Craxi: no, così non va di Ezio Mauro

Craxi: no, così non va Colloquio con il presidente del Consiglio sulla «giornata nera» della maggioranza Craxi: no, così non va «Se qualcuno tira troppo la corda, sto a guardare se finisce impiccato» - «Sono stato io a chiedere udienza a Pertini: volevo parlargli della situazione parlamentare e di tutta la situazione politica, che è molto brutta» - «Non c'è un caso De Michelis. Per me, non è stato nemmeno un incidente» - «Reder? Passerà i sei mesi di libertà vigilata in Austria, anziché in Italia» ROMA — Con un'arancia In mano, presa al volo da un cestino all'uscita del ristorante, Bettino Craxi alle due del pomeriggio entra In mezzo a piazza Navona e alza il bavero del cappotto Lo guardano i turisti, i carabinieri a cavallo, i curiosi, mentre passeggia solitario In mezzo al suo giovedì nero, con Montecitorio che ribolle tra le voci di crisi, un appuntamento al Quirinale che lo aspetta, il governo appena battuto alla Camera, il caso De Michelis Scalzone che scotta. E' vero che 11 presidente del Consiglio l'altra sera ha detto ai suol che se ne voleva andare? •No. non ho pensato di dimettermi — dice Craxi —. Io sono fatto in un certo modo: quando vedo che qualcuno tira troppo la corda, sto a guardare se finisce impiccato. Certo però così non può andare avanti. I franchi tiratori sono cresciuti a sorpresa e a dismisura. E non c'è solo questo. No, cosi non va*. E' 11 capo del governo, dunque, che ha chiesto udienza a Pertini? .SI, sono stato io. Volevo parlargli della situazione parlamentare, e di tutta la situazione politica generale che è molto brutta^. E' un giudizio sugli attacchi dell'opposizione o sulla tenuta della maggioranza? .Penso soprattutto alla maggioranza. Mi sembra che la campagna elettorale sia cominciata un po' troppo in anticipo-. Ma prima della campagna elettorale, c'è da sbrogliare il caso De Michelis-Scalzone. Che ne pensa il presidente del Consiglio? -Che non è una cosa seria — dice Craxi —. Dov'è /'"ubi consistam"? Io so quel che mi ha detto De Michelis: che è andato al Beaubourg per caso, e dunque la cosa non poteva essere né pensata né organizsata; che ha incontrato, per caso, un gruppo di persone e si è fermato a parlare con loro, anche con qualche imbarazzo. Ma che doveva fare, si è chiesto? Dare uno spintene a Scalzone perché se ne andasse, dirgli di costituirsi, avvertire immediatamente il mini¬ stro dell'Interno, come dice qualcuno? Questi mi sembrano i rimproveri che si fanno nei collegi dei preti. Ma andiamo: se vogliamo, diciamo che è stato un incidente, e chiuso. Anzi, per me non è stato nemmeno un incidente-. E che cosa, allora? Un'imprudenza? Perché un ministro della Repubblica incontra un latitante? •Ognuno ha il suo carattere, il suo stile. E poi ho letto che Scalzone a Parigi riceve, e molto, al Beaubourg: ha visto anche Gerardo Chiaromonte, dieci minuti, con i bambini. E allora? Il ministro Scalfaro mi ha detto: sono270 i ricercati italiani a Parigi. Adesso che vado in Francia, se uno di loro mi viene in albergo, che posso farci?-. Ma tutte queste spiegazioni bastano a smontare il caso? De Michelis ha convinto il Consiglio dei ministri? E cosa farà Craxi, con la de che lo chiama in causa ed esige da lui un chiarimento? «/o non devo nessuna risposta a nessuno — dice il presidente del Consiglio —. Ci sono i fatti, il ministro li ha raccontati, e non c'è altro. Basta. Non c'è un caso De Michelis. In Consiglio dei ministri non c'è altro. Basta una vera e propria discussione, perché mi pare che nessuno fosse intenzionato a farla. Su questa storia, su come e perché è nata. De Michelis ha una sua teoria. Chiedetela a lui. Certo è strano che l'incontro di Parigi sia del 5 gennaio, e la polemica scoppi proprio adesso. In ogni caso, mi sono fatto raccogliere il dossier di tutte le minacce del terrorismo, delle Br, a De Michelis, fino all'atten tato sventato. Queste cose non si possono ignorare, facendo finta di niente. I documenti sono a disposizione di chi li vuole-. Ma è vero che il psi si vendicherà di questi attacchi de a De Michelis votando contro Stammatl sull'affare Eni-Petromin? •Vendette, no. Mi pare che il partito abbia deciso per la libertà di coscienza-. Ed è vero che un latitante Importante come Lido Gelli potrebbe essere ar¬ restato, ma manca 11 -via» politico all'operazione? -Non è vero affatto. Non ci sono segnalazioni, che io sappia. Non fresche, almeno-. C'è un altro caso che rischia di scottare, ed è quello di Reder, liberato all'improvviso. Pertini è stato informato? Il governo non teme le reazioni negative dell'opinione pubblica? -Pertini ha saputo la notizia prima che venisse resa pubblica — spiega Craxi —. Ma l'operazione non si poteva non fare. Il governo austriaco insisteva moltissimo, da anni, e negli ultimi tempi la pressione si è intensificata. Li abbiamo convinti a fare ciò che non ai'evano mai accettato: e cioè garantire il rispetto della sentenza italiana che prevede per Reder ancora sei mesi di libertà vigilata: invece di trascorrerli in italia, li passerà in qualche residenza austriaca. C'è stato uno scambio di protocolli con gli austriaci: lo volevano libero, poi hanno accettato la no¬ stra tesi-. Ma perché questa operazione mattutina, misteriosa? • Per motivi di sicurezza. L'unica cosa misteriosa, a dire il vero, perché a Natale ci hanno chiesto di rinviare la decisione su Reder, visto che il Comune di Marzabotto stava per riunirsi e dare il suo assenso alla liberazione-. Chi lo aveva chiesto? -Non importa. Il fatto è che è stata detta una cosa, e se n'è fatta un 'altra-. Ma intanto, anche su Reder, i comunisti attaccano. Cosa pensa Craxi della strategia di Natta, della «rivoluzione copernicana- adottata dal pei nelle giunte, con l'apertura alla de? -Che sono davvero rivoluzionari. Si, questa è una vera rivoluzione. Ma non credo che nasca all'improvviso. Può crederlo solo qualche giornalista die non frequenta i corridoi di Botteghe Oscure e piazza del Gesù. Ci saranno stati contatti, mezze parole. Esistono i bar, ci si può vedere o sentire, ci sono i telefoni-. E cosa risponde il segretario del psi a De Mita, che chiede alleanze a cinque anche in periferia? •Non è così semplice. Perché nessuno va a vedersi la inappa complessiva delle giunte locali? Le situazioni sono diverse: esistono realtà iti cui il psi è fuori, e la de governa insieme con il pei-. E' vero che 11 presidente del Consiglio era molto soddisfatto dell'opcrazIone-Torino? •Soddisfatto solo perché l'aveva previsto Quando successe lo scandalo, proponemmo di cambiare giunta: e con la giunta, è ovvio, doveva cambiare anche il sindaco. E invece no. Il pei disse che non si poteva toccare Novelli, che bisognava aspettare le elczioni europee e poi ci sarebbe stato il cambio. Poi. non è successo niente. Ma non sono più riusciti a tenere-. Resta l'economia: tra ottimismo e pessimismo, come sarà l'85? •! dati di gennaio sono positivi — dice Craxi —. Anzi, sono una sorpresa, perché temevamo che l'inflazione ripartisse, invece è rimasta ferma. Febbraio è ancora un brutto mese; ma intanto la partenza dell'anno è positiva-. E resta, ancora, la gran corsa per il Quirinale. Non è stato un po' freddo l'appoggio di Craxi a Pertini per la rielezione, nell'ultima •Tribuna politica.? •£ perché? Cosa dovevo dire? Non credo che avrei fatto un favore al presidente dichiarando che è il candidato dei socialisti. L'ho difeso dall'accusa di Merzagora per l'età. Ho detto che lo voteremo, se ci saranno le condizioni politiche. Mi sembra oi>vio e giusto: non bastano 70 parlamentari per fare un presidente. Ma è presto per capire cosa succederà. La lista è lunga, molto lunga-. Qualcuno dice che c'è anche il nome di Bettino Craxi. E' vero? .No. Rt'ngrazio, ma in questa corsa io non ci sono-. Ezio Mauro

Luoghi citati: Austria, Comune Di Marzabotto, Francia, Italia, Parigi, Roma, Torino