Un fiume di capitali dall'estero fa da contrappeso al deficit Usa

Un fiume di capitali dall'estero fa da contrappeso al deficit Usa Venduti in Europa titoli americani per 250 mila miliardi di lire in 4 anni Un fiume di capitali dall'estero fa da contrappeso al deficit Usa DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Alla riunione delle cinque grandi dell'economia mercoledì e giovedì a Washington, si è discusso anche di uno del fenomeni più Importanti verificatisi nella finanza internazionale negli ultimi anni: l'espansione del cosiddetti eurotltoli, cioè del mercato europeo di titoli al portatore americani denominati in dollari. Questa espansione è la conferma che 1 capitali affluiscono dall'Europa negli Stati Uniti perché attratti non solo dall'alto livello dei tassi di interesse ma altresì dalla forza dell'economia. Alla luce del fenomeno, 11 messaggio del ministro del .Tesoro americano Regan, che la stabilizzazione dei mercati del cambi dipende innanzitutto dalla ripresa economica dei Paesi della Cee, acquista un significato molto preciso. La éolomon Brother, una delle più grandi agenzie di Borsa, e la First Boston Bank, una delle banche più quotate, hanno analizzato l'altro ieri i dati del mercato di «eurobonds», come viene chiamato. Esse hanno accertato che le grandi società americane hanno raccolto all'estero, nell'84, oltre 70 miliardi di dollari, quasi 140 mila miliardi di lire, due volte tanto che nell'83. Complessivamente, negli ultimi quattro anni, ossia dall'avvento al potere di Reagan, hanno rac- colto circa 125 miliardi di dollari, 250 mila miliardi di lire. Vale la pena di notare che gli investimenti stranieri nel titoli di Stato Usa sono cresciuti con altrettanta rapidità. Secondo 1 calcoli della Solomon Brother e della First Boston Bank, nello scorso quadriennio il governo americano è riuscito a procurarsi oltre 68 miliardi di dollari, circa 135 mila miliardi di lire. Conviene altresì tener presente che soltanto In nuovi titoli, e soltanto sulla piazza di Londra, l'anno scorso la finanza privata americana ha portato via all'Europa 21 miliardi di dollari, 40 mila mi- llardl di lire. Qui sta la chiave del successo della «Reaganomics»: lo spaventoso deficit del bilancio dello Stato, 200 miliardi di dollari. 400 mila miliardi di lire, e quello ancora più Inquietante del conti correnti, quasi 170 miliardi di dollari dall'81 all'84 compreso, si sono rlequilibratl grazie all'afflusso del capitali stranieri. Ma c'è un'altra faccia della medaglia: a partire dal 1985, proprio In seguito a questi inattesi sviluppi, la superpotenza minaccia di diventare un Paese debitore. Hans Joerg Rudloff, vicepresidente della First Boston Bank sulla piazza newyorkese, adduce sostanzialmente due ragioni per 11 boom del mercato degli «eurobonds». «£' tradizionale in Europa la sfiducia nei confronti dei titoli di Stato: la storia degli ultimi ottant'annl spiega perché, il fisco II'penalista" fortemente, e le cadute del governi li rendono a volte inservibili. Gli europei inoltre sono fortemente attratti dall'anonimato dei titoli al portatore americani, che, talora, è inutile nasconderlo, consentono evasioni fiscali.. Hans Joerg Rudloff predice una parziale fusione del mercato del capitali europeo e di quello americano.. Precisa anzi che .anche se si dovesse verificare una caduta del dollaro net prossimi mesi, questa tendenza alla internazionalizzazione dei due mercati, e una loro crescente identificazione, non si fermerebbe: avremmo semplicemente una denominazione in monete diverse del vari titoli, poniamo in marchi tedeschi, in yen giapponesi o in franchi svizzeri: La Solomon Brother ha precisato cosi i concetti emersi alla riunione delle cinque grandi a Washington. «L'approccio monetario e gli incentivi del fisco all'espansione nel Paesi europei sono molto cauti... I progressi nel ridurre gli ostacoli all'aumento della produttività sono lenti... Una inversione dell'attuale tendenza del capitali ad affluire negli Stati Uniti pare perciò ancora lontana... Sarebbe necessario che l'Europa attuasse una politica economica piti radicale per realizzarla... Nel momento in cui l Paesi europei formuleranno strategie piti dinamiche, e si sganceranno in parte dall'attuale dipendenza dalla strategia americana, st avrà una stabilizzazione dei mercati del titoli e di quelli dei cambi.. Anche a questo proposito, l'opinione americana è che i regolamenti debbano essere i più elastici possibile. Ennio Caretto • FMI — L'Argentina ha rimborsato appieno 11 prestito ponte di 500 milioni di dollari accordatole dal Tesoro statunitense il 28 dicembre. Lo rende noto il dicastero Usa, precisando che 11 rimborso è stato effettuato utilizzando 1 fondi che il governo di Buenos Aires ha ottenuto, dal Fondo monetarlo internazionale, in seguito all'Intesa raggiunta con questo organismo,

Persone citate: Ennio Caretto, Hans Joerg Rudloff, Reagan, Regan