«Eni'Petromin», sì di misura alla proposta d'archiviazione di Eugenio Palmieri
«Eni'Petromin», sì di misura alla proposta d'archiviazione La maggioranza si spacca sulla proposta del de Vitalone «Eni'Petromin», sì di misura alla proposta d'archiviazione All'Inquirente sette voti favorevoli e sette contrari, ma il voto del presidente (psdi) in questi casi vale doppio - Psi e pri si erano allontanati - L'ultima parola spetterà il 24 alle Camere ROMA — La maggioranza si è dissolta sull'affare EnlPetromln nell'importante votazione svoltasi ieri alla commissione Inquirente. Socialisti e repubblicani non si sono riconosciuti nella relazione messa a punto dal senatore democristiano Vitalone, molto vicino al ministro degli Esteri Andreottl, e non hanno partecipato al voto. Il documento favorevole a proporre l'archiviazione e a ritenere 11 famoso 7 per cento (più di 35 milioni di dollari) sull'intera fornitura di petrolio da parte dell'Arabia Saudita una 'mediazione necessaria* e non una 'tangente*, è stato approvato egualmente con il consenso dei commissari democristiani e grazie al voto del presidente della commissione, il socialdemocratico Reggiani. In caso di parità, infatti, e ieri alla fine i voti erano 7 contro 7. 11 verdetto del presidente vale doppio. Con la stessa procedura è stata bocciata la relazione di minoranza elaborata dal comunista Martorelli per la messa in stato di accusa dell'ex ministro del Commercio con l'Estero, Stammati, e a considerare i dollari sommersi una vera e propria tangente che doveva servire a costituire un fondo di decine di miliardi per operazioni finanziarie tali da incidere sugli equilibri politici in Italia. La sorpresa è venuta dall'atteggiamento assunto dai socialisti e dal repubblicani che si sono riservati libertà di giudizio quando il 24 si farà 11 dibattito con il Parlamento riunito in seduta congiunta. E' toccato al commissario del psi, Bernardi, spiegare il motivo della mancata presenza al momento del voto con una proposta alternativa a quella di Vitalone e di Martorelli, una relazione -espositiva,. In sostanza secondo l'esponente socialista la commissione Inquirente non è arrivata ad alcuna conclusione e quindi sarebbe stato più opportuno presentare alla Camera e al Senato la semplice documentazione dell'istruttoria, senza prese di posizione: •Dobbiamo dire all'opinione pubblica se questo caso è stato sollevato per far cadere un contratto vantaggioso oppure se questo è caduto perché ad un certo punto si sono introdotte operazioni illecite*. Anche il repubblicano Di Re è risultato assente al momento del voto. Perché? -Non si è giunti ad alcuna conclusione certa — ci ha risposto — tanto vale che i gruppi parlamentari possano valutare la vicenda nella più ampia autonomia*. Anche la commissione Inquirente ha alzato bandiera bianca sul clamoroso «affaire, che l'ha tenuta impegnata per quattro anni. I comunisti non hanno mancato di ironizzare con il senatore Vitalone che più volte aveva ripetuto di essere ad un passo dalla verità, mentre, ha confermato Spagnoli (pel), non si saprà mai come siano andate veramente le cose. Il presidente Reggiani ha spiegato il suo voto favorevole con il fatto che a carico dell'ex ministro Stammati non sono emerse prove e neppure indizi: si trattò di una legittima intermediazione. Il dibattito che si svolgerà il 24 in Parlamento potrebbe riservare momenti incandescenti soprattutto per la posi zlone che assumeranno i socialisti. Come ha ricordato ieri l'indipendente di sinistra, Onorato, nel '79 furono proprio l'allora segretario del psi Craxl e l'ex segretario amministrativo Formica (oggi capogruppo alla Camera) ad avanzare in più sedi fortissimi dubbi sulla liceità dell'operazione Petromin. Craxl e 11 presidente del Consiglio dell'epoca, Andreotti, non erano in buoni rapporti a quel tempo, tanto che non pochi videro nella vicenda un braccio di ferro dietro le quinte, proprio tra questi due personaggi. Se la sentirà il psi di archiviare tutto con un colpo di spugna? Ieri il comunista Loda, nel corso del dibattito, ha messo a fuoco anche il ruolo avuto nell'operazione dall'ex vicepresidente Leonardo Di Donna -che si assunse la responsabilità di fermare l'operazione* dopo uno scontro al vertice dell'ente. E pare che il pei non ne chiederà più l'Incriminazione come invece farà per l'ex presidente Mazzantl e un altro dirigente dell'Eni. Carlo Sarchi. Il missino Franchi ha insistito molto sul legami di Stammati con Licio Gelli («il solo che avesse copia originale della documentazione*) e sull'affermazione dell'ex ministro del Commercio Estero secondo cui ebbe insistenti pressioni da parte di Andreottl. Eugenio Palmieri
Luoghi citati: Arabia Saudita, Italia, Roma
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