Volonghi e Lazzari ni al Piccolo Madre contro figlia, con amore

Volonghi e Lazzari ni al Piccolo Madre contro figlia, con amore Da Spoleto «Night, mother», di Marsha Norman, premio Pulitzer Volonghi e Lazzari ni al Piccolo Madre contro figlia, con amore MILANO — Madre e figlia, la sera, in un cottage sperduto in chissà quale angolo della provincia americana. Sessantanni Vuna, vedova di un marito non amato, che le htì' dato due figli. Quarantanni l'altra, separata da un marito che non l'amava e che le ha dato un figlio, vagabonde e piccolo criminale. SI intuisce, dal loro modo di intendersi al volo, che stanno insieme da lungo tempo. Ma intendersi vuol dire conoscersi, comprendersi, amarsi davvero? Forse no, se stasera la figlia Jessica, detta Jessie, annuncia quieta alta madre Thelma che tra poco s'ucciderà. Vi ho raccontato l'avvio di Night, mother (Buonanotte, mamma) di Marsha Norman, trentacinquenne drammaturga di Louisvllle (Kentucky), premio Pulitzer 1983 con questo suo quinto copione, che da due anni segna il tutto esaurito a Broadway. Si tratta, come avrete intuito, di un eccellente prodotto di quello che s'usa definire il .nuovo realismo' o .postrealismO' americano. La sapienza drammaturgica della Norman consiste infatti nel costruire questa duplice confessione-bilancio attraverso i fatti, gli oggetti della più crudele quotidianità, come una confessione a cifrario dunque, tutta atrocemente .schermata' da riferimenti ad una repressa, punitiva visione dell'esistenza: e, quel ch'è più difficile, nel far galleggiare sulla grande paludell'angoscia esistenziale delle due, i detriti, le scorie di una disfatta, stravolta comicità. Nella serata inaugurale dell'ultimo festival dei Due Mondi, a Spoleto, il 28 giugno dell'anno scorso, l'edizione americana — regista Tom Moore, interpreti Anne Pitoniak (Thelma) e Kathy Bates (Jessie) — fu accostata ad una italiana, nuova di zecca, regista Carlo Battistoni, protagoniste Lina Volonghi (Thelma) e Giulia Lazzarini (Jessie), nella limpida traduzione di Annabella Cerliani. Fu un interessante confronto tra due stili di teatro assai distanti tra loro. Ora lo spettacolo italiano è dall'altra sera al Piccolo! salutato al suo esordio da un pubblico folto, nonostante il maltempo. Vi sosteranno al 10 febbraio: ed è un'occasione per verificare, attraver,soHh cavipione signi^cntivó, lo stato di salute dell'arte dèi recitare, oggi, da noi. Le interpreti italiane, sotto la guida accorta'di Battisto-\ ni, interioriezanoy.infattl, l'incontro-scontro, si vanno., a chiedere le ragioni di quella disperazione reciproca, la dialettizzano, tentano l'impossibile mediazione tra due nature, due generazioni, due storie personali. La Volonghi, questa grande attrice comica in cui il tragico fa capolino di continuo, tiene Thelma in bilico tra egoismo e inespressa tenerezza, la guida, ondeggiante e goffa, per i tortuosi sentieri dell'inquietudine e del cinismo, tra poderose impennate di voce e improvvisi cedimenti. La Lazzarini, ch'è per vocazione interprete tragica (e di quale finezza!) appena sfiorata da una comicità tutta di testa, intimizza al massimo la sua Jessie, se la scava dentro, ce la restituisce con quel suo filo di voce per segmenti di distillato sgomento, ci costringe a soffrire della sua stessa sofferenza. Insieme si sono divise una bella porzione di applausi appassionanti. Guido Davico Bonino

Luoghi citati: Kentucky, Spoleto