Fame e si€€ità in Angola I profughi sono 6QO mila di Isabelle Vichniac

Fame e si€€ità in Angola I profughi sono 6QO mila Croce Rossa e Unicef lanciano appelli da Ginevra Fame e si€€ità in Angola I profughi sono 6QO mila NOSTRO SERVIZIO GINEVRA — Z,Sos lanciato da Luanda non ha destato sorprese negli ambienti internazionali di Ginevra: perché, se la stampa non ha diritto di cittadinama, in Angola, i delegati degli organismi umanitari sono numerosi e non nascondono nulla della grave situazione. Un centinaio di delegati della Croce Rossa si trovano in Angola dallo scorso autunno. La loro attività si svolge sull'altopiano centrale e nelle province di Benguela, di Bie e di Huambo. Hanno già soccorso quasi centomila persone e sperano di poterne aiutare altre 150 mila. Lo stato di guerra permanente è responsabile dell'aumento della fame quanto la siccità. Gli aiuti alimentari e i medicinali vengono sbarcati in tre porti: Luanda, Benguela e Namibe. Da qut vengono trasportati con aerei da carico nelle capitoli propfncfa/1, dove sei piccoli velivoli prov¬ vedono a smistarli nel centri con piste di atterraggio. Un sistema di trasporto costosissimo, ma la Croce Rossa lo preferisce alle ferrovie e alle strade, minate o pericolose a causa dei combattimenti. La Croce Rossa Internazionale, che ha anche impiantato sedici centri di ristoro e di cura per i più bisognosi, valuta in 600 mila il numero del profughi, degli affamati e delle persone sema alcuna risorsa finanziaria. Anche l'Unicef da tempo segue la tragedia angolana. Già nel 1983 aveva lanciato un appello alla ricerca di fondi che permettescro di mettere a punto un programma di aiuto sull'altopiano centrale dove masse di orfanelli, molti del quali ammalati, errano per giorni interi alla ricerca di cibo. Servono almeno 15 miliardi di lire per soccorrere ZOO mila madri e bambini. Una consistente parte di tale somma dovrebbe essere destinata ai trasporti, perché l'Unicef, nonostante l pericoli, avvia i suoi soccorsi mediante camion fortemente scortati, anche per evitare i saccheggi. L'Unicef, che in Angola mantiene dodici delegati, si occupa anche della formazione di personale locale per i centri d'infanzia. Resta il fatto che si è ancora ben lontani dalla cifra preventivata per far scattare il plano di aiuti. Quanto all'Undro (l'Ufficio Onu che coordina i soccorsi in caso di catastrofi), su richiesta di Luanda, ha messo in moto i suoi eventuali donatori e ha già redatto un rapporto. Ma finora nessuno ha fatto nulla. Dal 1981 al 1983 IVndro ha coordinato un programma di aiuti di circa 30 miliardi di lire a favore del profughi del Sud. Ma almeno 500 mila persone hanno bisogno di aiuti urgenti nelle province di Bie e Huambo e altre 127 mila nel Sud. Isabelle Vichniac Copyright «Le Monde» e per l'Italia «La Stampa»