E9proprio un inverno da lupi

E9proprio un inverno da lupi Il grande gblo e gli animali, che cosataccade. nei parchi nazionali E9proprio un inverno da lupi NOSTRO SERVIZIO ROMA — Dalle montagne della Sila, in Calabria, lupi affamati sono scesi a valle in cerca di cibo e hanno sbranato ovini e bovini indifesi. In Abruzzo, nella zona della montagna di Bano, cinquecento cavalli di una cooperativa agricola, allevati allo stato brado, rischiano di morire di fame e di sete. L'ondata di maltempo che ha investito il nostro Paese, freddo polare dappertutto, abbondanti nevicate nelle regioni centromeridionali, sta creando non pochi disagi agli allevatori: sono già migliaia i capi di bestiame morti per assideramento o per la mancanza di foraggio, pastori e bovari cercano di porre riparo accendendo fuochi nelle stalle e nei recinti e affrontando lunghe marce nella neve alla ricerca di fieno per il bestiame. Se per gli animali domestici, assistiti dall'uomo, il pericolo è grande, che cosa accadrà di quelli in libertà nei parchi e nelle riserve? Come . potranno sopravvivere il timido capriolo, lo spavaldo cervo, l'elegante stambecco, il funambolico camoscio alla morsa del gelo, all'Insidia della neve e del ghiaccio, alla mancanza di foraggio? Nel territorio montano che avvolge l'alta valle del Sangro e le vette calcaree del Marsicano e della Meta c'è il parco nazionale d'Abruzzo, dove vivono gli unici cento orsi marsicani al mondo, gli unici cinquecento camosci d'Abruzzo, il più grande numero di lupi italici di tutto l'Appennino (circa 40, raggruppati in un paio di branchi), trecento cervi, un centinaio di caprioli. Nei giorni scorsi la temperatura è scesa a meno 12, 18 gradi, in quota sono caduti oltre due metri di neve, più di cinquanta centimetri a valle. Dice Giuseppe Rossi, vicedirettore del parco: «La situasione è sotto controllo anche se queste grosse nevicate hanno messo in difficoltà gli animali, costretti a scendere in basso alla ricerca di cibo-. I cervi, specialmente, si sono spinti verso le zone abitate, i guardaparco ne hanno visti alcuni vicino alle strade. «Il rischio più grave è quello dei bracconieri: gli animali sono allo scoperto, indifesi, e possono essere individuati e ab¬ battuti con facilità-. Freddo e neve, tuttavia, non sono una novità per gli animali del parco, anche se quest'anno la temperatura è scesa a livelli record. 'Il freddo può essere letale per qualche esemplare vecchio, ina i danni inaggiori li fa la neve, perché gli animali non possono più trovare il foraggio per alimentarsi-. I più esposti ai rigori del maltempo sono i cervi e i caprioli, mentre lupi e orsi per ora non ne risentono. Spiega il vicedirettore: «Gli orsi sono in letargo, forse qualche difficoltà la incontrano gli esemplari più giovani che anche d'inverno preferiscono uscire ogni tanto dalle tane, mossi dalla curiosità o dalla necessità di trovare del cibo perché hanno accumulato poco grasso durante V estate. La neve li obbliga a restare al riparo-, I lupi, invece, non hanno problemi. -Questo clima, ami, li favorisce. Predatori, attaccano caprioli, cervi, camosci che, indeboliti dalla fame, difficilmente riescono a sottrarsi alle loro saune-. Nessun pericolo anche per la fauna del parco dello Stelvlo. Spiega il direttore, Walter Frigo: «Fa molto freddo, anche se temperature di meno 1S non sono ecceslonali da queste parti. Per fortuna è caduta poca neve e gli animali possono trovare cibo scusa difficoltà. Infatti stanno ancora tutti sulle alte quote, soltanto i ceh>i di notte scendono a'valle alla ricerca di erba più tenera-. Nel parco-del Gran-Paradiso tutto è tranquillo: «Punte di meno 30 non sono insolite sulle alte quote e non hanno conseguenze per gli animali-, dice il veterinario, dottor Peraclno. La settimana scorsa gli stambecchi, che sono più di tremila, erano ancora in alta quota, impegnati nelle lotte stagionali per affermare la supremazia del capo branco. «Questa è la stagione degli amori e i maschi si danno battaglia per-accaparrarsi le femmine. E' un momento molto delicato, perché sono stremati dalla violenza degli scontri e perciò più esposti al rischio della faine e del freddo. Ma sinora non abbiajno trovato nessun capo morto. La mancamu defla neve li favorisce, possono trovare di che mangiare sensa problemi-. Qualche preoccupazione invece per^e marmotte. Spiega il verrinarlo: «Adesso so7io in letargo: sensa la copertura del manto nevoso, c'é il rischio che le-'loro tane scavate sottoterra gelino. Potrebbero morire assiderate durante il loro sonno ipogeo. Nessuna apprensione anche per cervi, camosci, stambecchi, caprioli e cinghiali dei parchi regionali del Gran Bosco e della Val Troncea, nella valle di Susa. «Per loro è un inverno favorevole — dice un guardaparco di Salbertrand — è caduta poca neve e non hanno difficoltà a trovare foraggio. Il freddo non li preoccupa: stanno nqscosfi nel boschi, nelle soneìpiù soleggiate-. Qualche capo si è spinto a fondovalle, vicino alle case. «Forse più per curiosità che per necessità-, dice la guardia. Da anni nel parchi non si provvede più a portare foraggio agli animali durante l'inverno. Spiega-tJ dottor Peraclno: «Può sembrare crudele, ma è l'unico modo per garantire la salvaguardia della specie. Scomparsi quasi del tutto i predatori, soltanto V inclemcnsa del freddo e la difficoltà di procurarsi cibo possono operare la selesione naturale che assicura il mantcnimento di quelle caratteristiche che distinguono un animale selvaggio da una pecora-, Francesco F0rnarj

Persone citate: Bano, Francesco F0rnarj, Giuseppe Rossi, Walter Frigo

Luoghi citati: Abruzzo, Calabria, Roma, Salbertrand, Susa