riuscire ad accordarsi su quelle misure ette rendano più difficili gli errori di valutazione e di interpretazione sulle intenzioni del probabile avversario, di fronte a un deterioramento della situazione internazionale e delle relazioni Est-Ovest, o in caso di crisi politico-militare in Europa. Se i tentativi di ridurre gli arsenali nucleari e convenzionali toccano direttamente i mezzi di guerra, le misure per accrescere la reciproca fiducia (le cosidette CSM, cioè Confldence Building Measures), adottate sulla base di una maggiore apertura e trasparenza delle rispettive attività militari, toccano le vere o presunte intenzioni di preparare o iniziare un conflitto. Si tratta di 'demistificarele attività militari, pur riconoscendo la loro legittimità come strumenti di addestramento delle forze armate a compiti di difesa. Una demistificazione centrala in particolare sulla preventiva, obbligatoria notifica — preferibilmente su base annuale — dei movimenti di truppe e delle esercitazioni militari; sulla possibilità di partecipazione di osservatori stranieri alle manovre; sulla elaborazione di procedure di controllo e di gestione di eventuali crisi po¬ tenzialmente pericolose sul piano militare, soprattutto in periodi di tensione internazionale; sulla creazione di canali privilegiati di comunicazione in modo da poter rapidamente chiedere spiegazioni su avvenimenti imprevisti o chiarire dubbi e perplessità su iniziative militari tali da poter essere interpretate come un sintomo o una minaccia di attacco; sulla possibilità di ispezioni in loco per garantire la piena verificabilità degli accordi. Un'intesa su queste misure significherebbe rendere più difficili gli attacchi di sorpresa e l'uso dello strumento delle manovre militari ai confini di uno Stato come mezzo di intimidazione e pressione politica. Inoltre, significlterebbe ridurre le possibilità che eventi straordinari (come il recente caso del missile Crulse sovietico sfuggito al controllo) diventino, se si dovessero verificare in periodo di tensione, gli indesiderati detonatori di una più grave crisi. Alcune di tali misure, come la notifica di esercitazioni con effettivi superiori ai 25 mila uomini o lo scambio di osservatori, sono già previste, ma solo su base volontaria e solo per una determinata fascia del territorio europeo, dall'Atto finale della conferenza di Helsinki. Occorre ora ampliarne la portata e il significato, renderle obbligatorie e pienamente verificabili ed estenderle a tutta l'Europa, dall'Atlantico agli Urali. E' quello che i Paesi occidentali hanno proposto nel corso delle sessioni del 1984 ed è quello che si preparano a riproporre quest'anno. Ovviamente, le CBM non possono, da sole, risolvere tutti i problemi di sicurezza dell'Europa. Non sono misure di controllo degli armamenti e devono quindi essere integrate da accordi che riducano gli arsenali militari. Pur essendo capaci, se totalmente applicate, di favorire un clima di distensione, paradossalmente, esse possono funzionare solo se tale clima esiste. Eppure la conferenza di Stoccolma è importante per la sicurezza europea, soprattutto se riuscirà a incidere sulla riluttanza dell'Unione Sovietica ad aprirsi per quanto riguarda le informazioni e la verifica sulle proprie attività militari. La trasparenza in questo campo è il primo requisito per un rapporto di reciproca fiducia capace di favorire accordi di disarmo a Vienna e Ginevra. Maurizio Cremasco

Persone citate: Confldence Building Measures, Maurizio Cremasco