I più stupiti sono 8 comunisti

I più stupiti sono 8 comunisti I più stupiti sono 8 comunisti La botnba è scoppiata poco dopo le 15, quando nella sede del psi è arrivata una telefonata: .Si sono dimessi l'assessore Russo e il consigliere Cerabona. ma non lasciano solo la giunta: se ne sono andati anche dal pei». Da quel momento i telefoni sono diventati roventi. Da corso Palestro la segreteria si è messa in contatto con i comunisti, proprio mentre l dirìgenti erano riuniti con Ugo Pecchtoli per valutare II caso. Un colloquio concitato, fra interrogativi e dubbi: .Perché 1' hanno fatto? E adesso, dovrà esserci un dibattito in Consiglio comunale, c'è rischio di crisi». Alle 16, concistoro della segreteria psi e consulto de con il vicesegretario nazionale, Bodrato. I primi a dorè un giudizio sono i liberali. Con il capogruppo Santoni chiedono un Consiglio comunale straordinario, parlano di «fallimento dell'esperienza di sinistra, della necessità di un ribaltamento della maggioranza». Poi arriva lo stupore comunista, la sorpresa del segretario Fassino e di tutto il gruppo dirigente «per un atto che accade improvvisamente, senza che in nessuna sede e con alcun compagno di partito o di gruppo consiliare Russo e Cerabona avessero richiesto di discutere 1 problemi sollevati nelle loro lettere di dimissioni, inviate contemporaneamente al partito e ai giornali.. • La sorpresa è tanto più grande — aggiunge il pei — perché le motivazioni addotte per giustificare le dimissioni appaiono del tutto Infondate. In ogni caso Russo e Cerabona hanno sempre goduto nel partito la più ampia libertà di discussione e nel loro mandato di consiglieri hanno potuto agire in assoluta libertà di coscienza». • Piuttosto c'è da chiedersi — concludono t comunisti — quali reali motivi abbiano ispirato un atto cosi grave e ostile al partito proprio alla vigilia delle elezioni amministrative.. Durissima la de con il vice di De Mita, Bodrato. e il capogruppo a Palazzo civico, Za- netta. Bodrato definisce «atto di apprezzabile coerenza» quello di Russo e Cerabona, ..con la posizione critica assunta pubblicamente sulla politica urbanistica della giunta Novelli». Aggiunge: «Le contestuali dimissioni dal pel mettono in evidenza la profonda e Irreversibile crisi dì un modello politico che ha cercato di impadronirsi della città». Richiesta di un .serio dibattito» da parte del prt (Ravaloli) dì fronte «all'incapacità del pei e della sua giunta a gestire i problemi di fondo della città e una dialettica Interna necessaria per un partito che a Torino vuole essere al centro di ogni decisione». «Stupisce — coelude II prt — che di questo fatto si rendano conto alcuni rappresentanti seri del pel e non psi e psdi». Mattinai ansi) imputa la colpa dell'attuale situazione e delle dimissioni dei due ex comunisti a Novelli. «Se se ne fosse andato due anni fa — commenta — oggi avremmo una amministrazione funzionante. Invece slamo di fronte a 24 mesi di paralisi». Ma la doccia fredda per t comunisti arriva dagli alleati, in parte dal psdi, dove il segretario Leno chiede una convocazione della maggioranza, «se i due dimissionari hanno lasciato gli incarichi e il partito per la giusta critica apportata alla politica urbanistica»; e soprattutto dal socialisti, i quali appoggiano sema mezzi termini la scelta di Russo e Cerabona. «I motivi da loro addotti — affermano — sono in linea con quanto 11 psi sostiene da sempre. In particolare sull'inadeguatezza dell'analisi comunista sul processo di trasformazione della società torinese». Conclude il psi: «Le dimissioni dei due compagni, già protagonisti di una polemica Interna al pei e alla giunta monocolore, lasciano perplessi sulle possibilità di un reale dibattito democratico all'interno del pel e quindi sulla credibilità della dichiarata evoluzione in senso laico e riformista della politica di quel partito». Giuseppe Sangiorgio

Luoghi citati: Leno, Torino