Tutto è perduto, fuorché lo Coppa

Tutto è perduto, fuorché lo Coppa Banco e Granarolo dopo il duplice ko con Real e Maccabi Tutto è perduto, fuorché lo Coppa Le cifre non condannano neppure Bologna - Bianchini: pochi cambi, nessun regista - Townsend: tanta Bibbia, pochi canestri Speravamo In un doppio colpo in Coppa di Banco e Granarolo: e abbiamo avuto un doppio ko, o qualcosa che ci somiglia da vicino. Aspettavamo la msvolta* che cominciasse a tracciare l'identikit delle finaliste e l'abbiamo avuta: il Beai Madrid, col suo motore ipercompresso sempre in bilico fra prepotenea e fragilità, ha prenotato da Roma il volo del 3 aprile per Atene. Insomma, per II nostro basket è stato il giovedì nero di una settimana nera, nella quale fra l'altro è virtualmente uscita dalla «Korac» nientemeno che Cantù: adesso, nelle Coppe ■minori, ci restano da semifinale solo Varese (Korac), Vicenza (Campioni donne), forse Milano e più difficilmente Livorno (Korac), forse Viterbo (Ronchetti). Abbiamo conosciuto giorni migliori. Tornando a Banco e Granarolo, naturalmente tutto è perduto fuorché la Coppa, come insegnano le esperienze del passato e come impone il diabolico equilibrio del girondino a sei. Se ci vogliono 12 punti per andare ad Atene, perfino Bologna ha ancora la possibilità di metterli insieme nei cinque turni di ritorno, cioè in casa con l'Armata, il Real e il Maccabi, fuori con Cibona e Banco. Certo, d'ora in avanti è davvero un eserci¬ zio senza rete, ma se giovedì prossimo il giochino riuscisse contro i russi, poi Bucci avrebbe davanti tire settimane di sosta: al termine delle quali potrebbe anche presentare una Granarolo con cinque minuti d'autonomia in più, quelli che le sono mancati a Madrid e Tel Aviv. Diverso, molto diverso, il caso Bancoroma. Qui non siamo davanti a problemi di condizione, ma a lacune strutturali. La storia è vecchia: il Banco '85 ha poca panchina e punta regia. Se più di un giocatore è in giornata fiacca, Bianchini non sa a chi rivolgersi. Se Townsend, che già playmaker non è, va completamente nel pallone (come giovedì), la squadra regge solo a patto che Stefano Sbarra faccia l'americano: e Sbarra, onestamente, è fior di fighter, ma non può mimetizzarsi da regista di classe per più di dieci minuti a partita. Eppure questo Banco è primo in campionato e ancora secondo, a pari merito, nella classifica reale di Coppa (Real +2, Granarolo -2, le altre a 0). Bianchini può andarne giustamente orgoglioso, perché quest'altro piccolo grande prodigio è figlio delle 'motivazioni' che l'allenatore-filosofo ha saputo ispirare ai discepoli. Anche giovedì Gilardl, core de Roma, ha ri- scalato di vincere la partita da solo, gareggiando in velocità col Real-turbo. «E tutto 11 Banco, anche con qualche uomo in crisi, ha giocato — commentava Sandro Gamba — una partita piena d'Intensità. Poteva anche vincerla, bastava che 11 5° fallo lo facesse Martin e non Flowers.. Effettivamente il Banco poteva anche vincere, ma una antica legge matemattco-cestistica stabilisce che se una squadra arriva a giocarsi tutte le partite negli ultimi tre minuti, prima o poi una la perde. Il Banco aveva battuto in volata l'Armata, la Granarolo, Il Cibona. Neppure Van Steenbergen vinceva tutti gli sprint. E contro il Real, in rettilineo, la loro p*d<ilata sbagliata l'hanno data un po' tutti. Compreso Bianchini, meritandosi quel 'tecnico* sull'81-80. E comprese le tribune, con quelle spreco di arance non proprio onorevole. Più colpevole di tutti, Il pio Ray Toumsend se n'è uscito negli spogliatoi con la convinta affermazione che «la Bibbia Insegna: Dio è giusto, ciò che una volta ti è mancato, la prossima lo avrai». Bisogna avere fede: significa forse che il Banco giovedì 31, ricevendo il Maccabi, avrà due americani anziché il solo Flowers. Gianni Menlchelli Bruco Flowers, unico americano unti Real nel Banco «tradito» da Rav Townsend