Sulla Magneti filarelli duro scontro Cgil-Cisl
Sulla Magneti filarelli duro scontro Cgil-Cisl Sulla Magneti filarelli duro scontro Cgil-Cisl MILANO — •Inqualificabile è l'insinuazione avanzata dalla Cisl milanese sulla esistenza di accondiscendenze e accordi sotterranei di vertice che si sostiene essere stati compiuti dalla Pioni e dalla Uilm. Se la Firn milanese è a conoscenza di fatti del genere aveva e ha 11 dovere di documentarli davanti al lavoratori, dentro l'organizzazione sindacale, di fronte all'opinione pubblica». Questo uno dei passi principali contenuti in una lunga dichiarazione del segretario generale della Fiom lombarda, Carlo Moro, a proposito del comunicato diffuso martedì dalla segreteria milanese della Cisl sulla vicenda sindacale della Magneti Marelli. •Il fatto che si usi questa argomentazione proprio nel momento più delicato di questa grave vicenda sindacale, costituisce — afferma, tra I' altro, Il sindacalista — un atto ignobile che, per quanto mi riguarda, non può rimanere senza conseguenze al fine di cancellare un'onta inammissibile e inqualificabile». Dopo aver affermato che il comunicato della Cisl milanese «unitamente al tono e ad alcune falsificazioni contenute nel volantino distribuito al lavoratori da parte della FimCisl costituiscono un arretramento e un imbarbarimento sul piano politico e culturale immotivato», Moro ricorda alla Cisl che «le lezioni non si Impartiscono parlando da un pulpito che ha prodotto accordi separati, senza II consenso, mal verificato in sede alcuna, dei lavoratori Interessati». «In ogni caso, vorrei sottolineare, se dovesse andare In porto l'ipotesi di accordo, che è la prima volta — aggiunge Moro — che la Fiat si trova a dover recedere dal suoi atti compiuti: i licenziamenti. E ciò avverrebbe grazie alla lotta e alla tenuta unitaria dei lavoratori interessati e dell'insieme della categoria. Rilevando che «è indubbiamente giusto che ogni organizzazione concorra alla formazione delle decisioni e, se lo ritiene necessario, che mantenga intatte le sue posizioni in tutte le fasi della discussione», Moro aggiunge che «è però un tratto di democrazia, che va ben al di là del sindacato stesso, accettare come sede vincolante di decisione per tutti il parere e 11 voto di tutti i lavoratori direttamente interessati». (Ansa)
Persone citate: Carlo Moro, Moro
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