A Milano niente Sei giorni
A Milano niente Sei giorni Rinuncia ufficiale della Fci per il crollo del tetto del Palasport A Milano niente Sei giorni Il Vigorelli recuperabile entro aprile, ma le ruspe rovineranno il campo per il football americano MILANO — E' ufficiale: per quest'anno, a causa del crollo del tetto del Palasport, niente Sei giorni ciclistica. Il presidente della Federazione, Agostino Omini, solo ieri si è rassegnato alla rinuncia, divenuta ormai Inevitabile, e da domani comincerà a pensare, senza nascondere qualche preoccupazione, all'edizione del 1986, visto che non e affatto pacifico che per quell'epoca il velodromo coperto milanese sia tornato agibile. La decisione appariva obbligata fin da giovedì scorso, ma Omini non si è rassegnato fino a ieri. Come ha raccontato, si è dato da fare per salvare questo appuntamento attesissimo dagli appassionati. Le Cifre lo dimostrano: l'anno passato gli spettatori paganti furono oltre 150.000, la stessa cifra che il Palalido è riuscito a raggranellare nell'arco di dodici mesi di attività. Il presidente della Fci ha interpellato l'Ente Fiera per vedere se era possibile tornare nel glorioso, vecchio palazzo di piazza Sei febbraio che vide nascere la Sei Giorni. Ma gli ostacoli sono stati insormontabili: In primo luogo 11 padiglione è occupato sino all'ìl febbraio (troppo tardi, perché l'attività ciclistica su strada incomincia già il 20), Inoltre la vecchia pista di legno (sballottata da anni da un magazzino comunale all'altro) è ormai distrutta almeno al quaranta per cento. Accantonata anche la possibilità di servirsi di una pista smontabile prodotta in Gran Bretagna per l costi eccessivi (almeno 500 milioni) che avrebbe richiesto l'installazione di tribune sufficienti. Per quanto riguarda 11 Vigorelli (dove sono crollate le tettoie) più che 11 ciclismo (per aprile 1 lavori necessari saranno finiti) è preoccupato il football americano. Il presidente dell'Associazione (non c'è ancora una federazione), Giovanni Colombo, ha già pagato 700 milioni per i lavori di ripristino (i ciclisti hanno pagato un miliardo) ed è di- sposto ad aiutare ancora il Comune in cambio di un allungamento del periodo di uso del campo. Il problema, oltre ai tempi necessari, è il terreno di gioco che le gru ed 1 camion, necessari per riparare la tettola, sicuramente distruggeranno. L'Associazione di football americano sarebbe disposta ad assumersi egualmente la responsabilità di condurre i lavori di ripristino, a condizione di non essere poi lasciata da sola a pagarne i costi. «Non slamo pessimisti — hanno detto Omini e Colombo — anche perché alle elezioni amministrative mancano appena novanta giorni ed i politici hanno le antenne, in questi casi'. E' stato anche annunciato che il Coni è disposto ad anticipare al Comune parte dei quattro miliardi che ha concordato da tempo di versare come contributo alla costruzione, da parte municipale, di impianti per 40 miliardi e questo dovrebbe risolvere qualsiasi problema di finanziamento. , m. i.
Persone citate: Agostino Omini, Giovanni Colombo, Omini, Vigorelli
Luoghi citati: Gran Bretagna, Milano
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