Lo S€udo spaziale diviene realtà ma sarà completato solo nel 990
Lo S€udo spaziale diviene realtà ma sarà completato solo nel 990 Lo S€udo spaziale diviene realtà ma sarà completato solo nel 990 DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Progetto «Teal ruby» è il nome dato dal Pentagono alla prima missione segreta dello Shuttle, con cui s'inaugura di fatto il piano delle guerre stellari (o dello scudo spaziale come lo chiama il presidente Reagan). Il rubino è rosso, ma «Teal» rappresenta un colore tra il verde, l'azzurro e il grigio: il Pentagono lo ha scelto per indicare la complessità dei compiti del satellite superspla a bordo del Discovery. Il direttore dell'Agenzia di ricerche per la Difesa. Robert Cooper, ha cosi illustrato il progetto al Congresso, lo scorso maggio: -Teal ruby» ha detto «è l'insieme degli esperimenti nel costr.™ sulla sorvegliamo e l'individuazione dei missili, degli aerei, e di altri oggetti In movimento iteli'atmosfera e in orbita». In altre parole è il primo passo verso il dispiegamento nello spazio di un sistema elettronico che servirà al Pentagono come infrastruttura per l'intercettazione e la distruzione delle armi sovietiche. Gli sviluppi futuri del progetto sono protetti dalla massima riservatezza. Un'altra missione segreta dello Shuttle era in programma per il 20 febbraio prossimo, ma il Pentagono l'ha cancellata per «motivi tecnici». Il Challenger partirà regolarmente, ma senza 11 carico militare previsto a bordo. Tra l'equipaggio ci sarà invece il primo uomo politico della storia a essere impegnato in un'impresa spaziale: il senatore Jake Garn, repubblicano dello Utah, ex pilota d'aviazione, formidabile atleta ancora a 52 anni, e capo della sottocommìssione Ricerche spaziali. Indipendentemente da «Teal ruby... tuttavia, tra l'aprile e il giugno venturi il Pentagono collauderà la sua prima arma antlsatellite: si tratta di un minimissile orbitale con computer incorporato, lanciato da un aereo in volo ad altissima quota. Quest'arma è assai più duttile e precisa dei satelliti killer sovietici. Al Congresso. Cooper ha spiegato che avranno una parte importante nel programma delle guerre stellari i satelliti generatori di energia atomica, perché manterranno in vita non solo gli altri satelliti ma anche le eventuali piattaforme spaziali. Attualmente, il Pentagono impiega ancora per le sue missioni mastodontici missili in grado di lanciare in orbita qualsiasi oggetto, come hanno sempre fatto i sovietici. A poco a poco, però, li sostituirà con lo Shuttle: sono previste tra otto e dieci missioni all'anno, col Discovery, il Challenger e 11 Columbia. In teoria, il programma delle guerre stellari potrebbe compiere una svolta decisiva Intorno al 1990. Per allora, infatti, gli Stati Uniti dovrebbero disporre della loro prima stazione orbitante. Tre grandi aziende americane, la Lockheed, la Trw e la Hughes hanno proposto al Pentagono 11 sistema cosiddetto della collana: sette Shuttle, in altrettanti voli successivi, installerebbero in orbita le infrastrutture per il supporto di un «modulo» della lunghezza di circa dieci metri, in cui sei astronauti potrebbero vivere per novanta giorni 450 chilometri sopra la Terra. Successivamente, altri due moduli potrebbero aggiungersi al primo, ospitando un totale di 18 tra civili e militari. Non si sa ancora se il presidente Reagan darà la precedenza alla Difesa o alla Nasa, ma dai diversi bilanci appare chiaro che propende per la prima. Già nel 1983, il Pentagono disponeva infatti per le ricerche nello spazio di otto miliardi e mezzo di dollari, oltre 15 mila miliardi di lire, contro i sei miliardi e mezzo dell'ente civile. e. c.
Persone citate: Cooper, Hughes, Jake Garn, Robert Cooper
Luoghi citati: Columbia, New York, Stati Uniti, Utah
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