Specchio dei tempi

Specchio dei tempi Specchio dei tempi Poche lire per far vivere un bimbo lontano - Restituire il Corso alla città «Caselle: non funzionano i telefoni, figuriamoci gli aerei» - Sempre gli stessi a pagare - Lavoratrice (ahimè) madre - Niente ecografia a Chieri ritrovo che ha visto passare almeno tre generazioni. Rammarico acuito dalla constatazione che le banche tianno, un po' alla volta, appropriandosi di prestigiosi palazzi, togliendoli a un uso popolare'o culturale. .L'ingresso e t foyer del Corso meritano di essere salvati e potrebbero costituire con la sala, eventualmente ridotta di capienza, un eccellente centro convegni: destinazione die gratificherebbe l'istituto bancario di un concreto impegno civico e culturale In favore della città. Sarebbe opportuno che la civica amministrazione sollecitasse questa soluzione*. Q. F. Gandolfo Un lettore ci scrive dagli Stati Uniti: •Desidero segnalare il totale disservizio ancora una volta offerto dall'aeroporto di Caselle e dai voli che colà fanno capo. Il 2 gennaio dovendo riconfermare il mio rientro a New York via Parigi con volo Alitalia della mattina successiva, fui co¬ stretto a fare ripetute telefonate all'aeroporto tra le 18 e le 19,30, tutte rimaste sema risposta, come se i telefoni dall'altra parte fossero stati staccati. •Infine, tramite La Stampa, ottenni un numero di servizio dell'AUtalia che ri-spose, senza tuttavia potermi rassicurare sull'esistenza del volo. Purtroppo, poi, pare per nebbia, l'aereo Alitalia per Parigi non atterrò a Caselle nella notte o forse il volo fu cancellato per altri motivi. Dopo awr rifiutato un'offerta Alitalia di un passaggio a Pisa (avrei perso la coincidenza a Parigi), non essendo disponibile un pullman per la Malpensa, fui costretto a recarmi in auto alla Malpensa dove non c'era nebbia e la Tiva era in orarlo*. Marlk Bosla Una lettrice ci scrive da Alessandria: «Quando il raccolto è sovrabbondante non cala il prezzo, ma si inonda al macero ogni ben di Dio. Quando il raccolto è distrutto dal gelo i prezzi triplicano, come accade in questi giorni. Chi paga? I soliti consumatori, naturalmente*. Marianna Una lettrice ci scrive: .Sono una lavoratrice madre alle dipendenze del Comune di Torino e Gradirei, da chi di competenza, delucidazioni in merito a quanto segue. .Ormai da un anno attendo (invano) che il Comune mi restituisca una cospicua somma (già trattenutami mensilmente sul mandati di pagamento) relativa ai periodi di congedo straordinario causa malattia del figlio d'età inferiore ai 3 anni, questo nonostante la nuova legge preveda che detti periodi vadano retribuiti, con diverse modalità, per un totale di 3 mesi l'anno e con effetto retroattivo al 1981. .Dagli uffici di ragioneria mi rispondono che esiste una lista di lavoratrici nella mia stessa situazione, die questa somma un bel giorno et verrà Un lettore ci scrive da Cervo (Imperia): •Mi ha colpito la lettera d'un lettore die si rammaricava di non poter far nulla per i bambini del Terzo Mondo. Esistono organizzazioni internazionali che adottano finanziariamente bambini africani o indiani. • Non so se ci sia qualcosa del genere anche in Italia. Personalmente, ho potuto "adottare" una bambina del Kenya grazie a "Aide et Action " che ha sede in Francia, Rue de la Réunlon 78/80, 75020 Parigi. Con 100 franchi al mese (circa 20 mila lire), una spesa proprio modesta, so che la mia "figlioccia" ha possibilità di nutrirsi, di seguire la scuola. • Ho ricevuto una foto e tre volte l'anno mi mandano un resoconto dei suoi progressi scolastici*. M. Paulis Un lettore ci scrive: .Mi riferisco all'articolo "15 nodi da sciogliere" pubblicato il 2 gennaio, dove appare la notizia che l'ex cinema Corso diventerà sede di banca. E' evidente che la localizzazione del vecchio cinema abbia attirato l'interesse di un istituto bancario, cui non mancano certamente capitali per una formidabile ristrutturazione. .Resta nei torinesi il rammarico per la perdita di un data, ma grazie a chi e quando non è dato sapersi. Che ci abbiano dimenticate?*. Segue la firma Una lettrice ci scrive da Baldissero: •Sono un'assislita dell'Unità sanitaria di Chtert e, necessitando di una ecografia, mi sono recata dallo specialista. Ottenuta l'autorizzazione, sono stata informata die la mia Usi non fornisce questo servizio e costretta a' rivolgermi a una struttura pubblica di Torino dove, con queste strade e questo tempo, sono obbligata a recarmi ■ una prima volta per la prenotazione, una seconda per eseguire l'esame e una terza per ritirare l'esito. .Mi è stata Infatti negata l'autorizzazione a rivolgermi ad uno studio privato, che mi avrebbe risparmiato almeno due viaggi, energia, tempo e danaro. .Ora vorrei porre ai responsabili dell'Unità sanitaria di Chieri due domande: come se la cavano le persone anziane ammalate e sprovviste di amici o parenti disposti a correre per loro? Perdié l'Usi di Chieri non provvede a prenotare d'ufficio i propri pazienti presso un'altra Unità sanitaria? Basterebbe una piccola intesa tra le due strutture pubbliche*. Anna Tesio

Persone citate: Anna Tesio, Gandolfo