L'Iliade, una storia vera riscritta 500 anni dopo?

L'Iliade, una storia vera riscritta 500 anni dopo? L'Iliade, una storia vera riscritta 500 anni dopo? DALLA REDAZIONE DI NEW YORK NEW YORK — Un linguista di Cambridge nel Massachusetts ha scoperto un verso di un canto o di una poesia in caratteri cuneiformi sugli eventi descritti dall'Iliade, ma antecedente di circa mezzo millennio al poema di Omero. E' certo che si tratti di un'opera troiana: la lingua è quella del troiani, il luvlano, un idioma indoeuropeo dell'Anatolia. Lo studioso è anche convinto che i personaggi dell'Iliade siano realmente esistiti: il greco Priamo, ad esempio, corrisponderebbe al furiano Pariya-Muwas. Il linguista è Calvert Watkins, un esperto degli ittiti, del greci e dei troiani che da circa dieci anni svolge un paziente esame comparato della mitologia e della storia di quei popoli. Il verso da lui scoperto parla di tm'.alata Wilusa», che a suo parere è la stessa .alata Ilios» di Omero. Sulle sue teorie il mondo linguistico e archeologico si è spaccato: il New York Times, che ha pubblicato ieri la notizia, sostiene però che esse stanno diventando attendibili. In breve, la ricostruzione di Watkins è la seguente. Nel 1500 circa avanti Cristo, due secoli prima di quella che era considerata fino a poco fa la data della guerra di Troia, gli achei occupavano già alcune aree dell'odierna Turchia. Essi sarebbero il popolo cui gli ittiti, allora dominatori dell'Asia minore, e con una lingua simile al luvlano, si riferivano come a gente di guerra e di mare, con un potente re al di là delle Isole (proprio questa identificazione è stata sino ad adesso uno dei punti piti controversi). Il professor Watkins aggiunge che la città detta di Milawata dagli ittiti non era altro che Mileto. Che gli Utili spesso tenevano cerimonie religiose in luviano. Che la loro letteratura abbonda di accenni a Troia. Che anch'essi, come i troiani, entrarono in frequenti conflitti con gli achei, concludendoli però quasi sempre con un armistizio. Lo studioso auspica nuovi scavi nella zona di Troia a verifica della sua tesi. E i personaggi? Calvert Watkins non dubita che vi sia stato davvero un Paride che abbia -rubato- al re di Sparta Menelao la moglie Elena, né che sta esistito un Agamennone (sarebbe il potente re al di la delle isole ). Paride — spiega — é un nome luviano. Gli ittiti conoscevano il principe anche come Alaksandus, dal greco Alessandro, il secondo attribuitogli da Omero. Paride lo avrebbe adottato come nome di battaglia nelle guerre con gli achei. Il linguista ha trovato appoggio presso i massimi esponenti dell'archeologia tedesca e inglese: il New York Times annuncia la pubblicazione degli atti di due simposi su Troia che gli darebbero parzialmente ragione. Affascinante e discussa teoria di un linguista americano

Persone citate: Agamennone, Watkins

Luoghi citati: Anatolia, Cambridge, Massachusetts, Milawata, New York, Troia, Turchia