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Corso 28 volte il rischio di una Bophal americana Incidenti a catena dalTjjO in un impianto Union Carbide Corso 28 volte il rischio di una Bophal americana DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Ben 28 fughe di isoclanato di metile, la sostanza tossica che ha ucciso oltre duemila persone In India, si sono verificate negli ultimi cinque anni nell'impianto della Union Carbide ad Instltute, nella Virginia occidentale. Una sola, però, sarebbe stata realmente pericolosa. Mentre dalla fabbrica Union Carbide di Bophal, il 3 dicembre scorso, si sprigionarono varie tonnellate di vapori, in quella americana le quantità di veleno disperso vanno da uno a 850 chilogrammi. L'Epa, l'ente per la tutela dell'ambiente, ha ordinato un'inchiesta, e se accertasse che l'isocianato di metile ha varcato 1 «confini» dello stabilimento, incriminerebbe la Union Carbide per aver nascosto gli incidenti La notizia, data per prima dalla televisione Nbc giovedì sera, ha destato profonda apprensione negli Stati Uniti, dove la tragedia di Bophal ha sensibilizzato l'opinione pubblica. Tuttavia, secondo un rapporto preliminare della stessa Epa, gli operai dello stabilimento e gli abitanti di Instltute, che si trova vicino alla capitale della Virginia occidentale. Charleston, non sembrano essere stati colpiti da esalazioni venefiche. Un portavoce della Union Carbide, Thomas Sprlck, ha dichiarato di non poter commentare gli incidenti. La fuga più grave, quella di circa 850 litri fra liquidi e gas, avvenne il primo gennaio 1984: 11 personale riuscì a «catturare» quasi tutte le sostanze fuggite, che vennero eliminate secondo le procedure normali. L'Epa ha deciso di ispezionare l'impianto di Instltute proprio a causa della tragedia di Bophal. La zona, dove sorgono numerose altre Industrie chimiche, è tra quelle con la maggiore incidenza di tumori negli Stati Uniti. Le autorità sanitarie della Virginia occidentale hanno minimizzato la vicenda, affermando che 1 sistemi di sicurezza nella fabbrica della Union Carbide sono stati tutti riveduti nell'ultimo mese. e. c.