I giudici: bisognava pensar prima ai termini di custodia cautelare di Ruggero Conteduca

I giudici: bisognava pensar prima ai termini di custodia cautelare La corrente di Unità per la Costituzione critica Martinazzoli I giudici: bisognava pensar prima ai termini di custodia cautelare «La proroga per impedire la scarcerazione di 1300 detenuti ci trova d'accordo, ma non risolve ancora i problemi» DAL NOSTRO INVIATO BAIA DOMITXA — .// sistema della proroga sposta solo il momento in cui fi nodo viene al pettine, ma non lo scioglie», da Baia Domltla, dove da ieri è In corso 11 convegno nazionale di «Unita per la Costituzione., la corrente di maggioranza all'interno dell'Associazione nazionale magistrati (più di 2500 aderenti su circa seimila giudici, il 43 per cento) piovono ancora una volta sole apprezzamenti critici suil'operato del ministro della Giustizia, Mino Martinazzoli. Il Guardasigilli — dicono i giudici — si affanna, ora. a pochi giorni dall'entrata in vigore della legge che accorcia 1 termini dì carcerazione preventiva a sottoporre a un four de force le commissioni Giustizia di Camera e Senato per Impedire che, come egli stesso ha annunciato, il 2 febbraio possano lasciare il carcere più di 1300 detenuti fra i quali 278 terroristi, MI fra mafiosi e camorristi e 601 criminali comuni accusati però di reati gravi come omicidio, sequestro di persona, spaccio di stupefacenti. • Certo che sono favorevole al provvedimento tn discussione — dice Raffaele Bertone, uno del nove rappresentanti di "Unlcost" presso 11 Consiglio superiore della magistratura —. E' grave però che ci si pensi solo adesso, mentre poteva benissimo esser fatto prima, senza per questo creare aspettative che sarebbero andate deluse. D'altronde anche questo modo di fare s'inserisce bene, secondo me, in un metodo classico che riguarda la giustizia: anche le decisioni più positive vengono prese in momenti tali che finiscono non solo per non produrre gli effetti sperati ma addirittura per essere controproducenti». Entro martedì la commissione Giustizia di Montecitorio è chiamata a ratificare in sede legislativa la riforma della legge che appena nell'agosto scorso aveva sensibilmente abbassato i termini di carcerazione preventiva. Giovedì toccherà al Senato: 11 tutto dovrà essere approvato prima della scadenza, ormai fatidica del 2 febbraio. 'Ma la cosa più grave — aggiunge Bertone — è che il nuovo progetto limita solo ad alcuni reati il prolungamento del termini. E' uno sbaglio, perché le aspettative mancate possono creare pericoli all'interno delle carceri. I problemi, certo, non si risolvono COSÌ'. Anche Antonio Martonc, altro rappresentante di .Unlcost» all'interno del Csm, si dichiara favorevole al provvedimento, ma con molte riserve. 'E' un'esperienza amara — dice — che dovrebbe servire per II futuro nel senso c)ie anche un provvedimento di proroga, soprattutto se limitato soltanto a determinati reati, può non risolvere il problema-. ' 'Sono convinto — aggiunge — che fra dieci mesi, alla nuova scadenza del 30 novembre ci troveremo dinanzi agli stessi problemi. Quale sarà, per esempio, la posizione processuale, in quel periodo, dei 370 imputati fatti arrestare dalla magistratura di Torino e quale quella delle persone coinvolte nella maxiretata del giudice Falcone a Palermo? L'unico modo per abbreviare la carcerazione preventiva è quello di con¬ trarre i tempi del giudizio: i mesi die ci rimangono da oggi al 30 novembre dovrebbero essere utilizzati unicamente ad adottare tutte le misure idonee per accelerare l tempi del processo». 'Se no — conclude — si ripeterà . la stessa situazione che si verifica nel settore degli sfratti: se non si provvede alle case come non prorogare ogni volta il blocco degli sfratti?». Oltre che delicato, quello della carcerazione preventiva è anche stato un tema toccato più volte. E sempre con effetti traumatici sia sul più diretti interessati, i detenuti, sia sull'opinione pubblica perennemente sensibile, per ovvie ragioni, sul ritorno in circolazione di assassini c delinquenti. Nel 1970. Infatti. Il periodo di carcerazione preventiva venne notevolmente abbreviato e portato si limite storico di quattro anni al massimo se nel frattempo la sentenza non (osse passata in giudicato. Quattro anni dopo però, sull'onda dell'emozione che l'omicidio di due fratelli gioiellieri romani, 1 Menegazzo, suscitò nel Paese, il presidente della Repubblica Leone si adoperò molto per far cambiare la legge, ritoccata poi ancora una volta nell'agosto dello scorso anno. • Quando la legge e stata varata, in agosto, ci poteva già essere una certezza — dice Giovanni Tamburi-Ino. per anni giudice istruttore a Padova e ora anche lui al Csm — che non tutti i processi si sarebbero conclusi entro febbraio. Solo che le. cifre che oggi il governo ha finalmente tirato fuori per impressionare l'opinione pubblica all'epoca non erano disponibili. Anche se immaginabili-. Ruggero Conteduca

Persone citate: Antonio Martonc, Giovanni Tamburi-ino, Martinazzoli I, Menegazzo, Mino Martinazzoli, Raffaele Bertone

Luoghi citati: Padova, Palermo, Torino