«Buona volontà reciproca» C'è ottimismo al Cremlino di Fabio Galvano

«Buona volontà reciproca» C'è ottimismo al Cremlino «Buona volontà reciproca» C'è ottimismo al Cremlino Giornali e tv parlano di «successo sovietico» - Il segretario di Stato nuovamente citato, ma non per accusarlo - Per Gromyko, ostacoli «immensi» da superare DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — E' una vittoria della diplomazia sovietica quella che emerge — dopo due giorni di stringatissime notizie sui colloqui ginevrini e con Gromyko ormai rientrato a Mosca — dai primi ampi e per certi versi trionfalistici commenti sovietici. «Due giorni di tensione — commentano le Izvestija riferendosi alla presunta minaccia di un'inflessibilità americana che facesse naufragare il dialogo — poi ogni paura si è dissipata: ci saranno i negoziati». E per la prima volta negli ultimi due anni, pur attribuendo al Cremlino il merito dell'iniziativa ginevrina e tacendo la rinuncia sovietica alle pregiudiziali del passato (come lo smantellamento degli euromissili Usa), il giornale riconosce a Washington la volontà di trattare: «Sebbene le discussioni siano state difficili — dichiara infatti quell'organo del governo —, ha trionfato il reciproco desiderio di avviare 11 negozialo». Ciò non significa, e lo ha subito dimostrato un commento della Tass, che Mosca lasci improvvisamente cadere la serrata polemica con gli Stati Uniti, caratteristica del suo atteggiamento nei primi quattro anni della presidenza Reagan: mitiga tuttavia le accuse, quasi a voler sottolineare fra i numerosi inviti alla cautela ^«questo è l'inizio, ma resta molto da fare») che è davvero possibile aprire un nuovo capitolo nel difficile dialogo fra le superpotenze. E'parso significativo il fairplay del Cremlino nei confronti di Shultz: anziché ignorarlo, come era prevedibile, la tv sovietica ha messo in onda nel telegiornale di ieri sera alcuni stralci della sua conferenza stampa ginevrina. Anche le Izvestija, poche ore prima, avevano pubblicato un resoconto breve ma fattuale, citando l commenti più positivi del Segretario di Stato americano e non — come avveniva in passato — soltanto le dichiarazioni polemizzanti. Segnali anche questi, forse. «L'Urss — ribadisce la Tass dopo avere insistilo nell'attri' buire al Cremlino l'iniziativa per l'incontro GromykoShultz e quindi per i futuri negoziati — è disposta a cercare le soluzioni più radicali». E' il leit-motiv lanciato a novembre da Cernenko, ma ripetuto all'indomani dei positivi colloqui ginevrini assume forse il valore della promessa, almeno dell'impegno di fronte a una scadenza concreta. «L'Urss — dichiara formalmente quella voce ufficiale della Piazza Rossa — propone un congelamento degli arsenali nucleari, un accordo sull'alt agli esperimenti, il blocco all'ampliamento della corsa alle armi nei settori che ne sono ancora liberi». E' un riferimento, quest'ultimo, alle armi spaziali, che occupano una posizione preminente nelle intenzioni negoziali di Mosca: «Se non sarà eretta una barriera in quella dtre- zlone — ripete infatti la Tass, con la massima enfasi — sarà vano qualsiasi altro successo ottenuto nel campo della limitazione delle armi». Nei rapporti fra Usa e Urss non è forse arrivato quello che un diplomatico occidentale ha definito «il primo giorno di primavera», e gli ostacoli da superare — come ha notato lo stesso Gromyko — restano «immensi»,- ma la Mosca ufficiale, e per essa l suoi mass-media, trasudano di un ottimismo, cauto eppure reale, che sembra voler cancellare i guardinghi e talora sconsolati commenti della vigilia. Forse lo stesso Cremlino, ne deducono taluni diplomatici occidentali, è stalo sorpreso dal verso che hanno preso gli avvenimenti durante le 14 lunghe ore di colloqui fra Gromyko e Shultz. Si parla (ancora Tass> di «disponibilità a lavorare, in buona fede e in modo costruttivo, con chi desidera veramente (...) la pace e la sicurezza»; l'Urss, si dichiara, «ha tanta buona volontà e desiderio di collaborare». Sulla falsariga delle dichiarazioni rilasciate da Grò- ' myko a Ginevra — nulla egli ha aggiunto rientrando a Mosca — la tv di Stato non fui esitato a proclamare che «è stato fatto un passo concreto per stabilire un dialogo». Non è esultanza, ma che il Cremlino consideri molto importante il momento diplomatico è segnalato anche dall'indubbio sforzo con cui la Pravda — sia pure limitatamente al breve comunicato ufficiale — ha fatto in modo di dare la notizia già ieri mattina a un pubblico che era forse preparato al peggio: i giornali, qui, si stampano molto presto, ed era invece l'una di notte quando il documento è stato reso noto. E' un altro del -segnali» che, pur con mille cautele, hanno fatto breccia a Mosca nell'acida polemica con la Casa Bianca. Fabio Galvano

Persone citate: Cernenko, Gromyko, Shultz