li premier eli Israele: nessun® ci impedirà di salvare i falasha di Giorgio Romano

li premier eli Israele: nessun® ci impedirà di salvare i falasha li premier eli Israele: nessun® ci impedirà di salvare i falasha Monito ai rabbini che pretendono una seconda cerimonia di consacrazione per i nuovi arrivati: «Bianchi o neri, gli ebrei sono tutti uguali» - «Il mondo ci ammira stordito» - I drammatici problemi di inserimento per i profughi NOSTRO SERVIZIO TEL AVIV — .L'immigrazione degli ebrei dall'Etiopia continua e continuerà... Nessun ostacolo geografico, economico o politico interromperà o differirà gli sforai per il salvataggio; ha dichiarato Ieri sera alla Keneseth 11 premier israeliano Peres. Il primo ministro laborista ha parlato con orgoglio dell' •Operazione Moshe», dell' •ammirazione del mondo intero, stordito da questo storico evento-. Ha chiesto una .rinnovata discrezione, un rinnovato silenzio... per consentire di portare a termine questa santa impresa*. Ma ha sottolineato che .bianchi o neri, gli ebrei sono tutti uguali., condannando implicitamente le richieste del rabbini i quali pretendono una nuova consacrazione rituale per 1 falasha, e quanti temono le conseguenze della nuova, grande ondata migratoria In un momento di disoccupazione e di grave crisi economica. L'immigrazione massiccia — e finora segreta — di migliaia di ebrei dall'Etiopia in Israele (si parla di diecimila) ha tutte le caratteristiche di un giallo internazionale, reso più drammatico da dichiarazioni e smentite, da polemiche, da voci di accordi segreti tra Gerusalemme ed Addis Abeba (armi israeliane per 20 milioni di dollari in cambio della partenza della comunità) resi possibili dalla complicità del Sudan e da una linea aerea belga, che ora avrebbe sospeso 1 voli dopo lo •scandalo». Questi forse 45 mila ebrei etiopici dalla pelle scura, di cui pochissimi avevano sentito finora parlare, chiamati falasha (parola che nell'antica lingua gheez significa emigrante o esiliato), sono un enigma. Su di loro tutto è mi¬ sterioso: l'origine, che alcuni fanno risalire al connubio tra il re Salomone e la regina di Saba, altri a indigeni convertiti all'ebraismo prima del cristianesimo; la religione stessa e 11 modo di vivere, alleni rispetto alle popolazioni circostanti e immutati nel secoli. I falasha sono ebrei i quali osservano una forma di mosaismo fondato sull'obbedienza letterale alla Bibbia, che non conoscono nel testo ebraico, ma attraverso un' antica versione etiopica del Pentateuco. Osservano scrupolosamente il sabato e la Pasqua (per la quale i loro sacerdoti sacrificano animali), ma ignorano solennità come Purim e Hanukka, e non accettano 11 Talmud, né la letteratura rabbinica: ecco perché un certo ebraismo tradizionale ha sollevato sempre dubbi sull'autenticità della loro ascendenza ebraica, e ha chiesto atti formali per ammetterli nella comunità dei fedeli, ostacolando la loro emigrazione In Israele che ammontava, fino a poco tempo fa, a poche migliala di individui. Oggi, l'improvvisa migrazione di massa, con un'operazione che ricorda quella denominata .Tappeto volante» che portò in Israele masse di ebrei yemeniti negli Anni 4950, immette di colpo gli ebrei etiopici dal Medio Evo della regione di Gondar, a Nord del Lago Tana, alla civiltà, del Duemila, dove tutto è nuovo e stupefacente: dai mezzi di trasporto alle case, dalla radio alla luce elettrica. Malgrado la riservatezza che sinora ha coperto il ponte aereo e lo smistamento degli immigranti nel vari centri di accoglimento e di assorbimento, si sa che 1 falasha giungono sprovvisti di tutto, salvati, ancor più che dalla minaccia di una persecuzione, da quella della fame che devasta quella parte d'Africa. .Non avremo pace fino a che non avremo portato in salvo qui i nostri fratelli e le nostre sorelle dell'Etiopia., aveva dichiarato lunedi 11 capo del governo alla Keneseth; e ieri ha riconosciuto in Begin l'iniziatore dell'operazione. Peres si è detto consapevole dei formidabili problemi che il salvataggio pone e porrà in futuro per l'inserimento, l'educazione, la salute, l'accllmatamento di un gruppo cosi numeroso ed eterogeneo, in un momento particolarmente difficile per l'esistenza stessa del Paese. Nessuno s'illude: le difficolta sono enormi, per Israele come per gli immigrati, e il caso esige comprensione e generosità da tutte le parti, perché 1 nuovi arrivati — cui viene automaticamente conferita la cittadinanza — non si sentano cittadini di seconda categoria e riescano ad inserirsi nella vita del Paese, come è avvenuto per tanti gruppi prima di loro. Ad Ashkelon, uno del centri di smistamento del Dipartimento Immigrazione dell' Agenzia Ebraica (è stato annunciato che 11 10 per cento del bambini giunti in Israele sono orfani), si danno esempi di solidarietà e di slanci generosi. Giorgio Romano Nhri I Nahariya (Israele). Un insegnante spiega ad un giovane ebreo dell'Etiopia come si costruisce una «Stella di David» con il legno. la lezione si svolge in un centro di raccolta per gli orfani (Tel.)

Persone citate: Begin, Peres, Purim