L'on. Froio tra Zampini e Revelli

L'on. Froio tra Zampini e Revelli Breve e ultima udienza al processo delle tangenti sul «capitolo» Cartografico L'on. Froio tra Zampini e Revelli Avrebbe «consigliato» Zampini a fare un regalo al comunista Franco Revelli - Si è difeso: «Non ho mai dato consigli del genere, né ho mai saputo di denaro consegnato a Revelli» E il geometra non l'ha smentito: «E* vero, non gli ho mai detto di aver dato quei soldi» Da una presunta corruzione ad un'altra: si chiude 11 capitolo del laboratorio cartografico e si apre l'ultimo episodio dello scandalo: il magazzino automatizzato del Comune che doveva sorgere In via Pietro Cossa. L'udienza di ieri pomeriggio al processo tangenti è vissuta sugli interrogatori di Franco Froio, ex parlamentare socialista, e di Massimo Locci, segretario dell'ex assessore psl, Claudio Simonelll. Froio. difeso dall'avv. Andrea Galasso, risponde di istigazione alla corruzione: avrebbe «consigliato» Zampini a fare un regalo al comunista Franco Revelli. -Non ho mai dato consigli del genere, né ho mai saputo di denaro consegnato a Revelli- ha sostenuto con vigore ieri l'ex parlamentare. E il geometra di Verona non l'ha smentito: -E'vero, lui non ha mai saputo dei 10 milioni a Revelli, non siicilio mai detto. Sa, presidente, nel mio lavoro ci voleva un po' di riservatezza. Froio comunque non è mai stato tessitore di trame né un maneggione». Il presidente Capirossi: •Ma lei Zampini perché si rivolge a Froio quando ha bisogno di parlare con Revelli delle deltbere sul cartografico?». E l'imputato: -Revelli mi aveva detto di passare tramite la Sitaf fi a società che gestiva il traforo del Fréjus, ndr), < dove lui era vicepresidente, Froio amministratore delegato e Zattoni direttore amministrativo. Il canale era cioè la Sitaf, non Froio in particolare». Massimo Locci, difeso dall'avv. Glanaria, ha negato di aver ricevuto 2 milioni da Zampini e di averne chiesti altri 18: «/ due milioni erano soltanto un prestito, non una tangente. Zampini era premuroso, gentile e io lo trattavo con cortesia e amicizia». ••Macché prestito, c'era un accordo: i soldi li ha chiesti per farmi da consulente. Il denaro glielo mandai, in biglietti da 10 mila, in una scatola metallica di sigarette e lui mi ringraziò» ha replicato secco Zampini. Con tono duro 11 corruttore, difeso dagli avvocati Masselli e Merlo, se l'è presa poi con Craxl: -Mentre ero in carcere, nel primi giorni dell'inchiesta, sostenne che io avevo militato in Ordine Nuovo, che ero d'accordo con il pm per incastrare i politici. Sono tutte...storie, cose inventate». E' tornato bonario quando ha puntualizzato su Simonelll; -E'vero, lui voleva far funzionare il Cartografico senza sperperare. Lo ringrazio per aver riconosciuto che io, in quell'occasione, fui l'unico a darmi da fare per salvare almeno le macchine». Ed ha concluso: «Perché vede, si¬ gnor presidente, il Cartografico si può ancora salvare. Se in Regione sono d'accordo, io sono disposto a mettere a disposizione gratis la mia professionalità di imprenditore». Capirossi, sornione: -Bisogna chiedere a Viglione». Prima di chiudere l'udienza il presidente Capirossi ha ricordato l'episodio del magazzino automatizzato: -Un'opera da SO miliardi. Zampini dice che c'era un accordo con Enzo Biffi, Scicolone, il dirigente Fiat Pecchini. Una tangente di 2 miliardi sarebbe stata promessa da Pecchini a Zampini ed ai politici». Nino Pietropinto

Luoghi citati: Fréjus, Verona