Una medicina batte Pulcera duodenale di Ezio Minetto

Una medicina batte Pulcera duodenale E* finita la schiavitù di diete e polverine Una medicina batte Pulcera duodenale Sicura ed efficace: guarisce nel 90 per cento dei casi A differenza di tante malattie non ancora toccate dal progresso farmacologico — e quindi piuttosto ferme alla desolata regola del «poco o niente farmaci» o del «troppi farmaci» — l'ulcera duodenale è un fortunato esempio di patologia che, ancor prima di aver trovato totale spiegazione scientifica, ha finalmente incontrato ottima soluzione in un «suo» farmaco. A 400 anni dalla prima descrizione di una «ulcera da umori acri ed erosivi» e a 100 anni dal primo rivoluzionario Intervento chirurgico di Blllroth sull'ulcera, oggi, a 10 anni dalla scoperta degli «anti H2 istaminict» («clmetidlna» e «ranitldlna») é finita la millenaria schiavitù a diete, polverine e farmaci pressoché-placebo; le assenze dal lavoro degli ulcerosi — come buona prova dell'alto indice terapeutico — sono diminuite da una media di 2 mesi a meno di una settimana l'anno: e l'ulcera non figura quasi più in sala operatoria ed è addirittura messa alle corde da una sola compressa di farmaco mandata giù la sera. Nel giorni scorsi, a Cortina d'Ampezzo, il Convegno «Ranitldlna: incontro tra sperimentatori italiani» (presieduto da L. Labò e moderato da G. Verme, L. Scuro, G. Dobrilla e A. Torsoli) è servito ad aggiornare il bilancio sull'ulcera e a guardarne, in prospettiva, le nuove strategie. Fattori capaci di provocare l'ulcera, da soli o associati, sono la predisposizione genetica, lo stress, 11 reflusso digestivo, sregolazloni ormonlco-motorie e forse errori alimentari e stagionali fattori cronobiologicl. Ma 11 diretto «aggressore» è già di casa nello stomaco ed è 1'.acido, della secrezione clorldropeptica. La diminuita resistenza della «barriera mucosa è l'altro fattore, quello che permette l'.erosione ulcerosa», quasi per autodigestlone. Come funzionano gli «anti H2 istamlnlci? Bloccando — e praticamente «oc- cupando» — i recettori dell'istamlna, i farmaci H2 antagonisti mettono lo «stop» alla secrezione acida — «niente acido, niente ulcera» diceva già Schwartz nel 1910 — e modulano la risposta locale all'istamina, agli alimenti, agli ormoni gastroduodenali e agli stimoli nervosi vagali. Anche senza guardare indietro a quella che, soltanto 10 anni fa, era ancora la sconsolata storia naturale dell'ulcera, che cosa chieder di meglio oggi a un farmaco che — alla semplice e facile assunzione unica giornaliera in «monodose serale» — ti guarisce nel 90 per cento del casi, con solo 11 10 per cento di recidive (per lo più a responsabilità individuale, da «fumo» o incuria)? Mentre all'orizzonte si affacciano le prime efficaci (ma ancor non ben tollerate) «prostaglandine mettiate» antiulcerose — vedi 11 «mlsoprostol» e l'«enprostll» al recente Congresso di Lisbona — è indubbio che gli anti H2 istamlnlci stanno diventando sempre più i primi della classe in efficacia, sicurezza e strategica affidabilità. Con la monodose serale il blocco acido-secretivo» si fa più rispettoso delle azioni anzimatlche e delle resistenze antibatteriche del tratto digestivo, si evitano alcuni rischi (gastriti da reflusso duodeno pancreatico, malassorbimento del ferro alimentare) e migliora sostanzialmente la compliance del malato. Dall'esperienza sempre più allargata nascono poi indicazioni sempre più selettive, quasi personalizzate, nella patologia da reflusso, nell'attivazione della cltoprotezlone, nella profilassi secondaria delle varici esofagee, nella stimolazione motoria digestiva, nella prevenzione dell'ulcera da stress e in quelle bronchiti o polmoniti chimiche causate da incontrollata «aspirazione» di secrezioni digestive nelle vie aeree (nell'operato, nell'anziano, nel traumatizzato, nell'alcolizzato). Ezio Minetto

Persone citate: Dobrilla, Schwartz

Luoghi citati: Ampezzo, Lisbona