Il capitano nasconde i mandanti di Roger Boyes

Il capitano nasconde i mandanti Al processo per l'assassinio di padre Popieluszko depone Piotrowskì Il capitano nasconde i mandanti Si è detto sicuro che il rapimento fosse stato deciso a livello di viceministro degli Interni, ma ha sostenuto di non averne le prove - Quindi ha ritrattato: «Forse non c'erano mandanti al vertice» - «Se la legge fosse stata applicata in tutto il suo rigore contro il sacerdote, tutto questo non sarebbe stato necessario» - «Quando l'ho picchiato ero in stato di choc» NOSTRO SERVIZIO VARSAVIA — Il capitano della polita segreta polacca Grzegorz Piotxowski, capo riconosciuto del gruppo che ha rapito e ucciso il «prete di Solidarnosc», Jerzy Popieluszko, ha dichiarato ieri di essere stato sicuro, all'epoca dei fatti, che un viceministro dell'Interno fosse dietro il piano, ma ha ammesso di non averne le prove. E, nella ricostruzione delle ore precedenti il momento in cui il prete venne gettato nel lago probabilmente già morto, quando, secondo l'accusa, lo l>ercosse selvaggiamente, ha dichiarato: .Non so che cosa mi succedesse, ero in stato di choc*. Il processo di Torun è entrato cosi nella fase più delicata. Due degli imputati per 11 sequestro e l'omicidio hanno già tentato di scaricare la responsabilità maggiore su Piotrowskì; e 11 capitano (ora privato del gradi, come gli altri accusati) deve decidere se coinvolgere esponenti al vertice della polizia segreta e sostenere di avere soltanto obbedito agli ordini. Ieri Piotrowskì, che sprizzava sicurezza di sé e si comportava quasi come un politico durante un comizio, ha deliberatamente evitato di fare nomi, e i giudici ne sono sembrati felici. Il capitano ha ammesso di avere detto al suol subordinati e coimputati, 1 tenenti Leszek Pekala e Waldemar Chmielewski, che il rapimento non era «una decisione presa a livello di dipartimento... Secondo me, il livello più basso al quale può essere stata decisa una cosa del genere è quello di vìceministro*. Il giudice gli ha domandato che cosa gli facesse pensare che il rapimento fosse stato approvato da un funzionarlo di rango cosi elevato nel ministero degli Interni: Conosco lo stile della diresione. So chi potrebbe permettersi di prendere una simile decisione, quindi è chiaro che è stata presa al vertice'. Lunedi Andrzej Orablnskl, che rappresenta la famiglia Popieluszko, aveva letto una dichiarazione di Chmielewski il quale coinvolgeva il generale Wladyslaw Claston, uno dei sei attuali viceministri degli Interni. Piotrowskì aveva lasciato capire che Claston fosse implicato nel plano durante un colloquio con Chmielewski, è stata la tesi dell'avvocato. Ma ieri il capitano ha fatto solo di sfuggita il nome del generale, e Chmielewski è stato, nella sua deposizione, molto più vago sul ruolo di Claston. Con una calma che rasentava l'arroganza, Plotrowski ha aggiunto di non voler fare 1 nomi di funzionari di medio livello coinvolti solo marginalmente nel caso per la presenza dei giornalisti stranieri nell'aula. Ha inoltre chiesto di proibire di fotografarlo. Dopo la pausa per il pranzo, Piotrowskì ha dichiarato alla Corte, nell'aula piena zeppa di parenti del sacerdote assassinato e degli accusati, di religiosi e di giornalisti, che 11 rapimento era stato •approvato al massimo livello-. Ma ha aggiunto una frase importante, pronuncian¬ dola molto lentamente: -Ora mi rendo conto che in tutta questa vicenda non ho mai avuto prove dell'esistenza di un "vertice". L'esistenza di un mandante al vertice è un'illusione». Il giudice ha colto al volo questa frase: .Quindi questo "vertice" non c'era?', ha detto. Piotrowskì ha allargato le braccia in un gesto teatrale: «forse è meglio che non ci sia-, ha affermato scandendo le sillabe. L'Intervento del magistrato rispecchia le preoccupazioni delle autorità, e 11 laconico commento di Piotrowskì riflette il suo personale dilemma. Facendo nomi, 11 capitano, che ha 33 anni, può mettere in grave crisi il governo, e far cadere alcune teste al ministero de¬ gli Interni. Ma questo suo potere si squaglia nel momento stesso in cui incomincia a puntare il dito contro questo o quell'esponente del vertice. In fondo, in questa fase del processo le rivelazioni non sono una garanzia contro il plotone d'esecuzione. Per la prima volta, Plotrowski ha descritto i vari piani per compromettere 11 prete: c'era anche 11 progetto di farlo cadere in una trappola con un marito geloso, e ci furono tentativi di dimostrare che era il «tesoriere» della clandestinità. Piotrowskì era convinto che 11 sacerdote avesse legami con servizi segreti della Nato, o almeno servisse 1 loro interessi, e che non si facesse abbastanza per bloccarne 1' attività. Per la Corte, 1 prossimi cinque giorni saranno decisivi. Se non costringerà Piotrowskì a rivelare 1 nomi al vertice, il processo, che sembra partito In modo «pulito» e coli le migliori intenzioni, verrà screditato. Il presidente del tribunale, Artur Kujawa, lunedi ha espulso dall' aula i segretari degli avvocati, sostenendo che 1 loro appunti potevano essere usati per minare la credibilità del verbali ufficiali. Kujawa, vecchio membro del partito comunista, non-ha fatto pressioni sugli imputati di fronte al loro rifiuto di rispondere alle domande poste dai legali della famiglia Popieluszko. Piotrowskì resta 11 personaggio centrale. Ieri ha parlato In modo dettagliato della sua frustrazione nell'incarico di caposezione per il controllo dell'attività politica del sacerdoti. Se 11 governo avesse agito con tutta la forza della legalità nei confronti di padre Popieluszko, ha detto, la sua missione non sarebbe stata necessaria: 'Occorreva un male minore per fermare un male maggiore... Sono convinto che né Chmielewski, né Pekala si troverebbero sul banco degli accusati se la legge fosse stata applicata nei confronti di padre Popteluseko: Il capitano ha anche coinvolto direttamente il suo immediato superiore e quarto imputato, il colonnello Adam Pietruszka, il quale gli avrebbe detto che era giunto il momento di mun'asione decisiva' contro 11 sacerdote e contro padre Stanislao Malkowski, un altro prete radicale. Ha citato una frase del colonnello: 'Li dobbiamo scuotere duramente, a costo di fargli venire un attacco di cuore. Dobbiamo dargli l'ultimo avvertimento». Roger Boyes Copyright < Times Ncmpapm» e per l'Italia «I.a Stampa»

Luoghi citati: Italia, Torun, Varsavia