Nella caserma dove s'aggira lo scandalo di Francesco Fornari

Nella caserma dove s'aggira lo scandalo Cremona, le mogli degli ufficiali dicono: «Chi ha sbagliato paghi, così offendono tutti» Nella caserma dove s'aggira lo scandalo DAL NOSTRO INVIATO CREMONA — La caserma Col di Lana, che ospita il 3° gruppo del reggimento di artiglieria a cavallo, l'ir artiglieria da campagna «Monferrato» e la compagnia dei genieri della «Legnano», è sotto accusa: una serie di oscuri e drammatici episodi accaduti negli ultimi quattro anni, ampiamente riportati da un settimanale locale, hanno provocato l'intervento della Commissione Difesa della Camera che, dopo un' ispezione, ha consegnato al ministro Spadolini una relazione molto preoccupante sulla vita in caserma, con giudizi molto critici sull'operato dei sottufficiali 'Che - si legge nel documento - hanno finito col costituire una vera struttura parallela, esercitando un potere occulto, influendo negativamente sulla truppa e costituendo con ogni probabilità il centro di infezione relativamente agli episodi più gravi emersi: droga, omosessualità, prostituzione, ecc.». Offese e preoccupate alcune mogli di ufficiali e sottufficiali hanno inviato una lettera a «La Stampa» protestando contro queste accuse 'die hanno gettato fango su uomini che per onestà e senso del dovere non sono secondi a nessuno». Accogliendo la loro richiesta, slamo andati a visitare la caserma. Fatica vana: ligi alla consegna del silenzio imposta dai comandi superiori, ufficiali e sottufficiali non hanno risposto alle nostre domande. «Ci sarebbero molte cose da spiegare - si è limitato a dire un capitano - ma non possiamo parlare. Queste accuse ci offendono, ma ci offende ancor più la leggerezza dimostrata dalla commissione parlamentare che, in una visita durata meno di quattro ore, di cui una passata a pranzo, pretende di aver capito tutto il complesso meccanismo die regola la vita di una comunità di un migliaio di persone». Nessuno nega l'evidenza dei fatti: in quattro anni, tra il 1981 e il 1984, sono accaduti nella caserma degli episodi sconcertanti che hanno in comune fra loro una matrice di violenza. Nel maggio 1981, un sergente maggiore del 3" gruppo, si uccide nel proprio alloggio con la sua pistola. L' inchiesta stabilisce che le cause del suicidio sono da ri¬ cercarsi nella vita privata del sergente. Nel febbraio 1983 un artigliere del 3° gruppo dichiara di essere stato violentato da tre o quattro commilitoni, che vengono arrestati. In seguito il giovane ritratta le accuse. Nel dicembre dello stesso anno viene denunciato da alcuni militari un rapporto omosessuale (consenziente) fra un sergente e un soldato di leva. Il sergente viene punito con 15 giorni di arresti e trasferito. Nel maggio 1984, alla polveriera di Forte Pletole (Mantova), un artigliere del 3" gruppo viene ucciso da un colpo di fucile sparato da un commilitone, assolto in seguito dal tribunale perché riconosciuto incapace d'intendere e di volere al momento del fatto. Il 5 settembre 1984 gli ultimi due episodi: un capitano dell'ir gruppo «Monferrato» viene trovato ucciso con un colpo sparato dalla propria pistola nella sua tenda al campo di Candelo-Massazza (Vercelli). L'inchiesta esclude il delitto e lascia aperte le altre due ipotesi, incidente o suicidio. Lo stesso giorno, nella caserma Col di Lana, un artigliere del 3° gruppo minacciandoli col fucile tiene in ostaggio 1 militari del corpo di guardia. Vuole andare in licenza. Dopo un paio d'ore di trattative, viene convinto dal comandante della caserma, tenente colonnello Jacopl, a consegnare l'arma. Dice il generale Gala, comandante del 3° corpo d'armata: 'Mi sembra difficile dedurre da questi episodi, accaduti in periodi diversi e difficilmente accomunabili fra loro, l'esistenza del potere occulto o dell'autorità parallela di cui parla la relazione». Il generale sottolinea inoltre che «è impossibile affermare che i sottufficiali possano essere i gestori di questo potere, perche hanno incarichi che non li pongono a diretto contatto con la truppa». E' vero che, come risulta dalla relazione, molti marescialli prestano servizio in questa caserma anche da più di vent'anni ma, come dice la signora Caterina Crino, moglie del maresciallo Domenico Mollica, dell'ir gruppo «Monferrato»: «Mio marito ha chiesto più volte di essere trasferito, ma i trasferimenti non vengono concessi perché non ci sono i sostituti». Madre di due figli, la signora Crino, una delle firmatarie della lettera inviata al giornale, dice: «Questo linciaggio inorale deve cessare. I mici ragazzi si vergognano perché vengono sbeffeggiati dai compugni. Anche a me ogni tanto qualcuno rivolge pesanti allusioni. Se qualcosa non va nella caserma, si ponga rimedio. Se ci sono colpevoli, vengano puniti. Ma non si continui a infangare la professionalità e il buon nome di chi lavora con scrupolo e con onestà da tanti anni». Francesco Fornari

Persone citate: Caterina Crino, Crino, Domenico Mollica, Spadolini

Luoghi citati: Candelo, Cremona, Legnano, Mantova, Vercelli