» «Un traghetto fino a maggio di Ezio Mauro

» «Un traghetto fino a maggio Intervista a La Malfa sulla crisi politica a Torino: i colpevoli, i giudici, la sentenza » «Un traghetto fino a maggio «Le decisioni dei socialisti non potranno far dimenticare a nessuno le responsabilità che pei e psi hanno per aver governato insieme» - «Novelli ha commesso un errore gravissimo: davanti allo scandalo Zampini doveva dimettersi» - «Si sentiva odore di una gestione non trasparente, non lo sentiva solo chi non lo voleva sentire» ROMA — Onorevole La Malfa, sulla scena di Torino psi, pei e de si sono presi i ruoli di primattori. e si scambiano accuse, minacce e promesse, in un gioco a tre. Voi repubblicani non entrate in pista un po' tardi, come la cavalleria nei vecchi western? «Le dirò che non mi dispiace affatto. Qui non si tratta di recitare un film, ma di scampare a un naufragio. Altro che svolta politica del, psi: è la giunta socialcomunista che è andata a fondo. Ma questo è avvenuto troppo tardi, troppo a ridosso del voto per pensare di poter correggere le conseguenze del naufragio a vantaggio della città». — U-i sta lanciando un «S.O.S.» agli elettori? «Sì, saranno loro a decidere, com'è giusto. Noi non possiamo far altro che dare un governo provvisorio alla città per questi due mesi. Poi chiederemo agli elettori di sancire quella svolta che è necessaria, e che si è già annunciata ncll'83, quando un partito non coinvolto nello scandalo delle tangenti, come il nostro, è arrivato al 12 per cento dei voti». — Voi repubblicani siete accusati dovunque di essere prò- tagonisti, grilli parlanti, primi della classe. Non sente il pericolo di recitare un ruolo da gregario a Torino, con il psi che fa e disfa alleanze? «Le decisioni del psi non potranno far dimenticare a nessuno le responsabilità che socialisti e comunisti hanno per aver malgovernato Torino per dieci anni, insieme. E poi, chi lo ha detto che il psi decide tutto, da solo? L'anno scorso fummo noi a non accettare un cambio di giunta pasticciato, perché era chiaro che i socialisti avevano come primo e unico obiettivo quello di sostituire Novelli, e negoziavano indifferentemente con il pei e con noi. Oggi la crisi è più chiara, più netta, è autentica, con il psi costretto a rompere con un pei in difficoltà, che perde due consiglieri. Fu giusto rifiutare l'operazione trasformista un anno fa, perché le contraddizioni a sinistra sono finalmente scoppiate». — Più che <o sinistra», sono scoppiate nel pei. Perché? E il psi, è invulnerabile? «Scherziamo? 11 psi era il partito della tradizione socialista di Torino. Alle ultime elezioni c crollato al 7-8 per cento. Altro che contraddizioni. Sono rimasti gli uomini, ma sono andati via gli elettori. Quanto al pei, sono convinto che dopo aver perso due assessori comincerà a perdere voti». — Anche se riprcscittcrà Novelli? «Novelli, credo, ha commesso un errore gravissimo. Davanti allo scandalo Zampini, Novelli aveva un secondo dovere, dopo quello di rivolgersi alla magistratura, come ha fatto: doveva dimettersi, ammettendo di aver fallito, perché era il sindaco di un'alleanza in cui era cresciuta la corruzione. La sua prima mossa, quella di aprire la porta ai giudici, gli fa onore; ma, senza le dimissioni, non basta. H' stato un ce- dimenio del pei alla volontà di rimanere al potere ad ogni costo. Ed è stato, forse, un cedimento di Novelli al pei. Credo che lui non lo avrebbe fatto». — U-i acceda la sceneggiatura della crisi scrina da Bodrato, con una vittima, un giustiziere, e una de pronta a redimere i socialisti peccatori, purché pentiti? «Non vedo bene il pei di che cosa potrebbe essere vittima. E' stato alla guida della città, ha lasciato tutti i problemi irrisolti, ha creato una confusione enorme, ha visto finire l'avventura dentto un processo. Davvero, non c'è scampo al giudizio negativo degli elettori. Ma attenzione: pei e psi oggi possono dividersi in municipio, ma resteranno uniti in questo giudizio». — E adesso, di cosa ha bisogno Torino? «Di essere rassicurata. La nuova gestione deve chiudere con i metodi che hanno portato allo scandalo delle tangenti». — Ma una giunta a quadro basta per rassicurare Torino? «Ilo-già detto che siamo di fronte a un naufragio. La nave à affondata due anni fa, con lo scandalo. Adesso se n'è andata in pezzi anche la scialuppa di salvataggio. La giunta a quattro può essere una zattera che traghetta il Consiglio comunale fino alle elezioni. A meno che la de non chieda di entrare in giunta: noi non potremmo opporci». — I<ei ha spesso criticalo la presidenza del Consiglio socialista, giudicandola inadatta n mediare tra le tensioni del pentapartito. Oggi acceda un sindaco socialista per Torino? «Per 70 giorni, sì. Deve essere chiaro che sarà una nomina a tempo, a scadenza. E si deve sapere che noi presenteremo alle elezioni un uomo che chiederà i voti per fare il sindaco». — Nove o dieci anni fa, quando ci furono le prime emigra/ioni da un partito all'altro, lei disse che a l'orino se ne sarebbero viste di tutti i colori: pensava anche al giallo delle tangenti? «Non potevo sapere. Ma vedevo che pei e psi si disputavano uomini che noi ed altri partiti stavamo accompagnando alla porta. Scopro adesso che qualcuno tra questi proprio allora aveva il primo contatto con Zampini. Diciamo che ho avuto fiuto». — A proposito, perché si è dimesso dal Consiglio comunale, iieH'81? Forse perché sentiva odore di bruciato? «Mi sono dimesso perche ero ministro, ma se lei parla dell'odore di una gestione non trasparente, ebbene, devo dite che c'era. Non lo sentiva chi non lo voleva sentire. Ma i risultati si sono visti. E comunque, non credo che gli elettori di 'l'orino voteranno turandosi il naso». Ezio Mauro

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