Gerusalemme sola di fronte ai disastri della sua guerra di Giorgio Romano

Gerusalemme sola di fronte ai disastri della sua guerra Gerusalemme sola di fronte ai disastri della sua guerra NOSTRO SERVIZIO TEL AVIV — La decisione israeliana di ritirare unilateralmente le truppe dal Libano è stata caldeggiata dai militari c avversata soprattutto da quella fazione del Likud, il partito di Begln, che aveva voluto il prolungamento dell'occupazione, e per la quale approvare lo sgombero equivale ad ammettere che la campagna è stata un disastro. Lo Stato Maggiore considera la scelta attuale un male minore, e si rende conto del fatto che restano molte incognite, soprattutto sulle fasi successive del ritiro: se dovesse esservi un ritardo (per Intervento di Damasco, per bombardamenti sulla Galilea, per inadeguata risposta dell'esercito del Sud del Libano), le conseguenze potrebbero essere gravi. Nella prima fase, Israele rinuncia al controllo di 500 dei 2800 chilometri quadrati che finora ha tenuto in mano; otto o dieci settimane dopo, le sue truppe si ritireranno dal Jebel Barukh; Infine, all'inizio dell'autunno vi sarà il ripiegamento sul confine internazionale, lasciando all'«EsercIto del Libano Sud», suo alleato, il compito di sventare il terrorismo. Come ha detto ripetutamente il ministro della Difesa Rabin, Gerusalemme è decisa ad attuare il plano indipendentemente da quanto potrà accadere nel territori che abbandona, dove la ripresa della guerra tra milizie è molto probabile. Nella frase: -Israele non può essere il poliziotto del Libano- è implicito il riconoscimento dell'errore compiuto con la pretesa di aiutare o salvare una delle comunità, Nessuno sa che cosa potrà succedere tra gli 80 mila sciiti, 145 mila sunniti, i 20 mila cristiani e i 70 mila palestinesi che vivono nella regione di Sidone. Nessuno sa se l'esercito di Beirut e le truppe dell'Onu saranno in grado di evitare un'esplosione di violenza. Dopo il primo ritiro dallo Chouf, nel settembre '83, che diede luogo a sanguinose lotte intercomunltarle, Israele non ha guadagnato nulla nel mantenere il controllo su una popolazione di 650 mila civili i cui sentimenti nel suoi confronti sono divenuti sempre più ostili. Inoltre, ha perduto vite, si è alienato molti alleati, e ha speso somme ingenti, La decisione costringe Gerusalemme ad affrontare anche un problema interno: l'opposizione di quegli abitanti dell'Alta Galilea che non si sentono più protetti dall'ampia fascia di sicurezza che l'occupazione aveva posto tra Israele e 11 Libano. Giorgio Romano

Persone citate: Rabin