Campania, disastro dopo il gelo di Francesco Santini

Campania, disastro dopo il gelo Viaggio nelle aree del Sud dove il maltempo ha provocato gravi danni Campania, disastro dopo il gelo Tremila aziende di floricoltura in dissesto: distrutte 35.000 piante di garofano, 350.000 fiori in agonia L'assessore regionale all'agricoltura: «200 miliardi di perdite» - Milioni di limoni rimasti senza succo sui rami tra Punta della Campanella, il Vesuvio e Vietri sul Mare - «Ci devono riconoscere lo stato di calamità» DAL NOSTRO INVIATO NAPOLI — Il vento arriva dal mare e innalza il termometro. Dopo 11 grande gelo, ecco, nel sole della penisola sorrentina, la geografia del disastro. In questo momento decine e decine di milioni di fiori muoiono nel trionfo del colori e del profumi dolciastri di corolle senza vita. Nelle serre protette dalla plastica, miliardi di steli svuotati dal freddo si piegano in una danza macabra sollecitata dallo scirocco che penetra dal teli squarciati. Ercolano, Pompei, Castellammare, Vico e Sorrento vivono le ore terribili della distruzione. Tremila aziende di floricoltura coniano danni per miliardi. La neve ha bruciato ogni speranza di raccolto. E il dramma s'avverte subito entrando verso Napoli, a Nord della città, nelle superile! limitate del Comuni costieri ed interni. E al Sud, tra i centri vesuviani, nella fascia di maggior sviluppo floricolo, la morte del boccioli ha momenti di angosciante desolazione. L'eleganza gialla e arancione delle strellzie, il rosso carnoso e il rosa degli anthurlum hanno la consistenza pastosa del marciume. E più avanti il profumo delle fresie e degli iris si confonde con l'agonia del narcisi sul terreni più freschi di Castellammare e di Pompei. Il disastro dei garofani è spettrale nel rosa, nel rosso e nelle qualità screziate che erano 11 vanto della penisola sorrentina. I cani corrono impazziti nel piazzale. A Ercolano, subito dopo gli scavi archeologici, nella casbah della speculazione edilizia, s'allineano le serre dei Cozzolino. Hanno cominciato con i fiori quarantanni fa, sull'esempio del dottor Ernice, un agronomo della zona che ha una bella proprietà a poche centinaia di metri dal loro terreno. Vincenzo è il capofamiglia. La gelata ha distrutto 35 mila piante di garofani. Trecentocinquantamila fiori sono In agonia e Vincenzo Cozzolino accarezza gli esemplari più grandi con un gesto lieve della mano. Ha accanto i cugini, Antonio e Mario. Nel volto scuro tacciono, Ma anche per loro quel 6 gradi sotto zero della prima settimana di gennaio hanno portato un danno economico di una trentina di milioni per nucleo familiare. Si sostituiscono 1 teloni trasparenti abbattuti dalla neve, si rinforza il terreno in attesa delle nuove talee. I Cozzolino, con un moggio e mezzo a famiglia, hanno perduto un milione di garofani, ma adesso che le talee sono in arrivo dall'Olanda preparano 11 terreno, lo purificano con iniezioni e passaggi rapidi di lame. La Campania nel fronte del gelo traccia un bilancio. Il democristiano De Rosa, 56 anni, è in partenza per Roma. Da assessore all'Agricoltura, ha chiesto al ministro Pandolfi lo stato di calamità naturale. «£' il Consiglio dei ministri — dice con preoccupazione — che deve riconoscere con un decreto l'eccezionalità del momento: contiamo, ma in via di ipotesi, almeno 200 miliardi di perdite.. Per la Regione Campania il colpo è vastissimo. Su 1 milione e 200 mila ettari di superficie agraria e forestale, 1 milione di ettari è utilizzato per l'agricoltura. Novecentomila sono gli addetti. Il dottor Postiglione, responsabile della Regione, sentenzia rapido: .Ovunque il freddo s'è fatto sentire: Sono persi gli orti di Caserta, di Napoli, di Salerno. Centoundlcimila ettari di disa¬ stro, di produzione andata all'aria. Sono in crisi i settori frutticoli. Il pesco, 11 susino, il melo e l'albicocco sono compromessi. Il comparto mediterraneo del noce, del nocciolo e dell'olivo ha ricevuto colpi imponderabili. Il tabacco è distrutto. Oli agrumi della penisola sorrentina e della costiera amalfitana sono a terra. Un mare rosso d'aranci s'estende nel giardini protetti dalle pagliarelle. Milioni e milioni di limoni restano Ischeletriti e senza succo sui rami, nei 1400 ettari tra Punta della Campanella, il Vesuvio e Vietri. I noccioli del Nolano sono afflitti dalla necrosi. Nell'entroterra irpino olivi e noci, almeno per un palo d'anni, non daranno frutto. La situazione non è diversa a Caserta, nei 9000 ettari del suol oliveti e nei 19.000 dei frutteti. Dice De Rosa: «Per i 900 mila addetti all'agricoltura della Campania, mai si era avuto un momento tanto difficile: Ricordano le gelate del '56 e del '64. «Afa allora il danno fu più basso: le colture specializzate o in serra ancora dovevano arrivare'. ■ Sorrento è nel sole. La statale è libera sino ai tornanti di Positano. Verso Amalfi gruppi di anziani tedeschi siedono lungo la carreggiata con il volto fisso al mare. Una ragazza più giovane tenta l'abbronzatura. Altri aprono le camiciole sottili con disegni californiani. Dietro, 1 pergolati nascondono lo scempio del gelo, del mare arancione degli agrumi .buoni soltanto per l'industria». Nella proprietà dei Maresca hanno teso tra gli alberi le reti del pescatori. Tentano di recuperare gli aranci che qui rimangono sulle piante fino a settembre. Il primo raccolto è perduto. La necrosi del picciolo disidrata frutti già- grandi. I Maresca, su due ettari di pergolato, hanno perso almeno 600 quintali di arance. Tra le pertiche di castagno e le pagliarelle di canne sottili, i rami lasciano andar via le foglie e anche per l'anno prossimo la filloptosi annuncia l'assenza del raccolto. Maresca ha perso 6 milioni. Ma 1'agrohomo che per conto della Regione è venuto a visitare l'azienda al centro di Sorrento, subito aggiunge: 'Parlano di 6 milioni su due ettari soltanto perché non considerano il costo del lavoro dell'intera unità familia- re"' Francesco Santini