Togo, un'isola nel «mal d'Africa » di Tito Sansa

Togo, un'isola nel «mal d'Africa » Pace, benessere, patriottismo, e un dittatore illuminato che regna da 18 anni su una nazione di taglio europeo Togo, un'isola nel «mal d'Africa » Neanche tre milioni d'abitanti, strade pulitissime, criminalità ridotta al minimo, culto dell'ordine e del puritanesimo ma anche molta allegria - L'onnipresenza del «patron», il presidente Eyadema - Germania e Francia hanno lasciato tracce diverse, che però si integrano bene - Contrabbando di lusso con la Nigeria DAL NOSTRO INVIATO LOME' — Il primo Impatto con 11 Togo — Paese che si vanta di essere aperto a tutte le Idee — è scoraggiante. All'aeroporto Internazionale di Tokain l'«011vetti» portatile viene strappata brutalmente di mano al giornalista e sequestrata. Verrà riconsegnata soltanto dopo che la polizia avrà riempito un foglio dei suoi caratteri. Il motivo: di tanto in tanto vengono diffusi testi ciclostilati in francese (che tutti parlano benissimo) di critica al regime del presidente Guassembge Eyadema e la polizia scientifica cerca di Identificarne gli autori raccogliendo in un archivio tutte le matrici delle macchine per scrivere esistenti nel Paese. Un rappresentante tedesco ne ha più di 300 in magazzino, tutte sotto controllo, e ogni volta che vuole venderne una deve chiedere permessi speciali, «come se si trattasse di una mitragliatrice^. Esiste dunque un'opposizione al regime dell'ex sergente delle truppe coloniali francesi Eyadema, che da 18 anni, dal gennaio del 1967, è ininterrottamente al potere a Lomé? «JVo — dicono al ministero dell'Informazione — i pochi oppositori sono all'estero, in Costa d'Avorio, nel Ghana, a Parigi, ma non han- no né idee né capi. In quanto ai volantini, sono di gualche testa calda, non hanno seguito-. Lo conferma un diplomatico occidentale: «De/ resto, quali motivi dovrebbero avere i togolesi per opporsi al loro presidente che ha trasformato il loro piccolo Paese in un'oasi di pace nel Continente africano, eliminato il flagello della fame e dato loro l'autosufficiema alimentare? Perché contestare un leader che è riuscito a mantenere l'autenticità africana e nello stesso tempo a fare di Lomé una città moderna, con decoro occidentale, dotandola del complesso alberghiero più importante di tutta l'Africa, in cui si sono tenute piii di cento conferenze internazionali? Non è certo casuale che il Togo venga chiamato la Svizeera del Continente nero: In questa Svizzera dalle strade pulitissime (ci pensano gli «animatori» delle 53 cellule di fedelissimi al regime), dove è stata eliminata la criminalità, dove sono stati vietati 1 film pornografici, dove sono state varate leggi per la protezione della donna, dove chi mette incinta una minorenne viene escluso dai pubblici incarichi, dove gli abitanti fanno la doccia due volte al giorno e indossano abiti che sembrano sempre freschi di lavanderia, la simbiosi tra mondo africano e mondo dell'uomo bianco, tra passato e presente, è riuscita. Artefice del successo togolese, della stabilità politica di questo piccolo Paese di neppure 3 milioni di abitanti in una zona avvezza al colpi di Stato, è senza dubbio 11 presidente Eyadema, un gigante nero con 49 anni e (dicono) 36 figli, che dal missionari protestanti ha appreso l'arte del compromesso e nell'.Armée» francese quella della disciplina. Benché militare di carriera, parla sempre di pace («Nutifafà» in lingua ewé) predica il dialogo e la concertazione e rifiuta tenacemente l'impiego delle armi. Ha avuto si la mano un po' pesante con gli oppositori, molti del quali sono in prigione, ma senza spargimento di sangue, ed è riuscito a restituire una coscienza nazionale ai suoi sudditi, 1 quali lo chiamano semplicemente «Le patron». Il patron è onnipresente: in tutti gli uffici è appeso un suo ritratto, la sua effigie è portata sulle camicie, ci sono perfino orologi da polso con 11 suo volto che compare allo scoccare di ogni ora, quando viene fatto 11 suo nome i fedeli si alzano in piedi e battono le mani cantando e danzando, dinanzi al Parlamento (unlpartltico) gli hanno eretto una colossale statua con i proventi di una colletta popo¬ lare in 'Segno di gratitudineperche è rimasto alla guida del Paese dopo aver dato le dimissioni. E' accaduto nel 1971, quando (fatto eccezionale per un «putschlsta») Eyadema aveva annunciato che la sua missione era terminata e, come Cincinnato, sarebbe tornato al suo lavoro precedente, in questo caso la caserma. Vi fu allora un'ondata di proteste, ed Eyadema venne rimesso in carica a furor di popolo. Al culto della personalità per 11 patron, che all'osservatore europeo fa apparire il Togo come una dittatura di destra (la quale peraltro sembra assai gradita ai togolesi, gentili, sempre sorridenti, gioiosi), al diffuso senso del «law and order» e di puritanesimo, ereditati dai periodo di colonizzazione prussiana, dal 1884 al 1914 (ma allora nella «Musterkolonie», la co¬ lonia modello, la regola era quella di «Ruhe und Ordnung», tranquillità e ordine), fa riscontro una straordinaria libertà personale. - tedeschi hanno lasciato tracce, la casa del marinaio si chiama sempre «Seemannshelm», accanto c'è il ristorante-birreria «Alt Munchen», ci sono ancora grandi vecchi, come il «re» di Kpallmé, Apetho II, abbonati a settlmanli che arrivano dalla Germania. Sono diffusi il senso dell'ordine e della pulizia, dell'obbedienza e del rispetto. Ma 1 50 anni di «mandato» e poi di «tutela» francese, e soprattutto la natura, allegra dei togolesi (assai diversa da quella bellicosa dei popoli vicini) hanno avuto il sopravvento, creando un'atmosfera indefinibile e impalpabile, un misto di felicità e di entusiasmo, di decorosa fierezza di chi si sente diver- so e migliore. Indescrivibile l'entusiasmo popolare durante la parata militare, per niente marziale, nella «giornata della liberazione» sul lungomare di quella che una volta si chiamava la Costa degli Schiavi. Soldati barbuti che marciano, quasi danzano, a passo lentissimo, come pantere pronte al balzo, e cantano -Auprès de ma blonde-, -Glory, glory, alleluia- o -meln Valer war ein Wandersmann-, migliala e migliaia di attivisti, di danzatori sfrenati, di maschere, di ginnasti, di stregoni venuti dall'interno, di tribù multicolori. Battelli completamente neri sono attraccati ai moli del porto dì Lomé, dotati di sei e perfino otto motori. Sono quelli dei contrabbandieri, che nelle notti senza luna sfrecciano velocissimi verso la Nigeria (i cui confini sono stati chiusi dal governo di Lagos) per portare generi di lusso, che quaggiù sono abbondanti e a basso prezzo, riportandone petrolio. Questi battelli neri sono un po' il simbolo del Togo — dice un diplomatico occidentale — di questo Paese dove gli ospiti vengono trattati come sovrani, a base di salmone nor-, vegese, Champagne di Reims, ostriche della Normandia, e sigari Davidoff, dove molto è vietato, poco è permesso ma tutto viene tollerato, dove si ha l'impressione che 11 Carnevale duri tutto l'anno. Il giorno in cui i battelli potranno diventare bianchi, grazie alla politica di buon vicinato, forse non è lontano. Tedeschi e francesi, che non nascondono di vedere di buon occhio la «dittatura di destra» di Guassembge Eyadema, da sempre si danno da fare, imitati ora anche da cinesi, russi, giapponesi, coreani. Il ministro degli Esteri togolese, Amega, dice: -Gradiremmo avere anche gli italiani.. Nel Continente africano scosso da frequenti colpi di Stato, il Togo è un -buon "pied-a-terre" dell'Occidente-. Lo dice un diplomatico, non certo uomo di destra, spiegando che 11 sequestro di una macchina per scrivere -non è poi la fine del mondo-. Tito Sansa

Persone citate: Eyadema